UFFICIO DELLE LETTURE

Domenica, 28 dicembre 2025

SANTI INNOCENTI,
MARTIRI
Festa

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.

Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.

Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.

Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli.   Amen.

latino

Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:

Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.

Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum.   Amen.

in canto

O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.

Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.

Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.

Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

RESPONSORIO

Cfr. Lc 2, 8. 11. 13. 14

R   I pastori di notte vegliavano sul gregge,
      ed ecco agli occhi attòniti un prodigio mirabile.
      A schiere innumerevoli inneggiavano gli angeli:
      «Gloria a Dio nel più alto dei cieli».
           Oggi per noi è nato il Salvatore,
           il Redentore del mondo.

V   Tu temi, Edode? È proprio il Re dei re;
      risplende la sua stella, egli è la Luce da Luce.
           Oggi per noi è nato il Salvatore,
           il Redentore del mondo.

SALMODIA

Salmo 39, 2-9

Ringraziamento e domanda di aiuto

Sopra noi sia lo sguardo della tua misericordia, e noi, che non possiamo contare sul nostro merito, saremo liberati per opera della tua misericordia, perché in tuo potere sta l’essenza dell’anima e della vita nostra (S. Ambrogio).

Ant. 1   Allora ho detto: «Ecco, io vengo. *
             Sul rotolo del libro di me è scritto».

Ho sperato: ho sperato nel Signore † 
     ed egli su di me si è chinato, *
     ha dato ascolto al mio grido.

Mi ha tratto dalla fossa della morte, * 
     dal fango della palude;
i miei piedi ha stabilito sulla roccia, *
     ha reso sicuri i miei passi.

Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, * 
     lode al nostro Dio.

Molti vedranno e avranno timore * 
     e confideranno nel Signore.

Beato l’uomo che spera nel Signore † 
     e non si mette dalla parte dei superbi, *
     né si volge a chi segue la menzogna.

Quanti prodigi hai fatto, Signore, Dio mio, † 
     quali disegni in nostro favore! *
     Nessuno a te si può paragonare.

Se li voglio annunziare e proclamare * 
     sono troppi per essere contati.

Sacrificio e offerta non gradisci, * 
     gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. *
     Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Sul rotolo del libro, di me è scritto * 
     di compiere il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero, * 
     la tua legge è nel profondo del mio cuore».

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Allora ho detto: «Ecco, io vengo. *
             Sul rotolo del libro di me è scritto».

Salmo 18 B

Lode a Dio, Signore della legge

Parla, Signore Gesù: la tua parola è una medicina, la tua parola è un sole; la tua parola è un lavacro per la nostra impurità; la tua parola è una vena d’acqua. Tu parli e la colpa è lavata (S. Ambrogio).

Ant. 2   La testimonianza del Signore è verace, *
             rende saggio il semplice.

La legge del Signore è perfetta, * 
     rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace, *
     rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti, * 
     fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, *
     danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre; * 
     i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino, * 
     più dolci del miele e di un favo stillante.

Anche il tuo servo in essi è istruito, * 
     per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze chi le discerne? *
     Assolvimi dalle colpe che non vedo.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo * 
     perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile, *
     sarò puro dal grande peccato.

Ti siano gradite * 
     le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore, *
     Signore, mia rupe e mio redentore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   La testimonianza del Signore è verace, *
             rende saggio il semplice.

Salmo 73, 18-23

Lamento per la distruzione del tempio

Pur non avendone ancora coscienza, questi infanti confessano la divinità di colui per il quale vengono uccisi (S. Ambrogio).

Ant. 3   A causa del Signore, ferocemente Erode *
             molti bambini uccise.

Ricorda: il nemico ha insultato Dio, * 
     un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.

Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda, * 
     non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sii fedele alla tua alleanza; *
     gli angoli della terra sono covi di violenza.

L’umile non torni confuso, * 
     l’afflitto e il povero lodino il tuo nome.

Sorgi, Dio, difendi la tua causa * 
     ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici; * 
     il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   A causa del Signore, ferocemente Erode *
             molti bambini uccise.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per l'intercessione dei santi Innocenti
      il Signore ci conceda benedizione e salvezza.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Es 1, 8-16. 22

Dal libro dell’Esodo

La strage dei bambini ebrei in Egitto

In quei giorni, sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Perciò vennero imposti agli Ebrei dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli con i loro gravami, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più esso si moltiplicava e cresceva oltre misura; si cominciò a sentire come un incubo la presenza dei figli d’Israele. Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli duramente. Resero loro amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni di argilla e con ogni sorta di lavoro nei campi: e a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.
Il re d’Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua: «Quando assistete al parto delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà vivere». Allora il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà dagli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia».

RESPONSORIO

Cfr. Sal 78, 2

R   Il cielo, Signore, risplende;
           rifulge la terra
           imporporata dal sangue dei martiri.

V   Hanno versato come acqua il loro sangue
      intorno a Gerusalemme.
           Rifulge la terra
           imporporata dal sangue dei martiri.

L   Benedicimi, Padre.
V   I santi Innocenti, che gioiosamente ricordiamo,
      intercedano per noi presso il Signore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di san Quodvultdeus, vescovo

(Disc. 2 sul Simbolo: PL 40, 655)
Non parlano ancora e già confessano Cristo

Il grande Re nasce piccolo bambino. I Magi vengono da lontano, guidati dalla stella e giungono a Betlemme, per adorare colui che giace ancora nel presepio, ma regna in cielo e sulla terra. Quando i Magi annunziano ad Erode che è nato il Re, egli si turba e, per non perdere il regno, cerca di ucciderlo, mentre credendo in lui sarebbe stato sicuro in questa vita e avrebbe regnato eternamente nell’altra. Che cosa temi, o Erode, ora che hai sentito che è nato il Re? Cristo non è venuto per detronizzarti, ma per vincere il demonio. Tu, questo non lo comprendi, perciò ti turbi e infierisci; anzi, per togliere di mezzo quel solo che cerchi, diventi crudele facendo morire tanti bambini.
Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l’uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini. La paura che ti serra il cuore ti spinge a uccidere i bambini e mentre cerchi di uccidere la Vita stessa, pensi di poter vivere a lungo, se riuscirai a condurre a termine ciò che brami. Ma egli, fonte della grazia, piccolo e grande nello stesso tempo, pur giacendo nel presepio, fa tremare il tuo trono; si serve di te che non conosci i suoi disegni e libera le anime dalla schiavitù del demonio. Ha accolto i figli dei nemici e li ha fatti suoi figli adottivi.
I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora. Colui che era venuto per regnare, regna in questo modo. Il liberatore incomincia già a liberare e il salvatore concede già la sua salvezza.
Ma tu, o Erode, che tutto questo non sai, ti turbi e incrudelisci e mentre màcchini ai danni di questo bambino, senza saperlo, già gli rendi omaggio.
O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra, e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

I bambini uccisi per Cristo,
ignari ancora del giorno di salvezza
che già cominciava a risplendere,
ci aiutino a diventare, o Padre,
testimoni eloquenti e coraggiosi del Redentore,
nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.