UFFICIO DELLE LETTURE

Giovedì, 29 gennaio 2026

GIOVEDI
DELLA TERZA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Al quinto giorno tutto ciò che vive
hai tratto, o Dio, dall’acque primordiali:
guizzano i pesci nel mare,
gli uccelli si rincorrono nell’aria.

Nati nell’onda del santo lavacro,
rigeneràti dal sangue di Cristo,
serbaci liberi e puri
nella preziosa vita della grazia.

Non ci avvilisca la colpa
né la superba innocenza ci illuda,
il cuore nell’orgoglio non si esalti
né si deprima per le sue cadute.

Così ti implora il tuo popolo, o Padre,
per Cristo Redentore
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli.   Amen.

latino

Magnæ Deus poténtiæ,
qui ex aquis ortum genus
partim remíttis gúrgiti,
partim levas in áera,

Demérsa lymphis ímprimens,
subvécta cælis írrogans,
ut, stirpe una pródita,
divérsa répleant loca:

Largíre cunctis sérvulis,
quos mundat unda sánguinis,
nescíre lapsus críminum
nec ferre mortis tædium,

Ut culpa nullum déprimat,
nullum levet iactántia,
elísa mens ne cóncidat,
eláta mens ne córruat.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

Dall’ampia distesa dell’acqua
hai tratto, Signore, i viventi:
gli uccelli veloci nell’aria
e i pesci guizzanti nel mare.

Rinati nel santo lavacro,
salvati dal sangue di Cristo,
conservaci liberi e puri
in vita preziosa di grazia.

Il male non spenga fiducia,
nel bene viviamo umilmente;
il cuore rifugga da orgoglio
né mai lo deprima la colpa.

O Padre, così ti imploriamo
per Cristo Gesù Redentore,
che insieme allo Spirito santo
con te vive e regna in eterno. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Vita di tutti, Cristo Redentore,
o Giudice tremendo, unico Re,
odi pietoso la supplica e accogli
benignamente il canto.

Grata la lode nella notte ascenda
a te, divina Luce,
e l’eco dell’eterna melodia
consoli e allieti i cuori.

Di gioiosa innocenza adorna i giorni,
pensieri ispira di vita immortale,
in ogni azione nostra
sfavilli la tua gloria.

A te, suprema fonte dell’essere,
o Trinità beata,
la Chiesa dei redenti
leva felice l’inno nei secoli.   Amen.

latino

O sator rerum, reparátor ævi,
Christe, rex regum, metuénde censor,
tu preces nostras paritérque laudes
     súscipe clemens.

Noctis en cursu tibi vota laudum
pángimus; præsta tibi sint ut apta,
nosque concéntu réfove perénni,
     lúminis auctor.

Da dies nobis probitáte faustos
mortis ignáram tribuéndo vitam,
semper ut nostros tua sit per actus
     glória perpes.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

Di tutti sei vita, Signore,
o unico Re, nostro Giudice:
tu, mite, ascolta la supplica,
accogli benevolo il canto.

La lode notturna innalziamo
a te che sei Luce divina,
e l’eco dei cori celesti
consoli e allieti i cuori.

Concedi gioiosa innocenza,
pensieri di cielo ispira;
sfavilli la gloria immortale
in ogni azione terrena.

A te, uno e trino Signore,
sorgente suprema dell’essere,
elevino tutti i redenti
un inno di festa nei secoli. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 88, 39-53

Lamento sulla rovina della casa di Davide

Ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo (Lc 1, 69).

IV (39-46)

Ant. 1   Non far trionfare, o Signore, *
             la destra dei nostri nemici.

Tu, Signore, lo hai respinto e ripudiato, *
     ti sei adirato contro il tuo consacrato;
hai rotto l’alleanza con il tuo servo, *
     hai profanato nel fango la sua corona.

Hai abbattuto tutte le sue mura, *
     e diroccato le sue fortezze;
tutti i passanti lo hanno depredato, *
     è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, *
     hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
Hai smussato il filo della sua spada *
     e non l’hai sostenuto nella battaglia.

Hai posto fine al suo splendore, *
     hai rovesciato a terra il suo trono.
Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza *
     e lo hai coperto di vergogna.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Non far trionfare, o Signore, *
             la destra dei nostri nemici.

V (47-53)

Ant. 2   Ricòrdati, o Signore,
             le tue grazie di un tempo, *
             che per la tua fedeltà hai giurato a Davide.

Fino a quando, Signore, continuerai a tenerti nascosto, *
     arderà come fuoco la tua ira?

Ricorda quant’è breve la mia vita. *
     Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?

Quale vivente non vedrà la morte, *
     sfuggirà al potere degli inferi?
Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo *
     che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?

Ricorda, Signore, l’oltraggio dei tuoi servi: *
     porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, *
     insultano i passi del tuo consacrato.

Benedetto il Signore in eterno. *
     Amen, amen.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Ricòrdati, o Signore,
             le tue grazie di un tempo, *
             che per la tua fedeltà hai giurato a Davide.

Salmo 89

Su di noi sia la bontà del Signore

Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo (2Pt 3, 8).

Ant. 3   Si manifesti ai tuoi servi *
             la tua opera, o Signore.

Signore, tu sei stato per noi un rifugio *
     di generazione in generazione.

Prima che nascessero i monti †
     e la terra e il mondo fossero generati, *
     da sempre e per sempre tu sei, Dio.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere *
     e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».

Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, *
     come un turno di veglia nella notte.

Li annienti: li sommergi nel sonno; *
     sono come l’erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia, *
     alla sera è falciata e dissecca.

Perché siamo distrutti dalla tua ira, *
     siamo atterriti dal tuo furore.
Davanti a te poni le nostre colpe, *
     i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.

Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, *
     finiamo i nostri anni come un soffio.

Gli anni della nostra vita sono settanta, *
     ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore; *
     passano presto e noi ci dileguiamo.

Chi conosce l’impeto della tua ira, *
     e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto?

Insegnaci a contare i nostri giorni *
     e giungeremo alla sapienza del cuore.

Volgiti, Signore; fino a quando? *
     Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia: *
     esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.

Rendici la gioia per i giorni di afflizione, *
     per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera *
     e la tua gloria ai loro figli.

Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: †
     rafforza per noi l’opera delle nostre mani, *
     l’opera delle nostre mani rafforza.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Si manifesti ai tuoi servi *
             la tua opera, o Signore.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Rm 10, 1-21

Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo

Dio è il Signore di tutti

Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per la loro salvezza. Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza; poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede.
Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: «L’uomo che la pratica vivrà per essa» (Lv 18, 5). Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; oppure: Chi discenderà nell’abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti.
Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso» (Is 18, 16). Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato» (Gl 3, 5). Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: «Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!» (Is 52, 7).
Ma non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?» (Is 53, 1). La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo. Ora io dico: Non hanno forse udito? Tutt’altro: «per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole» (Sal 18, 5).
E dico ancora: Forse Israele non ha compreso? Già per primo Mosè dice:
«Io vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno» (Dt 32, 21).
Isaia poi arriva fino ad affermare:
«Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano,
mi sono manifestato a quelli
che non si rivolgevano a me» (Is 65, 1),
mentre di Israele dice:
«Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disobbediente e ribelle!» (Is 65, 2).

RESPONSORIO

Cfr. Sal 101, 22-23

R   Sia annunziato in Sion il nome del Signore,
           risuoni la sua lode in Gerusalemme.

V   Quando si aduneranno insieme i popoli
      e i regni per servire il Signore,
           risuoni la sua lode in Gerusalemme.

L    Benedicimi, Padre.
V   La grazia dello Spirito santo
      illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalle «Lettere» di sant’Ambrogio, vescovo

(Lett. 11, 29, 6-9: PL 16, 1100-1101)
Il Signore Gesù è il sommo bene

Come sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene; che annunziano la pace! (cfr. Is 52, 7; Rm 10, 15). Chi sono quelli che recano il lieto annunzio se non Pietro, se non Paolo e gli apostoli tutti? Che cosa ci annunziano se non il Signore Gesù? Egli è la nostra pace, egli è il nostro sommo bene: perché è buono e procede dal Padre buono. Da un albero buono infatti si raccoglie frutto buono. Buono infine il suo Spirito, che da lui riceve, per guidare sulla via retta coloro che sono fedeli a Dio.
Chi, possedendo lo Spirito di Dio, potrebbe dire che egli non è buono, quando egli stesso dice: «Tu sei invidioso perché io sono buono?» (Mt 20, 15). Venga questo bene nella nostra anima, nell’intimo della nostra mente, perché Dio dà generosamente a coloro che chiedono. Egli è il nostro tesoro, la nostra via, sapienza e giustizia nostra. Egli il nostro pastore, anzi il buon pastore. Egli è la nostra vita. Vedi quanti beni si assommano in uno solo? Tutto questo ci annunziano gli evangelisti.
Lo stesso Signore Gesù è dunque il sommo bene annunziato dai profeti, predicato dagli angeli, promesso dal Padre, evangelizzato dagli apostoli. Egli venne a noi come pienezza di maturità, precisamente come messe che matura sui monti, e per primo ci recò un lieto annunzio di bene, affinché nulla di acerbo, nulla di immaturo ci fosse nelle nostre intenzioni, nulla di violento o di aspro nei nostri atti e nelle nostre opere. Per cui dice anche: Io che vi parlavo, eccomi qua (cfr. Is 52, 6). Cioè, colui che parlava nei profeti, eccomi qui nella vostra carne assunta dalla Vergine: sono qui immagine misteriosa di Dio, segno della sua essenza; ed eccomi come uomo. Andiamo dunque a colui che è il sommo bene: egli è la bontà; egli è la pazienza di Israele, che t’invita a penitenza perché tu non debba essere chiamato a giudizio, ma riceva invece la remissione dei peccati. «Fate penitenza» (Mt 4, 17) dice. Egli è il sommo bene che non ha bisogno di nulla ed è ricco di tutto. È talmente ricco che «dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto» (Gv 1, 16) e in lui siamo colmati, come dice l’evangelista.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Ci difenda, Padre, la tua protezione
e ci preservi da ogni azione ingiusta.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.