UFFICIO DELLE LETTURE
Mercoledì, 07 gennaio 2026
MERCOLEDI
DOPO L'EPIFANIA
V O Dio, vieni a salvarmi.
R Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Tu che l’immensa volta del cielo
stupendamente di luce avvampi
e di vaghi colori
adorni la bellezza del creato;
tu che nel quarto giorno hai voluto
il fiammeggiante globo del sole
e l’alternante gioco della luna
e il nitido corso degli astri,
così scandendo nell’ordine il tempo
e misurando le notti
e i giorni e i mesi e gli anni,
ascolta, Padre, la nostra preghiera.
Sciogli l’orrido gelo della colpa,
rischiara il cuore degli uomini,
impreziosisci l’anima
della tua santa grazia.
Noi t’imploriamo, o Dio,
per il tuo Figlio unigenito
che regna con te nei secoli
e con lo Spirito santo. Amen.
latino
Cæli Deus sanctíssime,
qui lúcidum centrum poli
candóre pinguis ígneo
augens decóri lúmina.
Quarto die qui flámmeam
solis rotam constítuens,
lunæ minístras órdini
vagos recúrsus síderum.
Ut nóctibus vel lúmini
diremptiónis términum,
primórdiis et ménsium
signum dares notíssimum:
Illúmina cor hóminum,
abstérge sordes méntium,
resólve culpæ vínculum,
evérte moles críminum.
Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu. Amen.
in canto
La volta immensa del cielo
avvampi di luce stupenda;
tu doni colori splendenti,
bellezza per tutto il creato.
Nel tuo disegno hai voluto
il globo del sole raggiante,
di notte la candida luna,
e il nitido corso degli astri.
Ascolta la nostra preghiera,
o Padre, nel tempo che scorre:
i giorni coi mesi e con gli anni
in pace serena conduci.
Sciogliendo il gelo del male,
rischiara il cuore dell’uomo;
e l’anima rendi preziosa,
immersa in un fiume di grazia.
Unanimi noi t’imploriamo,
o Padre col Figlio unigenito,
che regna con te e con lo Spirito
nel tempo e nei secoli eterni. Amen.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Non sono impallidite ancora in cielo
l’ultime stelle, e già dal sonno, o Dio,
sorge la Chiesa a mattinar lo sposo
con animo adorante.
Così ci sia donato,
dopo la lunga notte,
di varcare le soglie del tuo regno
inni cantando a te con cuore nuovo.
O Trinità beata,
a te, suprema fonte dell’essere,
il coro dei redenti
leva felice l’inno nei secoli. Amen.
latino
Nocte surgéntes vigilémus omnes,
semper in psalmis meditémur atque
víribus totis Dómino canámus
dúlciter hymnos,
Ut, pio regi páriter canéntes,
cum suis sanctis mereámur aulam
íngredi cæli, simul et beátam
dúcere vitam.
Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum. Amen.
in canto
Ancora nel cielo scintillano
le ultime stelle, o Dio,
e già la tua Chiesa dal sonno
si desta e canta allo Sposo.
Così varcheremo la soglia
del Giorno di luce infinita,
trascorsa la notte del tempo,
cantando gioiosi nel Regno.
A te, uno e trino Signore,
sorgente suprema dell’essere,
elevino tutti i redenti
un inno di festa nei secoli. Amen.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli, amen, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
SALMODIA
Salmo 102
Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a visitarci dall’alto un sole che sorge (Lc 1, 78).
I (1-7)
Ant. 1 Il Signore ti corona di grazia *
e di misericordia.
Benedici il Signore, anima mia, *
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
ai figli d’Israele le sue opere.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Il Signore ti corona di grazia *
e di misericordia.
II (8-16)
Ant. 2 Ricòrdati, Signore, che noi siamo polvere, *
non ripagarci secondo le nostre colpe.
Buono e pietoso è il Signore, *
lento all’ira e grande nell’amore.
Egli non continua a contestare *
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l’oriente dall’occidente, *
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
ricorda che noi siamo polvere.
Come l’erba sono i giorni dell’uomo, *
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
e il suo posto non lo riconosce.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 Ricòrdati, Signore, che noi siamo polvere, *
non ripagarci secondo le nostre colpe.
III (17-22)
Ant. 3 Benedite il Signore, voi tutte opere sue.
La grazia del Signore è da sempre, *
dura in eterno per quanti lo temono.
La sua giustizia per i figli dei figli, †
per quanti custodiscono la sua alleanza *
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
e il suo regno abbraccia l’universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
potenti esecutori dei suoi comandi, *
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
suoi ministri che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
in ogni luogo del suo dominio. *
benedici il Signore, anima mia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 3 Benedite il Signore, voi tutte opere sue.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V Tu sei benedetto, Signore.
R Amen.
L Benedicimi, Padre.
V Cristo, che è Luce nata da Luce,
ci doni la letizia della pace.
R Amen.
PRIMA LETTURA
Is 63, 7-19
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo nell’afflizione ricorda la misericordia del Signore
Voglio ricordare i benefici del Signore,
le glorie del Signore,
quanto egli ha fatto per noi.
Egli è grande in bontà per la casa di Israele.
Egli ci trattò secondo il suo amore,
secondo la grandezza della sua misericordia.
Disse: «Certo, essi sono il mio popolo,
figli che non deluderanno»
e fu per loro un salvatore in tutte le angosce.
Non un inviato né un angelo,
ma egli stesso li ha salvati;
con amore e compassione egli li ha riscattati;
li ha sollevati e portati su di sé,
in tutti i giorni del passato.
Ma essi si ribellarono
e contristarono il suo santo spirito.
Egli perciò divenne loro nemico
e mosse loro guerra.
Allora si ricordarono dei giorni antichi,
di Mosè suo servo.
Dov’è colui che fece uscire dall’acqua del Nilo
il pastore del suo gregge?
Dov’è colui che gli pose nell’intimo
il suo santo spirito;
colui che fece camminare alla destra di Mosè
il suo braccio glorioso,
che divise le acque davanti a loro
facendosi un nome eterno;
colui che li fece avanzare tra i flutti
come un cavallo sulla steppa?
Non inciamparono,
come armento che scende per la valle:
lo spirito del Signore li guidava al riposo.
Così tu conducesti il tuo popolo,
per farti un nome glorioso.
Guarda dal cielo e osserva
dalla tua dimora santa e gloriosa.
Dove sono il tuo zelo e la tua potenza,
il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia?
Non forzarti all’insensibilità
perché tu sei nostro padre,
poiché Abramo non ci riconosce
e Israele non si ricorda di noi.
Tu, Signore, tu sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Perché gli empi hanno calpestato il tuo santuario,
i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo santo?
Siamo diventati come coloro
su cui tu non hai mai dominato,
sui quali il tuo nome non è mai stato invocato.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
RESPONSORIO
Cfr. Mt 2, 13. 15. 16. 20
R Mandò Erode ad uccidere il bambino,
e non lo trovarono.
Un angelo del Signore
era apparso in sogno a Giuseppe dicendo:
«Fuggi in Egitto».
V «Dall'Egitto ho chiamato mio figlio:
sono morti coloro
che insidiavano la vita del bambino».
Un angelo del Signore
era apparso in sogno a Giuseppe dicendo:
«Fuggi in Egitto».
L Benedicimi, Padre.
V La stella del Signore
ci rischiari la mente e ci illumini il cuore.
R Amen.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di Fausto di Riez, vescovo
(Disc. 5 sull’Epifania: PLS 3, 560-562)
Le nozze di Cristo con la Chiesa
«Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio» (Gv 2, 1). Che cosa sono queste nozze se non i desideri e le gioie dell’umana salvezza? La salvezza infatti viene celebrata nel simbolismo del numero tre: o per la confessione della santissima Trinità o per la fede della risurrezione, avvenuta tre giorni dopo la morte del Signore. Circa il simbolismo delle nozze ricordiamo che in un altro passo del vangelo si dice che il figlio più giovane viene accolto al suo ritorno con musiche e danze, tra sontuose vesti nuziali, a simboleggiare la conversione del popolo pagano.
«Come sposo che esce dalla stanza nuziale» (cfr. Sal 18, 6), Cristo è disceso sulla terra per unirsi alla Chiesa mediante la sua incarnazione. A questa Chiesa radunata tra le genti pagane, egli diede pegni e promesse. In pegno la sua redenzione, come promesse la vita eterna. Tutto questo, perciò, era miracolo per chi vedeva e mistero per chi comprendeva.
Se infatti riflettiamo profondamente, comprenderemo che nell’acqua stessa viene presentata una certa quale immagine del battesimo e della risurrezione. Quando una cosa scaturisce per processo interno da un’altra o quando una creatura inferiore viene portata per una segreta conversione a uno stato superiore, ci troviamo di fronte a una seconda nascita. Le acque sono improvvisamente trasformate ed esse più tardi trasformeranno gli uomini.
In Galilea, dunque, per opera di Cristo, l’acqua diventa vino; scompare la legge, succede la grazia; fugge l’ombra, subentra la realtà; le cose materiali vengono messe a confronto con quelle spirituali; la vecchia osservanza cede il posto al Nuovo Testamento.
Il beato Apostolo afferma: «Le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5, 17). Come l’acqua contenuta nelle giare non perde nulla di quello che era e comincia a essere quello che non era, così la legge non è stata sminuita dalla venuta di Cristo ma avvantaggiata, perché da essa ha ricevuto il suo completamento.
Mancando il vino, viene servito un altro vino; il vino dell’Antico Testamento è buono; ma quello del Nuovo è migliore.
L’Antico Testamento a cui i Giudei ubbidiscono, si esaurisce nella lettera; il Nuovo a cui ubbidiamo noi, restituisce il sapore della grazia.
Il vino «buono» è il comandamento della legge che dice: «Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico» (Mt 5, 43), ma il vino del vangelo che è «migliore» dice: «Io invece vi dico: Amate i vostri nemici e fate del bene ai vostri persecutori» (Mt 5, 44 volg.).
LAUS ANGELORUM MAGNA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Glória in excélsis Deo *
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
Dómine Deus rex cæléstis.
Deus Pater omnípotens, *
Iesu Christe et sancte Spíritus.
Dómine Deus, *
Fílius Patris.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
miserére nobis.
Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
a tentatiónibus.
Quia tu solus sanctus, *
tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.
Per síngulos dies benedícimus te, *
et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto, *
sine peccáto nos custodíre.
Benedíctus es, Dómine, *
doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
et dimítte ómnia peccáta mea.
Eructábunt lábia mea hymnum, *
hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
et iudícia tua adiuvábunt me.
Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.
Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
quia páuperes factin sumus nimis, *
ádiuva nos, Deus salutáris noster.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum. Amen.
Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.
ORAZIONE
Nel mistero dell’incarnazione, o Padre,
il tuo Verbo si è stretto a sé un popolo nuovo,
eletto da tutte le genti;
custodisci nella Chiesa la sua bellezza di sposa
perché, adorna della veste senza macchia,
possa entrare gioiosa all’eterno convito.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
V Benediciamo il Signore.
R Rendiamo grazie a Dio.