UFFICIO DELLE LETTURE
Martedì, 18 novembre 2025
MARTEDI
DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO
V O Dio, vieni a salvarmi.
R Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
Dio disse: «La terra produca germogli» (Gn 1, 11).
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Creatore e sovrano di tutto,
vincendo le furie del mare,
hai tratto alla luce la terra,
bellissima nostra dimora.
Tu di vivaci fiori l’adorni
e, quasi mensa regale
di frutti ricoprendola e di mèssi,
la presenti ai tuoi figli.
Così alla fresca tua rugiada, o Dio,
verdeggi il deserto dell’anima;
lavi ogni macchia il pianto,
ogni ribelle fremito si plachi.
La nostra volontà alla tua si accordi
e rifugga dal male,
il cuore si arrenda alla grazia
e schivi gli atti che arrecano morte.
A te eleviamo, o Padre, la preghiera,
a te che regni nei secoli
con l’unico tuo Figlio
e lo Spirito santo. Amen.
latino
Tellúris ingens Conditor,
mundi solum qui éruens,
pulsis aquæ moléstiis,
terram dedísti immóbilem,
Ut germen aptum próferens,
fulvis decóra flóribus,
fecúnda fructu sísteret
pastúmque gratum rédderet:
Mentis perústæ vúlnera
munda viróre grátiæ,
ut facta fletu díluat
motúsque pravos átterat,
Iussis tuis obtémperet,
nullis malis appróximet,
bonis repléri gáudeat
et mortis actum nésciat.
Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu. Amen.
in canto
Creatore e sovrano di tutto,
vincendo le furie del mare,
hai tratto alla luce la terra,
bellissima nostra dimora.
Di fiori vivaci l’adorni
e, quasi regale banchetto,
di frutti e di messi arricchita,
la doni ogni giorno ai tuoi figli.
Così alla tua rugiada
verdeggi il deserto dell’anima;
il pianto cancelli le colpe,
si plachino i cuori ribelli.
Si compia il tuo disegno,
dal male ci salvi il tuo amore;
il cuore si arrenda alla grazia,
fuggendo le azioni di morte.
Ascolta la nostra preghiera,
o Padre, che regni nei secoli
con l’unico Figlio diletto,
insieme allo Spirito santo. Amen.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Tu, Giorno eterno, che vivi e risplendi
dell’increata luce del Padre,
guarda propizio chi devoto illumina
di lieti canti la notte.
Vinci, Signore, le nostre tenebre:
sperdi le schiere dei dèmoni,
gli animi scuoti sì che il torpore
non soffochi le menti.
I servi che ti implorano
pietosamente ascolta: la lode
che a te si leva, Cristo, ci meriti
grazia, perdono e pace.
A te la gloria ascenda e il nostro giubilo,
o mite Re d’amore,
al Padre e allo Spirito Paraclito
negli infiniti secoli. Amen.
latino
Consors patérni lúminis,
lux ipse lucis et dies,
noctem canéndo rúmpimus:
assíste postulántibus.
Aufer tenébras méntium,
fuga catérvas dǽmonum,
expélle somnoléntiam
ne pigritántes óbruat.
Sic, Christe, nobis ómnibus
indúlgeas credéntibus,
ut prosit exorántibus
quod præcinéntes psállimus.
Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patríque glória
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula. Amen.
in canto
Tu, Giorno eterno, che splendi
nel Padre, la luce increata,
accogli propizio chi illumina
la notte con canti festosi.
Le tenebre vinci, Signore:
disperdi le schiere dei dèmoni,
gli animo scuoti dal sonno
che soffoca i cuori e le menti.
Ascolta i tuoi servi che implorano
l’amore sul giorno nascente:
o Cristo, la lode ci ottenga
la grazia, il perdono, la pace.
Sei degno di onore e di gloria,
o Re, nostro mite Signore,
col Padre e lo Spirito santo
nel tempo e nei secoli eterni. Amen.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli, amen, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
SALMODIA
Salmo 9 B
Preghiera e ringraziamento
Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20).
I (22-32)
Ant. 1 Il Signore fa giustizia ai poveri.
Perché, Signore, stai lontano, *
nel tempo dell’angoscia ti nascondi?
Il misero soccombe all’orgoglio dell’empio *
e cade nelle insidie tramate.
L’empio si vanta delle sue brame, *
l’avaro maledice, disprezza Dio.
L’empio insolente disprezza il Signore: †
«Dio non se ne cura: Dio non esiste»; *
questo è il suo pensiero.
Le sue imprese riescono sempre. †
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: *
disprezza tutti i suoi avversari.
Egli pensa: «Non sarò mai scosso, *
vivrò sempre senza sventure».
Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, *
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
Sta in agguato dietro le siepi, *
dai nascondigli uccide l’innocente.
I suoi occhi spiano l’infelice, *
sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero, *
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
Infierisce di colpo sull’oppresso, *
cadono gl’infelici sotto la sua violenza.
Egli pensa: «Dio dimentica, *
nasconde il volto, non vede più nulla».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Il Signore fa giustizia ai poveri.
II (33-39)
Ant. 2 Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, *
il grido degli orfani
arriva al trono della tua gloria.
Sorgi, Signore, alza la tua mano, *
non dimenticare i miseri.
Perché l’empio disprezza Dio *
e pensa: «Non ne chiede conto»?
Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, *
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero, *
dell’orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell’empio e del malvagio; *
punisci il suo peccato e più non lo trovi.
Il Signore è re in eterno, per sempre: *
dalla sua terra sono scomparse le genti.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, *
rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio
per far giustizia all’orfano e all’oppresso; *
e non incùta più terrore l’uomo fatto di terra.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, *
il grido degli orfani
arriva al trono della tua gloria.
Salmo 11
Preghiera nella persecuzione
Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi, poveri (S. Agostino).
Ant. 3 Tu, o Signore, ci guarderai e ci custodirai.
Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; *
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo.
Si dicono menzogne l’uno all’altro, *
labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
Recida il Signore le labbra bugiarde, *
la lingua che dice parole arroganti,
quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
ci difendiamo con le nostre labbra: *
chi sarà nostro padrone?».
«Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
io sorgerò, dice il Signore, *
metterò in salvo chi è disprezzato».
I detti del Signore sono puri, †
argento raffinato nel crogiuolo, *
purificato nel fuoco sette volte.
Tu, o Signore, ci custodirai, *
ci guarderai da questa gente per sempre.
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
emergono i peggiori tra gli uomini.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 3 Tu, o Signore, ci guarderai e ci custodirai.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V Tu sei benedetto, Signore.
R Amen.
L Benedicimi, Padre.
V Per Cristo, che è via e verità,
la divina Maestà ci benedica.
R Amen.
PRIMA LETTURA
Gl 3, 1 – 4, 2
Dal libro del profeta Gioele
Effusione dello spirito del Signore
e preannuncio del giudizio delle genti
Così dice il Signore:
«Io effonderò il mio spirito
sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave,
in quei giorni,
effonderò il mio spirito.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra,
sangue e fuoco e colonne di fumo.
Il sole si cambierà in tenebre
e la luna in sangue,
prima che venga il giorno del Signore,
grande e terribile.
Chiunque invocherà il nome del Signore
sarà salvato,
poiché sul monte Sion e in Gerusalemme
vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore,
anche per i superstiti che il Signore avrà chiamato.
Poiché, ecco, in quei giorni e in quel tempo,
quando avrò fatto tornare i prigionieri
di Giuda e Gerusalemme,
riunirò tutte le nazioni
e le farò scendere nella valle di Giosafat,
e là verrò a giudizio con loro
per il mio popolo Israele, mia eredità,
che essi hanno disperso fra le genti
dividendosi poi la mia terra».
RESPONSORIO
Cfr. Is 11, 1. 10; Sal 112, 1-2
R Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
e verrà a giudicare le genti.
I popoli in lui spereranno.
Benedetto il suo nome nei secoli.
V Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Benedetto il suo nome nei secoli.
L Benedicimi, Padre.
V La grazia dello Spirito santo
illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R Amen.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi sull’Antico Testamento» di sant’Agostino, vescovo
(Disc. 18, 1-2: CCL 41, 245-246)
Cristo nel primo avvento è venuto in forma nascosta;
nel secondo verrà in modo palese
Vogliate gradire, o carissimi, alcune esortazioni che il Signore ci dona di attingere da questo salmo per il bene delle vostre anime. In questo salmo si trova una profezia relativa al Signore nostro Gesù Cristo là dove abbiamo sentito e cantato: «Il nostro Dio verrà in maniera manifesta e non tacerà» (Sal 49, 3). E infatti Cristo Signore, nostro Dio, nel primo avvento venne in forma nascosta, mentre nel secondo avvento verrà in modo manifesto.
Quando venne in forma nascosta fu riconosciuto soltanto dai suoi servi; quando invece verrà palesemente sarà riconosciuto sia dai buoni sia dai cattivi. Quando venne nel nascondimento venne per farsi giudicare; quando verrà palesemente, verrà invece a giudicare. Per questo, allora, mentre veniva giudicato, tacque, e dal suo silenzio il profeta aveva predetto: «Come una pecora è stato condotto per essere immolato, e come un agnello dinanzi a chi lo tosava, così non aprì la sua bocca» (Is 53, 7). Ma «Dio verrà in modo manifesto, il nostro Dio, e non tacerà», quando riconosceranno la sua voce anche quelli che ora la disprezzano. Adesso, quando sono enunziati i comandamenti di Dio, a qualcuno viene da ridere. E siccome quello che Dio ha promesso ora non appare, e il castigo minacciato ancora non si vede, il comando di Dio diviene oggetto di derisione. Adesso anche i cattivi godono della felicità di questo mondo, così come anche i buoni ne sperimentano l’infelicità. Gli uomini che credono alle cose presenti e non credono a quelle future fanno osservare che i beni e i mali del tempo presente toccano indifferentemente sia i buoni sia i malvagi. Nel caso delle ricchezze osservano che le posseggono sia i peggiori sia i migliori. Se aborriscono la povertà e le miserie di questo mondo, rilevano che vi si dibattono tanto i buoni quanto i cattivi. Concludono quindi in cuor loro che Dio non si interessa e non governa le vicende umane, ma ci ha lasciato in balìa del caso, in una remota regione di questo mondo, senza sostenerci con nessuna provvidenza. Gli increduli disprezzano così i precetti divini, dal momento che non vedono apertamente il giudizio.
In realtà non dimentichiamo che anche adesso, quando vuole, Dio guarda e giudica, e non rimanda al domani, mentre quando non lo vuole, rimanda. E come mai questo? Perché, se non giudicasse mai nel presente, non si crederebbe alla sua esistenza. Se invece tutto giudicasse nel presente non riserverebbe nulla per il giudizio finale. Molte cose sono riservate per questo giudizio, mentre alcune sono giudicate adesso, perché quelli che rimandano al domani siano presi da timore e si convertano. Dio infatti non ama condannare ma salvare, e perciò è paziente nei confronti dei cattivi, per trasformarli da cattivi in buoni.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Glória in excélsis Deo *
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
Dómine Deus rex cæléstis.
Deus Pater omnípotens, *
Iesu Christe et sancte Spíritus.
Dómine Deus, *
Fílius Patris.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
miserére nobis.
Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
a tentatiónibus.
Quia tu solus sanctus, *
tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.
Per síngulos dies benedícimus te, *
et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto, *
sine peccáto nos custodíre.
Benedíctus es, Dómine, *
doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
et dimítte ómnia peccáta mea.
Eructábunt lábia mea hymnum, *
hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
et iudícia tua adiuvábunt me.
Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.
Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
quia páuperes factin sumus nimis, *
ádiuva nos, Deus salutáris noster.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum. Amen.
Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.
ORAZIONE
Donaci, o Padre, di sopportare i mali dell’esistenza
con animo paziente e sereno
e di accogliere nella gioia
la venuta del Figlio unico da te amato,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
V Benediciamo il Signore.
R Rendiamo grazie a Dio.