VESPRI

Venerdì, 27 marzo 2026

VENERDI
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA

2

V   Il Signore sia con voi.
R   E con il tuo spirito.

Se non presiede un sacerdote o un diacono:

V   Signore, ascolta la nostra preghiera.
R   E il nostro grido giunga fino a te.

RITO DELLA LUCE

Cfr. Sal 140 (141), 1-4

Come nube d’incenso,
la mia preghiera, Signore, s’innalzi.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.

A te grido, soccorri,
ascolta questa voce che ti implora.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.

Poni la tua custodia alle mie labbra,
non ceda il cuore al fascino del male.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.

Come nube d’incenso,
la mia preghiera, Signore, s’innalzi.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.

Mentre si canta il Lucernario, i ministri presentano i due candelieri spenti al sacerdote (o al diacono). Questi, tracciato un segno di croce sulla lampada accesa, attinge alla fiamma e accende i candelieri. Alcuni ministri dispongono i candelieri vicino o sopra l’altare. Intanto. si accendono gli altri ceri e le lampade della chiesa.

Dopo l’accensione dei candelieri, il sacerdote (o il diacono), secondo l’opportunità, infonde l’incenso, sale all’altare e lo bacia. Ricevuto il turibolo, incensa l’altare. Al termine dell’incensazione raggiunge la sede.

INNO

Cristo, che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno,
vieni e conforta il tuo popolo
che celebra la Quaresima.

Ispira il pentimento,
poni sul labbro la supplica
che mitighi la giustizia
e muova il Padre al perdono.

La grazia tua ci liberi
dal passato colpevole
e un futuro innocente
pietosa a noi propizi.

L’annuo fervore ci doni,
purificando i cuori,
di tendere ancora una volta
alla beata Pasqua.

O Trinità, potente unico Dio,
l’universo ti adori
e, liberato dal male,
ti canti un cantico nuovo.   Amen.

INNO

Iesu, quadragenáriæ
dicátor abstinéntiæ,
qui ob salútem méntium
præcéperas ieiúnium,

Adésto nunc Ecclésiæ,
adésto pæniténtiæ,
qua supplicámus cérnui
peccáta nostra dílui.

Tu retroácta crímina
tua remítte grátia
et a futúris ádhibe
custódiam mitíssime,

Ut, expiáti ánnuis
compunctiónis áctibus,
tendámus ad paschália
digne colénda gáudia.

Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.

INNO

O Cristo, che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno,
conforta e guida il tuo popolo
nei giorni di austero cammino.

Distogli da tutti i peccati
il cuore pentito e umiliato;
sul labbro risveglia la supplica
che muova il Padre al perdono.

La grazia, che doni copiosa,
purifichi il nostro passato:
conduca a un futuro innocente
chi volge lo sguardo al tuo volto.

Infondi un nuovo fervore,
donando purezza ai cuori:
ancora una volta chiamati,
tendiamo con gioia alla Pasqua.

O grande Signore, uno e trino,
ti adorino il cielo e la terra:
per te liberati dal male,
ti cantino un cantico nuovo. Amen.

RESPONSORIO

Cfr. Es 3, 10. 9

Dio dal roveto disse:
«Mosè, ti mando dal faraone.
Fa’ uscire il mio popolo Israele
dall’oppressione d’Egitto.

Ho visto la miseria del mio popolo,
e vengo a liberarlo
dall’oppressione d’Egitto».

PRIMA LETTURA

Es 12, 21-27d

Il sangue salvifico dell’agnello pasquale.

Lettura del libro dell’Esodo.

In quei giorni. Mosè convocò tutti gli anziani d’Israele e disse loro: «Andate a procurarvi un capo di bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolate la Pasqua. Prenderete un fascio di issòpo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spalmerete l’architrave ed entrambi gli stipiti con il sangue del catino. Nessuno di voi esca dalla porta della sua casa fino al mattino. Il Signore passerà per colpire l’Egitto, vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti; allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire. Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i tuoi figli per sempre. Quando poi sarete entrati nella terra che il Signore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito. Quando i vostri figli vi chiederanno: “Che significato ha per voi questo rito?”, voi direte loro: “È il sacrificio della Pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l’Egitto e salvò le nostre case”».

Parola di Dio

SALMELLO

Cfr. Sal 104 (105), 26-27. 36-37. 43. 8. 1-2. 5

Il Signore mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.
Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le promesse del loro vigore.
Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c’era alcun infermo.
Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Egli ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni.

Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.
Egli ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni.

Orazione

O Dio di infinita maestà,
a te più accorata si eleva la nostra supplica:
quanto più si avvicina il giorno festoso della nostra salvezza,
tanto più intensamente disponi i nostri cuori
a celebrare il mistero pasquale.
Per Cristo nostro Signore.

II LETTURA

2Cr 30, 15-23

Il sangue degli agnelli pasquali per la purificazione del popolo.

Lettura del secondo libro delle Cronache.

In quei giorni. Immolarono la Pasqua il quattordici del secondo mese; i sacerdoti e i leviti, pieni di vergogna, si santificarono e quindi portarono gli olocausti nel tempio del Signore. Occuparono il proprio posto, secondo le regole fissate per loro nella legge di Mosè, uomo di Dio. I sacerdoti facevano aspersioni con il sangue che ricevevano dalle mani dei leviti, perché molti dell’assemblea non si erano santificati. I leviti si occupavano dell’uccisione degli agnelli pasquali per quanti non erano puri, per consacrarli al Signore. In realtà la maggioranza della gente, fra cui molti provenienti da Èfraim, da Manasse, da Ìssacar e da Zàbulon, non si era purificata; mangiarono la Pasqua senza fare quanto è prescritto. Ezechia pregò per loro: «Il Signore che è buono liberi dalla colpa chiunque abbia il cuore disposto a cercare Dio, ossia il Signore Dio dei suoi padri, anche senza la purificazione necessaria per il santuario». Il Signore esaudì Ezechia e risparmiò il popolo.
Gli Israeliti che si trovavano a Gerusalemme celebrarono la festa degli Azzimi per sette giorni con grande gioia, mentre i sacerdoti e i leviti lodavano ogni giorno il Signore, suonando con tutte le forze per il Signore. Ezechia parlò al cuore di tutti i leviti, che avevano dimostrato grande avvedutezza nei riguardi del Signore; per sette giorni parteciparono al banchetto solenne, offrirono sacrifici di comunione e lodarono il Signore, Dio dei loro padri.
Tutta l’assemblea decise di festeggiare altri sette giorni; così passarono ancora sette giorni di gioia.

Parola di Dio

SALMELLO

Cfr. Sal 105 (106), 6. 21-22. 8. 4-5. 1

Abbiamo peccato come i nostri padri,
abbiamo fatto il male, siamo stati empi.
I nostri padri dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.
Ma Dio salvò per il suo nome,
per manifestare la sua potenza,
perché eterna è la sua misericordia.

Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza,
perché vediamo la felicità dei tuoi eletti,
godiamo della gioia del tuo popolo,
ci gloriamo con la tua eredità.
Celebriamo il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.

ORAZIONE

O Dio di misericordia,
che disponi il cuore di chi hai rigenerato nel battesimo
a rivivere gli eventi pasquali
e ad attingerne l’efficacia profonda,
donaci di custodire con fedeltà la tua grazia
e di ricuperarla umilmente nella preghiera e nella penitenza.
Per Cristo nostro Signore.

III LETTURA

Es 24, 1-8

Il sangue dell’alleanza.

Lettura del libro dell’Esodo.

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e settanta anziani d’Israele; voi vi prostrerete da lontano, solo Mosè si avvicinerà al Signore: gli altri non si avvicinino e il popolo non salga con lui».
Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Parola di Dio

SALMELLO

Cfr. Eb 9, 19-20. 22b. 11a-c. 12

Dopo che tutti i comandamenti furono promulgati
a tutto il popolo da Mosè,
secondo la legge,
questi, preso il sangue dei capri e dei vitelli con acqua,
lana scarlatta e issopo,
ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo:
«Questo è il sangue dell’alleanza,
che Dio ha stabilito per voi».
Perché senza spargimento di sangue
non esiste perdono.

Cristo, invece, venuto come sommo sacerdote 
di beni futuri,
attraverso una tenda più grande e più perfetta,
non costruita da mano d’uomo,
non con sangue di capri e di vitelli,
ma con il proprio sangue
entrò una volta per sempre nel santuario,
procurandoci così una redenzione eterna;
perché senza spargimento di sangue
non esiste perdono.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno,
che hai redento il tuo popolo con il sangue del tuo Figlio unigenito,
disperdi l’opera del demonio
e spezza le catene del peccato
perché non sia più schiavo dell’autore della morte chi
nella professione della fede
ha ricevuto la vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

IV LETTURA

Is 42, 1-9

Il servo del Signore.

Lettura del profeta Isaia.

Così dice il Signore Dio: «Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Così dice il Signore Dio,
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l’alito a quanti camminano su di essa:
«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
Io sono il Signore: questo è il mio nome;
non cederò la mia gloria ad altri,
né il mio onore agli idoli.
I primi fatti, ecco, sono avvenuti
e i nuovi io preannuncio;
prima che spuntino,
ve li faccio sentire».

Parola di Dio.

SALMELLO

Cfr. Sal 21( 22), 17a-b. 15-16b. 20. 28. 24-26

Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi.
Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza accorri in mio aiuto.
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.

Lodate il Signore voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe d’Israele;
perché egli non ha disprezzato l’afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma al suo grido d’aiuto lo ha esaudito.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.

Orazione

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,
che sei salito sul patibolo della croce per la redenzione del mondo
e hai versato il tuo sangue prezioso per lavare le nostre colpe,
al momento della nostra morte aprici le porte sospirate del cielo
e accoglici vicino a te,
che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Terminate le letture vigiliari, con i rispettivi Salmelli e le Orazioni, e prima dell’avvio della salmodia, è opportuno rivolgere al popolo un’esortazione, che ne sostenga il cammino di preparazione alla celebrazione della Pasqua.

SALMODIA

Salmo 40 (41)

Preghiera nella sventura

«Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà» (Mc 14, 18).

Ant. 1   Guariscimi, Signore, *
             contro di te ho peccato.

Beato l’uomo che ha cura del debole: *
     nel giorno della sventura il Signore lo libera.

Il Signore veglierà su di lui, †
     lo farà vivere beato sulla terra, *
     non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; °
     tu lo assisti quando giace ammalato.

Io ho detto: «Pietà di me, Signore, *
     guariscimi: contro di te ho peccato».
I miei nemici mi augurano il male: *
     «Quando morirà e perirà il suo nome?».

Chi viene a visitarmi dice il falso, †
     il suo cuore cova cattiveria *
     e, uscito fuori, sparla.

Tutti insieme, quelli che mi odiano †
     contro di me tramano malefici, *
     hanno per me pensieri maligni:

«Lo ha colpito una malattia infernale; *
     dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi».

Anche l’amico in cui confidavo, †
     che con me divideva il pane,
     contro di me alza il suo piede.

Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami, *
     che io li possa ripagare.
Da questo saprò che tu mi vuoi bene: *
     se non trionfa su di me il mio nemico.

Per la mia integrità tu mi sostieni *
     e mi fai stare alla tua presenza per sempre.

Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, *
     da sempre e per sempre. Amen, amen.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Guariscimi, Signore, *
             contro di te ho peccato.

Salmo 45 (46)

Dio, rifugio e forza del suo popolo

A lui sarò dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1, 23).

Ant. 2   Dio è per noi rifugio e fortezza.

Dio è per noi rifugio e fortezza, *
      aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
     se vacillano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
     si scuotano i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, *
     la più santa delle dimore dell’Altissimo.

Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare. *
     Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Fremettero le genti, vacillarono i regni; *
     egli tuonò: si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
     nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
     egli ha fatto cose tremende sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
     romperà gli archi e spezzerà le lance, *
     brucerà nel fuoco gli scudi.

Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, *
     eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
     nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Dio è per noi rifugio e fortezza.

Orazione

Ascoltaci, Dio che tutti vuoi salvi,
e non negarci i doni della tua eterna ricchezza.
Chi con tutto l’animo ti riconosce creatore e padre,
più non resti impigliato nelle astuzie del demonio.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

ACCLAMAZIONI A CRISTO SIGNORE

A Cristo Signore, che tutto si è donato
per la nostra salvezza e la nostra vita,
rivolgiamo umilmente la nostra voce.

Verbo eterno, che hai assunto la condizione di servo,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Cristo crocifisso, potenza e sapienza di Dio,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Tu che, reso perfetto dalla sofferenza, sei diventato causa di salvezza,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Primogenito tra i fratelli, che cancelli i nostri peccati col tuo sangue,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Tu che sei stato messo a morte per i nostri fratelli
e sei risorto per la nostra giustificazione,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Tu, che sei morto e sei risorto
per essere il Signore dei vivi e dei morti,
Kyrie, eleison.
     Kyrie, eleison.

Padre nostro.

CONCLUSIONE

Per la conclusione dei Vespri si danno due casi:

A) Se la celebrazione è presieduta da un sacerdote o da un diacono, la conclusione si fa col saluto e con la benedizione in questo modo:

V   Il Signore sia con voi.
R   E con il tuo spirito.
      Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison. 

V   Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo.
R   Amen. 

Si possono anche usare le forme di benedizione più solenni come è detto nel Messale.
Se si congeda l’assemblea, si aggiunge l’invito: 

V   Andiamo in pace.
R   Nel nome di Cristo. 


B) Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono, si conclude con la formula seguente:

V   Il Signore ci benedica e ci custodisca.
R   Amen. 

oppure:
V   La santa Trinità ci salvi e ci benedica.
R   Amen.

In conformità alle consuetudini locali, la conclusione può assumere la forma solenne di benedizione con la reliquia della Santa Croce.

V   Il Signore sia con voi.
R   E con il tuo spirito.

Se non presiede un sacerdote o un diacono:

V   Signore, ascolta la nostra preghiera.
R   E il nostro grido giunga fino a te.

INNO

Cristo, che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno,
vieni e conforta il tuo popolo
che celebra la Quaresima.

Ispira il pentimento,
poni sul labbro la supplica
che mitighi la giustizia
e muova il Padre al perdono.

La grazia tua ci liberi
dal passato colpevole
e un futuro innocente
pietosa a noi propizi.

L’annuo fervore ci doni,
purificando i cuori,
di tendere ancora una volta
alla beata Pasqua.

O Trinità, potente unico Dio,
l’universo ti adori
e, liberato dal male,
ti canti un cantico nuovo.   Amen.

INNO

Iesu, quadragenáriæ
dicátor abstinéntiæ,
qui ob salútem méntium
præcéperas ieiúnium,

Adésto nunc Ecclésiæ,
adésto pæniténtiæ,
qua supplicámus cérnui
peccáta nostra dílui.

Tu retroácta crímina
tua remítte grátia
et a futúris ádhibe
custódiam mitíssime,

Ut, expiáti ánnuis
compunctiónis áctibus,
tendámus ad paschália
digne colénda gáudia.

Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.

INNO

O Cristo, che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno,
conforta e guida il tuo popolo
nei giorni di austero cammino.

Distogli da tutti i peccati
il cuore pentito e umiliato;
sul labbro risveglia la supplica
che muova il Padre al perdono.

La grazia, che doni copiosa,
purifichi il nostro passato:
conduca a un futuro innocente
chi volge lo sguardo al tuo volto.

Infondi un nuovo fervore,
donando purezza ai cuori:
ancora una volta chiamati,
tendiamo con gioia alla Pasqua.

O grande Signore, uno e trino,
ti adorino il cielo e la terra:
per te liberati dal male,
ti cantino un cantico nuovo. Amen.

Seguono poi nella recitazione corale le letture, coi salmelli e le orazioni, come sono qui riportate. E' cosa lodevole che questo si faccia anche nella recitazione non corale.

PRIMA LETTURA

1Sam 17, 4-24

Arroganza del Nemico

Dal primo libro di Samuele

Dall’accampamento dei Filistei uscì uno sfidante, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua lancia era come un cilindro di tessitori e la punta dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. Egli si fermò e gridò alle schiere d’Israele: «Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Sceglietevi un uomo che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri servi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri servi e ci servirete». Il Filisteo aggiungeva: «Oggi ho sfidato le schiere d’Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme». Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; rimasero sconvolti ed ebbero grande paura.
Davide era figlio di un Efrateo di Betlemme di Giuda chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest’uomo era un vecchio avanzato negli anni. I tre figli maggiori di Iesse erano andati con Saul in guerra. Di questi tre figli, che erano andati in guerra, il maggiore si chiamava Eliàb, il secondo Abinadàb, il terzo Sammà. Davide era ancora giovane quando questi tre più grandi erano andati dietro a Saul. Egli andava e veniva dal seguito di Saul e pascolava il gregge di suo padre a Betlemme.
Il Filisteo si avvicinava mattina e sera; continuò così per quaranta giorni. Ora Iesse disse a Davide, suo figlio: «Prendi per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pani e corri dai tuoi fratelli nell’accampamento. Al comandante di migliaia porterai invece queste dieci forme di formaggio. Infórmati della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga. Essi con Saul e tutto l’esercito d’Israele sono nella valle del Terebinto, a combattere contro i Filistei». Davide si alzò di buon mattino: lasciò il gregge a un guardiano, prese il carico e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò ai carriaggi quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra. Si disposero in ordine Israele e i Filistei: schiera contro schiera. Davide si liberò dei bagagli consegnandoli al custode, poi corse allo schieramento e domandò ai suoi fratelli se stavano bene. Mentre egli parlava con loro, ecco lo sfidante, chiamato Golia il Filisteo, di Gat. Avanzava dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese. Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero grande paura.

SALMELLO

Cfr. Sal 21, 23. 2

Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.

Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?

Orazione

Ascoltaci, Dio che salvi;
non permettere che si consumino i nostri giorni
prima che tu ci abbia perdonato ogni colpa.
Per Cristo nostro Signore.

SECONDA LETTURA

1Sam 17, 32-51

Vittoria sul Nemico

Dal primo libro di Samuele

Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua adolescenza». Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la pecora dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l’afferravo per le mascelle, l’abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l’orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha sfidato le schiere del Dio vivente». Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va’ e il Signore sia con te». Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e lo rivestì della corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l’armatura e cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò. Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo.
Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché del Signore è la guerra ed egli vi metterà certo nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse a prendere posizione in fretta contro il Filisteo. Davide cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra, colpì il Filisteo e l’uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.

SALMELLO

Cfr. Sal 21, 23. 2

Dio regna sui popoli,
Dio siede sul suo trono santo.

Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia.

Salva, Dio, il popolo che ti invoca
dall'orrenda tirannide del Demonio,
perché, rinvigorito soltanto dalla forza divina,
proclami gioiosamente la tua potenza.
Per Cristo nostro Signore.

SALMODIA

Salmo 40

Preghiera nella sventura

«Uno di voi mi tradirà, uno che mangia con me» (Mc 14, 18).

Ant. 1   Risanami, Signore, *
             contro di te ho peccato.

Beato l'uomo che ha cura del debole, *
     nel giorno della sventura il Signore lo libera.

Veglierà su di lui il Signore, †
     lo farà vivere beato sulla terra, *
     non lo abbandonerà alle brame dei nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore. *
     Gli darai sollievo nella sua malattia.

Io ho detto: «Pietà di me, Signore; *
     risanami; contro di te ho peccato».
I nemici mi augurano il male: *
     «Quando morirà e perirà il suo nome?».

Chi viene a visitarmi dice il falso, †
     il suo cuore accumula malizia *
     e uscito fuori sparla.

Contro di me sussurrano insieme i miei nemici, *
     contro di me pensano il male:
«Un morbo maligno su di lui si è abbattuto, *
     da dove si è steso non potrà rialzarsi».

Anche l'amico in cui confidavo, †
     anche lui, che mangiava il mio pane, *
     alza contro di me il suo calcagno.

Ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami, *
     che io li possa ripagare.
Da questo saprò che tu mi ami *
     se non trionfa su di me il mio nemico;

per la mia integrità tu mi sostieni, *
     mi fai stare alla tua presenza per sempre.

Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele, *
     da sempre e per sempre.
          Amen. amen.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Risanami, Signore, *
             contro di te ho peccato.

Salmo 45

Dio rifugio e forza del suo popolo

Sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio-con-noi (Mt 1, 23).

Ant. 2   Dio è per noi rifugio e forza.

Dio è per noi rifugio e forza, *
      aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
     se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
     tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, *
     la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare; *
     la soccorrerà Dio, prima del mattino.

Fremettero le genti, i regni si scossero; *
     egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
     nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
     egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
     romperà gli archi e spezzerà le lance, *
     brucerà con il fuoco gli scudi.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio, *
     eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
     nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Dio è per noi rifugio e forza.

Orazione

Dio, che ti riveli grande e potente
soprattutto quando hai compassione e perdoni,
colmaci della tua grazia
e rendi partecipi della celeste ricchezza
quanti anelano al compimento delle divine promesse.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

COMMEMORAZIONE DEL BATTESIMO

Per mezzo di Adamo ci venne la morte, la vita per mezzo di Cristo, che appunto per questo si è degnato di lasciarsi crocifiggere per noi e di morire, per cancellare il peccato dell'albero antico con l'albero della croce e per liberarci dal castigo della morte con il mistero della sua morte (S. Cromazio).

Dal fianco di Cristo, come da mistica roccia,
la divina sorgente è scaturita:
vinta è la nostra sete, e l'arida terra
immarcescibili frutti ci dona.
     A te lode, Signore,
     che sei la vera vita.

Si ristorano i pellegrini smarriti nel deserto,
si fa più dolce l'arduo cammino
verso la patria promessa.
     A te lode, Signore,
     che sei la vera vita.

Orazione

Ascolta, Dio onnipotente, la nostra voce:
il fonte di grazia,
che fluì dal cuore del Signore trafitto
e dissolse il peso di tutta la colpa umana,
alimenti sempre in noi
la bellezza di una vita incolpevole,
perché la Chiesa, madre felice,
possa gloriarsi della sua fecondità mirabile e santa.
Per Cristo nostro Signore.

INTERCESSIONI

Innalziamo la nostra orazione al Signore Gesù,
Redentore di tutti:

     Signore, abbi pietà.

Tu che hai dato agli apostoli
il potere di legare e di sciogliere,
-   dona la grazia della pazienza
     ai vescovi e ai presbiteri
     che esercitano il ministero della riconciliazione.

Tu che per la nostra salvezza
hai assunto la vita umana,
-   rendici generosi e accoglienti verso tutti.

Tu che hai amato la tua Chiesa
al punto di dare la vita per lei,
-   conserva i coniugi cristiani
     nell'unità di un amore santo e fedele.

Tu che sei stato tradito dal bacio di un amico,
-   allontana la perfidia e la slealtà
     dal cuore dell'uomo.

Tu che hai promesso la risurrezione
a quelli che credono nel tuo nome,
-   concedi l'eterno riposo ai nostri defunti
     che hanno sperato in te.

Sospinti dall'esempio di Cristo,
che morendo in croce si affidò all'amore del Padre,
con cuore aperto diciamo:

Padre nostro.

CONCLUSIONE

Per la conclusione dei Vespri si danno due casi:

A) Se la celebrazione è presieduta da un sacerdote o da un diacono, la conclusione si fa col saluto e con la benedizione in questo modo:

V   Il Signore sia con voi.
R   E con il tuo spirito.
      Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison. 

V   Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo.
R   Amen. 

Si possono anche usare le forme di benedizione più solenni come è detto nel Messale.
Se si congeda l’assemblea, si aggiunge l’invito: 

V   Andiamo in pace.
R   Nel nome di Cristo. 


B) Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono, si conclude con la formula seguente:

V   Il Signore ci benedica e ci custodisca.
R   Amen. 

oppure:
V   La santa Trinità ci salvi e ci benedica.
R   Amen.