UFFICIO DELLE LETTURE

Domenica, 09 novembre 2025

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
RE DELL'UNIVERSO
Solennità

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.

Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.

Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.

Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli.   Amen.

latino

Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:

Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.

Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum.   Amen.

in canto

O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.

Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.

Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.

Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 94, 1

R    Adoriamo Gesù Cristo,
       re dei re, Signore delle genti:
           venite, adoriamo.

V    Venite, applaudiamo al Signore,
       acclamiamo alla roccia della nostra salvezza;
           venite, adoriamo.

SALMODIA

Cantico - Is 26, 9-20

Carme di risurrezione

Ha tanti padroni colui che non ne ha uno solo (S. Ambrogio).

Ant. 1   Regna su noi, Signore;
             noi non riconosciamo altri padroni: *
             solo il tuo nome vogliamo invocare.

Di notte anela a te l'anima mia, * 
     al mattino ti cerca il mio spirito,
perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, * 
     giustizia imparano gli abitanti del mondo.

Si usi pure clemenza all'empio, * 
     non imparerà la giustizia;
sulla terra egli distorce le cose diritte * 
     e non guarda alla maestà del Signore.

Signore, sta alzata la tua mano, * 
     ma essi non la vedono.

Vedano, arrossendo,
          il tuo amore geloso per il popolo; * 
     anzi, li divori il fuoco preparato per i tuoi nemici.

Signore, ci concederai la pace, * 
     poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese.

Signore nostro Dio,
          altri padroni, diversi da te, ci hanno dominato, * 
     ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo.

I morti non vivranno più, * 
     le ombre non risorgeranno;

poiché tu li hai puniti e distrutti, * 
     hai fatto svanire ogni loro ricordo.

Hai fatto crescere la nazione, Signore, † 
     hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato, * 
     hai dilatato tutti i confini del paese.

Signore, nella tribolazione ti abbiamo cercato; * 
     a te abbiamo gridato nella prova, 
          che è la tua correzione.

Come una donna incinta che sta per partorire † 
     si contorce e grida nei dolori, * 
     così siamo stati noi di fronte a te, Signore.

Abbiamo concepito, sentito le doglie, * 
     abbiamo partorito vento;
non abbiamo portato salvezza al paese * 
     e non sono nati abitanti nel mondo.

Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, * 
     risorgeranno i loro cadaveri.

Si sveglieranno ed esulteranno * 
     quelli che giacciono nella polvere,
perché la tua rugiada è rugiada luminosa; * 
     la terra darà alla luce le ombre.

«Va', popolo mio, entra nelle tue stanze * 
     e chiudi dietro di te la porta.
Nasconditi per un istante * 
     finché non sia passato lo sdegno».

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Regna su noi, Signore;
             noi non riconosciamo altri padroni: *
             solo il tuo nome vogliamo invocare.

Cantico - 1Cr 16, 8-17, 29-33

Lode dell’alleanza con il Signore

Il mio regno è Cristo (S. Ambrogio).

Ant. 2   Gioiscano i cieli ed esulti la terra; *
             si dica fra i popoli: «Il Signore regna».

Lodate il Signore, acclamate il suo nome; * 
     manifestate ai popoli le sue gesta.

Cantate in suo onore, a lui inneggiate, * 
     narrate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome; *
     gioisca il cuore di quanti ricercano il Signore.

Cercate il Signore e la sua forza, * 
     ricercate sempre il suo volto.
Ricordate i prodigi che egli ha compiuto * 
     i suoi miracoli e i giudizi della sua bocca.

Stirpe di Israele suo servo, * 
     figli di Giacobbe, suoi eletti,
egli, il Signore, è il nostro Dio; * 
     in tutta la terra fanno legge i suoi giudizi.

Si ricorda sempre dell'alleanza, *
     della parola data a mille generazioni, 
dell'alleanza conclusa con Abramo, * 
     del giuramento fatto a Isacco,

confermato a Giacobbe come statuto, *
     a Israele come alleanza perenne: 

Date per il Signore gloria al suo nome, †
     presentatevi a lui con offerte, *
     prostratevi al Signore in sacri ornamenti.

Tremate davanti a lui, abitanti di tutta la terra; *
     egli fissò il mondo sì che non crolli.

Gioiscano i cieli ed esulti la terra; *
     si dica fra i popoli: «Il Signore regna».

Frema il mare con quanto contiene; *
     tripùdi la campagna con quanto è in essa.
Gridino di giubilo gli alberi della foresta †
     di fronte al Signore, *
     perché viene per giudicare la terra.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Gioiscano i cieli ed esulti la terra; *
             si dica fra i popoli: «Il Signore regna».

Cantico - Ab 3, 2-4, 13a. 15-19

Dio appare per il giudizio

Sebbene il Signore Gesù fosse in croce, tuttavia splendeva dall’alto della croce con maestà regale (S. Ambrogio).

Ant. 3   La maestà del Signore ricopre i cieli, *
             delle sue lodi è piena la terra.

Signore, ho ascoltato il tuo annunzio, * 
     Signore, ho avuto timore della tua opera.

Nel corso degli anni manifestala, † 
     falla conoscere nel corso degli anni. * 
     Nello sdegno ricordati di avere clemenza.

Dio viene da Teman, * 
     il Santo dal monte Paràn.

La sua maestà ricopre i cieli, * 
     delle sue lodi è piena la terra.

Il suo splendore è come la luce, † 
     bagliori di folgore escono dalle sue mani: * 
     là si cela la sua potenza.

Sei uscito per salvare il tuo popolo, * 
     per salvare il tuo consacrato.
Hai affogato nel mare i cavalli dell'empio * 
     nella melma di grandi acque.

Ho udito e fremette il mio cuore, * 
     a tal voce tremò il mio labbro,
la carie entra nelle mie ossa * 
     e sotto di me tremano i miei passi.

Sospiro nel giorno dell'angoscia * 
     che verrà contro il popolo che ci opprime.

Il fico infatti non metterà germogli, † 
     nessun prodotto daranno le viti, * 
     cesserà il raccolto dell'olivo,

i campi non daranno più cibo, † 
     i greggi spariranno dagli ovili * 
     e le stalle rimarranno senza buoi.

Ma io gioirò nel Signore, * 
     esulterò in Dio mio salvatore.

Il Signore Dio è la mia forza, † 
     egli rende i miei piedi come quelli delle cerve * 
     e sulle alture mi fa camminare.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   La maestà del Signore ricopre i cieli, *
             delle sue lodi è piena la terra.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Gesù Cristo, nostro Re,
      ci benedica ora e sempre.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Ap 1, 4-6, 10. 12-18; 2, 26-28; 3, 5. 12. 20-21

Dalla libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo

Visione del Figlio dell’uomo nella sua potenza

Grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. 
A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. 
Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba. Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi (Dn 7,13; 10,16) e cinto al petto con una fascia d'oro (Dn 10, 15). I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve (Dn 7, 9). Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente (Dn 10, 6; Ez 1,7. 13), purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque (Ez 43, 2). Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, 
darò autorità sopra le nazioni; 
le pascolerà con bastone di ferro 
e le frantumerà come vasi di terracotta (Sal 2, 8 -9), con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio, e darò a lui la stella del mattino. Non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 
Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 
Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono.

RESPONSORIO

Cfr. Is 9, 6. 5

R   Sul trono di Davide e sul regno
      sederà in eterno:
           e sarà chiamato Dio potente,
           Principe della pace.

V   Grande sarà il suo dominio
      e la pace non avrà fine:
           e sarà chiamato Dio potente,
           Principe della pace.

L   Benedicimi, Padre.
V   Cristo, Re dei re,
      ci doni la gioia della vita eterna.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dai «Trattati sul vangelo di Giovanni» di sant’Agostino, vescovo

(Tratt, 117, 5: CCL 36, 653.654)
Cristo, Re di tutto e di tutti

«I sommi sacerdoti dei Giudei dissero a Pilato: Non scrivere: Re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei. Rispose Pilato: Quello che ho scritto, ho scritto» (Gv 19, 21-22). O forza ineffabile dell'azione divina, anche nel cuore di quelli che non se ne rendono conto!
Non è azzardato dire che una certa voce segreta, silenziosamente eloquente, ha fatto risonare nell'anima di Pilato ciò che tanto tempo prima era stato profetato nel libro dei Salmi: Non alterare l'iscrizione del titolo (cfr. Sal 56, 1; 57, 1).
Ecco, lui non altera l'iscrizione del cartello posto sulla croce: quello che ha scritto ha scritto. Ma anche i gran sacerdoti che volevano fosse alterata, che cosa dicevano? «Non scrivere: Re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». 
Che state dicendo, o insensati? Perché volete impedire ciò che in nessun modo potete cambiare? Potete forse impedire che sia vero ciò che Gesù afferma: «Io sono il re dei Giudei?».
Se non si può alterare ciò che Pilato ha scritto, si potrà alterare ciò che la verità ha detto? E poi Cristo è re soltanto dei Giudei o anche di tutte le genti? È certamente re di tutte le genti.
Infatti, dopo aver detto nella profezia: «Io sono stato da lui costituito re sopra Sion, il suo monte santo; promulgherò il decreto del Signore,» affinché nessuno, sentendo parlare del monte Sion, pensi che sia stato costituito re soltanto dei Giudei, subito aggiunge: «il Signore mi ha detto: Figlio mio sei tu, oggi ti ho generato: chiedimi e ti darò le genti in retaggio, in tuo possesso i confini della terra» (Sal 2, 6-8). 
Egli stesso, del resto, rivolgendosi personalmente ai Giudei, ha detto: «Ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche quelle devo condurre, e ascolteranno la mia voce e si farà un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10, 16).
Quale grande significato dobbiamo dunque vedere in questa iscrizione, che reca: Il re dei Giudei, dato che Cristo è il re di tutte le genti? Dobbiamo renderci conto che l'olivastro è stato fatto partecipe della pinguedine dell'olivo, e non che l'olivo è diventato partecipe dell'amarezza dell'olivastro.
Poiché certamente compete a Cristo il titolo dell'iscrizione: Il re dei Giudei, chi bisogna intendere per Giudei se non la discendenza di Abramo, i figli della promessa, che sono anche figli di Dio? Perché «non i figli della carne» – dice l'Apostolo – «sono figli di Dio, ma i figli della promessa vengono considerati come vera discendenza» (Rm 9, 7-8). E tutte le altre genti sono coloro cui diceva: «Se siete di Cristo, siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29).
Cristo dunque è il re dei Giudei, ma dei Giudei circoncisi nel cuore, secondo lo spirito e non secondo la lettera; è il re di coloro che traggono la loro gloria non dagli uomini ma da Dio, che appartengono alla Gerusalemme che è libera, che è la nostra madre celeste, la Sara spirituale che scaccia la schiava e i figli di lei dalla casa della libertà. Ecco perché Pilato quello che ha scritto ha scritto: perché il Signore quello che ha detto ha detto.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Signore Gesù Cristo, che noi, ispirati dalla vera fede,
con libera voce proclamiamo sovrano dell'universo,
regna sulle coscienze umane
e portaci tutti all'unico ovile che salva,
perché possiamo già in terra
avere parte del tuo celeste dominio.
Tu che sei Dio, e vivi e regni con il Padre,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

 

Quando l’Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell’orazione riportata si può sempre dire l’orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.