UFFICIO DELLE LETTURE

Lunedì, 29 dicembre 2025

29 dicembre
V GIORNO DELL'OTTAVA DI NATALE

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.

Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.

Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.

Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli.   Amen.

latino

Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:

Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.

Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum.   Amen.

in canto

O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.

Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.

Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.

Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

RESPONSORIO

R   La grandezza e la potenza di Dio
      nella Vergine si manifestano.
      L'Altissimo volle abbassarsi a nascere,
           perché in questa umiltà
           la maestà divina rifulgesse.

V   Il Figlio di Dio venne a noi da Maria.
      Egli è l'eterno, e nacque come noi,
           perché in questa umiltà
           la maestà divina rifulgesse.

SALMODIA

Salmo 18 AB

Inno al Dio creatore

Ci ha visitati dall’alto un sole che sorge per dirigere i nostri passi sulla via della pace (Lc 1, 78. 79).

Ant. 1   Esce come sposo dalla stanza nuziale.

I cieli narrano la gloria di Dio, * 
     e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio * 
     e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole, * 
     di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce * 
     e ai confini del mondo la loro parola.

Là pose una tenda per il sole † 
     che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
     esulta come prode che percorre la via.

Egli sorge da un estremo del cielo † 
     e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: *
     nulla si sottrae al suo calore.

La legge del Signore è perfetta, * 
     rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace, *
     rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti, * 
     fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, *
     danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre; * 
     i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino, * 
     più dolci del miele e di un favo stillante.

Anche il tuo servo in essi è istruito, * 
     per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze chi le discerne? *
     Assolvimi dalle colpe che non vedo.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo * 
     perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile, *
     sarò puro dal grande peccato.

Ti siano gradite * 
     le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore, *
     Signore, mia rupe e mio redentore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Esce come sposo dalla stanza nuziale.

Salmo 88, 20-30

La misericordia di Dio per la casa di Davide

Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23).

Ant. 2   «Io lo costituirò mio primogenito, *
             il più alto tra i re della terra».

Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: † 
     «Ho portato aiuto a un prode, * 
      ho innalzato un eletto tra il mio popolo.

Ho trovato Davide, mio servo, * 
     con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno, * 
     il mio braccio è la sua forza.

Su di lui non trionferà il nemico, * 
     né l’opprimerà l’iniquo.
Annienterò davanti a lui i suoi nemici * 
     e colpirò quelli che lo odiano.

La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui * 
     e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Stenderò sul mare la sua mano * 
     e sui fiumi la sua destra.

Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, * 
     mio Dio e roccia della mia salvezza.
Io lo costituirò mio primogenito, * 
     il più alto tra i re della terra.

Gli conserverò sempre la mia grazia, * 
     la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza, * 
     il suo trono come i giorni del cielo.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   «Io lo costituirò mio primogenito, *
             il più alto tra i re della terra».

Salmo 44

Le nozze del Re

Supplichiamo il Verbo di Dio, affinché si mostri a noi nella sua bellezza, si irrobustisca in noi, avanzi con successo e regni (S. Ambrogio).

Ant. 3   Oggi la Vergine fedele
             diede alla luce il Verbo fatto uomo,
             e vergine rimase dopo averlo generato. *
             A sua lode noi tutti diciamo:
             «Benedetta sei tu tra le donne».

Effonde il mio cuore liete parole, †
     io canto al re il mio poema. *
     La mia lingua è stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, †
     sulle tue labbra è diffusa la grazia, *
     ti ha benedetto Dio per sempre.

Cingi, prode, la spada al tuo fianco, †
     nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte, *
     avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.

La tua destra ti mostri prodigi: †
     le tue frecce acute
colpiscono al cuore i tuoi nemici; *
     sotto di te cadono i popoli.

Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; * 
     è scettro giusto lo scettro del tuo regno.

Ami la giustizia e l’empietà detesti: †
     Dio, il tuo Dio ti ha consacrato *
     con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali.

Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia, *
     dai palazzi d’avorio ti allietano le cetre.
Figlie di re stanno tra le tue predilette; *
     alla tua destra la regina in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, *
     dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza. *
     Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui.

Da Tiro vengono portando doni, * 
     i più ricchi del popolo cercano il tuo volto.

La figlia del re è tutta splendore, *
     gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.

È presentata al re in preziosi ricami; *
     con lei le vergini compagne a te sono condotte;
guidate in gioia ed esultanza, *
     entrano insieme nel palazzo regale.

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; *
     li farai capi di tutta la terra.

Farò ricordare il tuo nome *
     per tutte le generazioni,
e i popoli ti loderanno *
     in eterno, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Oggi la Vergine fedele
             diede alla luce il Verbo fatto uomo,
             e vergine rimase dopo averlo generato. *
             A sua lode noi tutti diciamo:
             «Benedetta sei tu tra le donne».

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Il Verbo fatto uomo ci conduca al suo regno.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Col 1, 1-14

Inizio della lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo

Azione di grazie e preghiera

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e fedeli fratelli in Cristo che dimorano in Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!
Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l’annunzio dalla parola di verità del vangelo il quale è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appresa da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo vostre notizie, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

RESPONSORIO

R   Per virtù divina, oggi una donna intatta
      diede alla luce il Re,
      e d'illibata verginità
      ancora si gloria la Madre.
           Così ci ha donato l'Agnello di Dio,
           il Cristo Redentore.

V   Salve, o piena di grazia, in eterno gloriosa:
      il figlio che tu baci è il Creatore del mondo.
           Così ci ha donato l'Agnello di Dio,
           il Cristo Redentore.

L   Benedicimi, Padre.
V   Per l'intercessione della Vergine madre
      Cristo ci custodisca nella pace.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo

(A Epittèto 5-9: PG 26, 1058. 1062-1066)
Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana

Il Verbo di Dio, come dice l’Apostolo, «della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2, 16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo e lo offrisse, in quanto suo, per noi. Perciò la Scrittura quando parla della nascita del Cristo dice: «Lo avvolse in fasce» (Lc 2, 7). Per questo fu detto beato il seno da cui prese il latte. Quando la madre diede alla luce il Salvatore egli fu offerto in sacrificio.
Gabriele aveva dato l’annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però non le disse semplicemente: colui che nascerà in te, perché non si pensasse a un corpo estraneo a lei, ma: da te (cfr. Lc 1, 35), perché si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da lei.
Il Verbo, assunto in sé ciò che era nostro, lo offrì in sacrificio e lo distrusse con la morte. Poi rivestì noi della sua condizione, secondo quanto dice l’Apostolo: «Bisogna che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si vesta di immortalità» (cfr. 1Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da noi un tale pensiero. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la salvezza di tutta l’umanità. In nessuna maniera la nostra salvezza si può dire fittizia. Egli salvò tutto l’uomo, corpo e anima. La salvezza si è realizzata nello stesso Verbo.
Veramente umana era la natura che nacque da Maria, secondo le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del Signore; vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo.
Ciò che leggiamo in Giovanni «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14), ha dunque questo significato, poiché si interpreta come altre parole simili.
Sta scritto infatti in Paolo: «Cristo per noi divenne lui stesso maledizione» (cfr. Gal 3, 13). L’uomo in questa intima unione del Verbo ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo.
Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è rimasta in sé stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. È rimasta assoluta perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

La rinnovata celebrazione
degli umani primordi del Redentore
ci ridoni, o Dio, la freschezza degli inizi cristiani
e ravvivi la coscienza
della nostra dignità di tuoi figli.
Per lui, nostro Signore e nostro Dio, 
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.