UFFICIO DELLE LETTURE

Venerdì, 12 dicembre 2025

VENERDI
DELLA QUARTA SETTIMANA DI AVVENTO

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

L’alta tua fantasia
ha popolato, Signore, la terra,
con ordinata sapienza chiamando
e fiere e rettili e bestie del campo.

E quasi re, sugli animali ignari
hai posto l’uomo, tua vivente immagine,
dell’universo coscienza e voce:
e così fu compiuto il sesto giorno.

La nostra nobiltà difendi, o Dio,
salva l’uomo dal male
che contamina il cuore
e i tuoi figli avvilisce.

La grazia accordi l’animo alla lode:
ogni groviglio di contesa sciogli,
prosperi nella pace il nostro giorno,
salvaci nella gioia.

A te leviamo, Padre, la supplica
per Gesù Cristo tuo Figlio
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli.   Amen.

latino

Plasmátor hóminis, Deus,
qui, cuncta solus órdinans,
humum iubes prodúcere
reptántis et feræ genus;

Qui magna rerum córpora,
dictu iubéntis vívida,
ut sérviant per órdinem
subdens dedísti hómini:

Repélle a servis tuis
quicquid per immundítiam
aut móribus se súggerit,
aut áctibus se intérserit.

Da gaudiórum præmia,
da gratiárum múnera;
dissólve litis víncula,
astrínge pacis fœdera.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

L’altissimo tuo pensiero
la terra ha colmato, Signore,
chiamando con ordine saggio
le fiere e le bestie del campo.

E re sopra tutti i viventi
hai posto, a tua immagine, l’uomo:
coscienza e voce del mondo,
vicario del piano di Dio.

Difendi la nostra grandezza
e salvaci, o Dio, dal male,
che il cuore gravato minaccia
e i figli che ami avvilisce.

La grazia conduca alla lode
sciogliendo contese e litigi:
fiorisca nel giorno la pace
e guidaci tu alla gioia.

Ascoltaci, Padre clemente,
per Cristo Gesù tuo Figlio,
che regna con te nello Spirito
da sempre e per sempre nei secoli. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Tu che l’arcana voce di Dio
unico Figlio proclama,
o contemplata gloria degli angeli,
sei la salvezza e il vigore del mondo.

Cibo, bevanda, senso alla fatica
tu sei, dolcezza alla quiete, Cristo;
ogni disgusto, ogni triste livore
dall’anima disperdi.

Lieto splendore che vinci le tenebre,
dall’odioso Nemico salvaci;
sciogli dall’impaccio delle colpe e guidaci
alla dimora del cielo.

Al Padre, eterno Signore dei secoli,
all’Unigenito amato, allo Spirito
dal coro dei credenti
gioiosamente si levi il cantico.   Amen.

latino

Christe, tu Patris, Patre teste, Proles
tuque sanctórum decus angelórum,
tu salus mundi, via, vita, virtus
     créderis esse.

Esto tu noster cibus atque potus,
tu labor, virtus, réquies, amíctus;
livor absístat, tumor, ira, luxus
     mæror et omnis.

Lucem infúndens ténebras repélle,
aufer infésti láqueos dracónis,
vincla dissólvens scélerum, fer astra
     scándere nobis.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

La voce arcana di Dio
te unico Figlio proclama:
sei luce gloriosa degli angeli,
salvezza e vigore del mondo.

Tu cibo, bevanda e ristoro,
dolcezza alla quiete, o Cristo;
disperdi dall’anima inquieta
disgusto e triste vigore.

Splendore che vinci la notte,
soccorrici contro il Nemico;
noi, schiavi di colpa, purifica
e guidaci al Regno dei cieli.

Al Padre, Signore dei secoli,
al Figlio Unigenito amato,
uniti nell’unico Spirito,
gioioso si levo il canto. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 77, 1-39

Bontà del Signore e infedeltà del popolo nella storia della salvezza

Ciò avvenne come esempio per noi (1Cor 19, 6a).

I (1-16)

Ant. 1   Diremo le lodi del Signore, la sua potenza *
             e le meraviglie che egli ha compiuto.

Popolo mio, porgi l’orecchio al mio insegnamento, *
     ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole, *
     rievocherò gli arcani dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto †
     e i nostri padri ci hanno raccontato, *
     non lo terremo nascosto ai loro figli;

diremo alla generazione futura †
     le lodi del Signore, la sua potenza *
     e le meraviglie che egli ha compiuto.

Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe, *
     ha posto una legge in Israele:

ha comandato ai nostri padri di farle conoscere ai loro figli, †
     perché le sappia la generazione futura, *
     i figli che nasceranno.

Anch’essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli *
     perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio, *
     ma osservino i suoi comandi.

Non siano come i loro padri, *
     generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante *
     e dallo spirito infedele a Dio.

I figli di Èfraim, valenti tiratori d’arco, *
     voltarono le spalle nel giorno della lotta.

Non osservarono l’alleanza di Dio, *
     rifiutando di seguire la sua legge.

Dimenticarono le sue opere, *
     le meraviglie che aveva loro mostrato.
Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri, *
     nel paese d’Egitto, nei campi di Tanis.

Divise il mare e li fece passare *
     e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno *
     e tutta la notte con un bagliore di fuoco.

Spaccò le rocce nel deserto *
     e diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe *
     e scorrere l’acqua a torrenti.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Diremo le lodi del Signore, la sua potenza *
             e le meraviglie che egli ha compiuto.

II (17-31)

Ant. 2   Al tuo popolo, Signore,
             hai dato il cibo degli angeli, *
             lo hai saziato con il pane del cielo
             preparato dai secoli eterni.

I nostri padri continuarono a peccare contro di lui, *
     a ribellarsi all’Altissimo nel deserto.
Nel loro cuore tentarono Dio, *
     chiedendo cibo per le loro brame;

mormorarono contro Dio *
     dicendo: «Potrà forse Dio preparare una mensa nel deserto?».

Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua, *
     e strariparono torrenti.
«Potrà forse dare anche pane *
     o preparare carne al suo popolo?».

All’udirli il Signore ne fu adirato; †
     un fuoco divampò contro Giacobbe *
     e l’ira esplose contro Israele,

perché non ebbero fede in Dio *
     né speranza nella sua salvezza.

Comandò alle nubi dall’alto *
     e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di essi la manna per cibo *
     e diede loro pane del cielo:

l’uomo mangiò il pane degli angeli, *
     diede loro cibo in abbondanza.

Scatenò nel cielo il vento d’oriente, *
     fece spirare l’australe con potenza;
su di essi fece piovere la carne come polvere *
     e gli uccelli come sabbia del mare;

caddero in mezzo ai loro accampamenti, *
     tutto intorno alle loro tende.
Mangiarono e furono ben sazi, *
     li soddisfece nel loro desiderio.

La loro avidità non era ancora saziata, *
     avevano ancora il cibo in bocca,

quando l’ira di Dio si alzò contro di essi, †
     facendo strage dei più vigorosi *
     e abbattendo i migliori d’Israele.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Al tuo popolo, Signore,
             hai dato il cibo degli angeli, *
             lo hai saziato con il pane del cielo
             preparato dai secoli eterni.

III (32-39)

Ant. 3   Il Signore pietoso, *
             ci perdonò le colpe invece di distruggerci.

I nostri padri continuarono a peccare *
     e non credettero ai suoi prodigi.
Allora dissipò come un soffio i loro giorni *
     e i loro anni con strage repentina.

Quando li faceva perire, lo cercavano, *
     ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
ricordavano che Dio è loro rupe, *
     e Dio, l’Altissimo, il loro salvatore;

lo lusingavano con la bocca, *
     e gli mentivano con la lingua;
il loro cuore non era sincero con lui *
     e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, *
     li perdonava invece di distruggerli.

Molte volte placò la sua ira *
     e trattenne il suo furore,
ricordando che essi sono carne, *
     un soffio che va e non ritorna.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Il Signore pietoso, *
             ci perdonò le colpe invece di distruggerci.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Rt 2, 14-23

Dal libro di Rut

Rut ritorna da Noemi

Al momento del pasto, Booz disse a Rut: «Vieni, mangia il pane e intingi il boccone nell’aceto». Essa si pose a sedere accanto ai mietitori. Booz le pose davanti grano abbrustolito; essa ne mangiò a sazietà e ne mise da parte gli avanzi. Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non le fate affronto; anzi, lasciate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; abbandonatele, perché essa le raccolga, e non sgridatela».
Così essa spigolò nel campo fino alla sera; batté quello che aveva raccolto e ne venne circa una quarantina di chili d’orzo. Se lo caricò addosso, entrò in città e sua suocera vide ciò che essa aveva spigolato. Poi Rut tirò fuori quello che era rimasto del cibo e glielo diede.
La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!». Rut riferì alla suocera presso chi aveva lavorato e disse: «L’uomo presso il quale ho lavorato oggi si chiama Booz». Noemi disse alla nuora: «Sia benedetto dal Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti!». Aggiunse: «Questo uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su di noi il diritto di riscatto». Rut, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: Rimani insieme ai miei servi, finché abbiano finito tutta la mia mietitura». Noemi disse a Rut, sua nuora: «È bene, figlia mia, che tu vada con le sue schiave e non ti esponga a sgarberie in un altro campo».
Essa rimase dunque con le schiave di Booz, a spigolare, sino alla fine della mietitura dell’orzo e del frumento. Poi abitò con la suocera.

RESPONSORIO

Cfr. Is 62, 3; Sal 49, 2

R   Ecco verrà il Santo d'Israele:
      egli è la nostra salvezza.
           Saremo un diadema regale
           nella palma del nostro Dio.

V   Da Sion, splendore di bellezza, Dio rifulge.
           Saremo un diadema regale
           nella palma del nostro Dio.

L    Benedicimi, Padre.
V   La grazia dello Spirito santo
      illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalla «Salita al monte Carmelo» di san Giovanni della Croce, sacerdote

(L. 2, cap. 22)
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio

Il motivo principale per cui, nell’antica Legge, era lecito interrogare Dio ed era giusto che i sacerdoti e i profeti desiderassero visioni e rivelazioni divine, è che la fede non era ancora fondata e la legge evangelica non era ancora stabilita. Era quindi necessario che si interrogasse Dio e che Dio rispondesse con parole o con visioni e rivelazioni, con figure e simboli o con altri mezzi d’espressione. Egli infatti rispondeva, parlava o rivelava misteri della nostra fede, o verità che ad essa si riferivano o ad essa conducevano.
Ma ora che la fede è basata in Cristo e la legge evangelica è stabilita in quest’era di grazia, non è più necessario consultare Dio, né che egli parli o risponda come allora. Infatti donandoci il Figlio suo, ch’è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare.
Questo è il senso genuino del testo in cui san Paolo vuole indurre gli Ebrei a lasciare gli antichi modi di trattare con Dio secondo la legge mosaica, e a fissare lo sguardo solamente in Cristo: «Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1). Con queste parole l’Apostolo vuol far capire che Dio è diventato in un certo senso muto, non avendo più nulla da dire, perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei profeti, l’ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo.
Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch’è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in lui solo e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri: in lui ti ho detto e rivelato tutto. Dal giorno in cui sul Tabor sono disceso con il mio Spirito su di lui e ho proclamato: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5), ho posto fine ai miei antichi modi di insegnare e rispondere e ho affidato tutto a lui. Ascoltatelo, perché ormai non ho più argomenti di fede da rivelare, né verità da manifestare. Se prima ho parlato, era unicamente per promettere il Cristo e se gli uomini mi hanno interrogato, era solo nella ricerca e nell’attesa di lui, nel quale avrebbero trovato ogni bene, come ora attesta tutto l’insegnamento degli evangelisti e degli apostoli.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Padre misericordioso,
che nel tuo Verbo tutto hai rivelato
e hai donato ogni bene,
fa’ che l’umanità intera lo conosca
e nell’amore perfetto
si stringa a lui, unico Signore e vero Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.