UFFICIO DELLE LETTURE

Venerdì, 31 ottobre 2025

VENERDI
DELLA TRENTESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

L’alta tua fantasia
ha popolato, Signore, la terra,
con ordinata sapienza chiamando
e fiere e rettili e bestie del campo.

E quasi re, sugli animali ignari
hai posto l’uomo, tua vivente immagine,
dell’universo coscienza e voce:
e così fu compiuto il sesto giorno.

La nostra nobiltà difendi, o Dio,
salva l’uomo dal male
che contamina il cuore
e i tuoi figli avvilisce.

La grazia accordi l’animo alla lode:
ogni groviglio di contesa sciogli,
prosperi nella pace il nostro giorno,
salvaci nella gioia.

A te leviamo, Padre, la supplica
per Gesù Cristo tuo Figlio
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli.   Amen.

latino

Plasmátor hóminis, Deus,
qui, cuncta solus órdinans,
humum iubes prodúcere
reptántis et feræ genus;

Qui magna rerum córpora,
dictu iubéntis vívida,
ut sérviant per órdinem
subdens dedísti hómini:

Repélle a servis tuis
quicquid per immundítiam
aut móribus se súggerit,
aut áctibus se intérserit.

Da gaudiórum præmia,
da gratiárum múnera;
dissólve litis víncula,
astrínge pacis fœdera.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

L’altissimo tuo pensiero
la terra ha colmato, Signore,
chiamando con ordine saggio
le fiere e le bestie del campo.

E re sopra tutti i viventi
hai posto, a tua immagine, l’uomo:
coscienza e voce del mondo,
vicario del piano di Dio.

Difendi la nostra grandezza
e salvaci, o Dio, dal male,
che il cuore gravato minaccia
e i figli che ami avvilisce.

La grazia conduca alla lode
sciogliendo contese e litigi:
fiorisca nel giorno la pace
e guidaci tu alla gioia.

Ascoltaci, Padre clemente,
per Cristo Gesù tuo Figlio,
che regna con te nello Spirito
da sempre e per sempre nei secoli. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Tu che l’arcana voce di Dio
unico Figlio proclama,
o contemplata gloria degli angeli,
sei la salvezza e il vigore del mondo.

Cibo, bevanda, senso alla fatica
tu sei, dolcezza alla quiete, Cristo;
ogni disgusto, ogni triste livore
dall’anima disperdi.

Lieto splendore che vinci le tenebre,
dall’odioso Nemico salvaci;
sciogli dall’impaccio delle colpe e guidaci
alla dimora del cielo.

Al Padre, eterno Signore dei secoli,
all’Unigenito amato, allo Spirito
dal coro dei credenti
gioiosamente si levi il cantico.   Amen.

latino

Christe, tu Patris, Patre teste, Proles
tuque sanctórum decus angelórum,
tu salus mundi, via, vita, virtus
     créderis esse.

Esto tu noster cibus atque potus,
tu labor, virtus, réquies, amíctus;
livor absístat, tumor, ira, luxus
     mæror et omnis.

Lucem infúndens ténebras repélle,
aufer infésti láqueos dracónis,
vincla dissólvens scélerum, fer astra
     scándere nobis.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

La voce arcana di Dio
te unico Figlio proclama:
sei luce gloriosa degli angeli,
salvezza e vigore del mondo.

Tu cibo, bevanda e ristoro,
dolcezza alla quiete, o Cristo;
disperdi dall’anima inquieta
disgusto e triste vigore.

Splendore che vinci la notte,
soccorrici contro il Nemico;
noi, schiavi di colpa, purifica
e guidaci al Regno dei cieli.

Al Padre, Signore dei secoli,
al Figlio Unigenito amato,
uniti nell’unico Spirito,
gioioso si levo il canto. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 37

Implorazione del peccatore in estremo pericolo

Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano (Lc 23, 49).

I (2-5)

Ant. 1   Signore, non castigarmi nel tuo sdegno.

Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, *
      non punirmi nella tua ira.
Le tue frecce mi hanno trafitto, *
     su di me è scesa la tua mano.

Per il tuo sdegno non c’è in me nulla di sano, *
     nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
Le mie iniquità hanno superato il mio capo, *
     come carico pesante mi hanno oppresso.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Signore, non castigarmi nel tuo sdegno.

II (6-13)

Ant. 2   Signore, davanti a te ogni mio desiderio.

Putride e fetide sono le mie piaghe *
     a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato, *
     triste mi aggiro tutto il giorno.

I miei fianchi sono torturati, *
     in me non c’è nulla di sano.
Afflitto e sfinito all’estremo, *
     ruggisco per il fremito del mio cuore.

Signore, davanti a te ogni mio desiderio *
     e il mio gemito a te non è nascosto.

Palpita il mio cuore, †
     la forza mi abbandona, *
     e spegne la luce dei miei occhi.

Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, *
     i miei vicini stanno a distanza.

Tende lacci chi attenta alla mia vita, †
     trama insidie chi cerca la mia rovina *
     e tutto il giorno medita inganni.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Signore, davanti a te ogni mio desiderio.

III (14-23)

Ant. 3   Accorri in mio aiuto, Signore, mia salvezza.

Io, come un sordo, non ascolto †
     e come un muto non apro la bocca; *
     sono come un uomo che non sente e non risponde.

In te spero, Signore; *
     tu mi risponderai, Signore Dio mio.

Ho detto: «Di me non godano, contro di me non si vantino *
     quando il mio piede vacilla».

Poiché io sto per cadere *
     e ho sempre dinanzi la mia pena.
Ecco, io confesso la mia colpa, *
     sono in ansia per il mio peccato.

I miei nemici sono vivi e forti, *
     troppi mi odiano senza motivo,
mi pagano il bene col male, *
     mi accusano perché cerco il bene.

Non abbandonarmi, Signore, *
     Dio mio, da me non stare lontano;
accorri in mio aiuto, *
     Signore, mia salvezza.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Accorri in mio aiuto, Signore, mia salvezza.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Ger 28, 1-17

Dal libro del profeta Geremia

Geremia e il profeta di menzogna

All'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda, nell'anno quarto, quinto mese, Anania figlio di Azzùr, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel tempio del Signore, sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo, queste parole: «Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia! Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia. Farò ritornare in questo luogo – dice il Signore – Ieconia figlio di Ioiakìm, re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché romperò il giogo del re di Babilonia».
Il profeta Geremia rispose al profeta Anania, sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo che stavano nel tempio del Signore. Il profeta Geremia disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore realizzare le cose che hai predetto, facendo ritornare gli arredi nel tempio e tutti i deportati da Babilonia in questo luogo!
Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire ai tuoi orecchi e agli orecchi di tutto il popolo. I profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi predissero contro molti paesi, contro regni potenti, guerra, fame e peste. Quanto al profeta che predice la pace, egli sarà riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà».
Allora il profeta Anania strappò il giogo dal collo del profeta Geremia e lo ruppe; Anania riferì a tutto il popolo: «Dice il Signore: A questo modo io romperò il giogo di Nabucodònosor re di Babilonia, entro due anni, sul collo di tutte le nazioni».
Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada. Ora, dopo che il profeta Anania ebbe rotto il giogo sul collo del profeta Geremia, la parola del Signore fu rivolta a Geremia: «Va' e riferisci ad Anania: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno ma io, al suo posto, ne farò uno di ferro. Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Io porrò un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia».
Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta, Anania! Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella menzogna; perciò dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese; quest'anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione contro il Signore».
Il profeta Anania morì in quello stesso anno, nel settimo mese.

RESPONSORIO

Cfr. Ger 23, 16. 17

R   «Non ascoltate le parole dei profeti
      che vi fanno credere cose vane;
           vi annunziano fantasie del loro cuore,
           non quanto viene dalla mia bocca.

V   Essi dicono a coloro che mi disprezzano:
      Voi avrete la pace!;
           vi annunziano fantasie del loro cuore,
           non quanto viene dalla mia bocca.

L    Benedicimi, Padre.
V   La grazia dello Spirito santo
      illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dal libro della «Imitazione di Cristo»

(L. I, cap. XXI, 1-4)
La contrizione del cuore

Se vuoi far progressi nella vita spirituale, conservati nel timore di Dio e non concederti troppa libertà, ma invece tieni tutti i tuoi sensi sotto il freno della disciplina, senza lasciarti mai andare a un'allegria insensata. Cerca la contrizione del cuore e troverai la devozione. La contrizione scopre tanti beni, che la rilassatezza invece facilmente fa perdere. Se consideriamo e meditiamo il nostro esilio sulla terra e i molti pericoli che incontra la nostra anima, è certamente impossibile che riusciamo a provare una gioia perfetta, fin che l'esilio dura. Eppure la leggerezza della nostra coscienza e la trascuratezza dei nostri difetti ci portano spesso a non sentire più alcuna contrizione, e a ridere scioccamente quando sarebbe molto più giusto che piangessimo.
La vera libertà, e così pure la schietta letizia, non sono possibili che nel timore di Dio e nella purezza di coscienza. Felice perciò chi riesce a gettar via del tutto l'impedimento della distrazione e a raccogliersi nel seno di una santa contrizione. Felice chi riesce a rinunciare a tutto ciò che macchia o aggrava la propria coscienza. Lotta dunque con fermezza: l'abitudine si vince con l'abitudine. Se tu sai lasciare gli uomini, anche loro lasceranno te alla cura di ciò che ti preme. Non attirarti le brighe degli altri; non immischiarti negli affari di chi è più in alto di te. Abbi sempre l'occhio su te stesso, prima che sugli altri; e prima ancora che tutte le persone a cui vuoi bene, pensa ad ammonire te stesso.
Se non hai dalla tua il favore degli uomini, non devi affatto rattristartene. Questo deve rattristarti: il non tenere quella condotta virtuosa e prudente che si conviene a un servo di Dio, a un religioso devoto. 
Torna spesso più utile e meno pericoloso per il cristiano il non avere in questa vita troppe consolazioni, specialmente di natura terrena. Quanto infatti alle consolazioni di Dio, il non sentirle o il sentirle molto raramente, dipende da un nostro stato di colpa: cioè dal fatto che noi non cerchiamo il dolore dei nostri peccati e non ci decidiamo a rompere del tutto i ponti fra noi stessi e le vane consolazioni terrene. 
Riconosciti indegno della consolazione divina e degno soltanto di molta tribolazione. Quando uno è addolorato sinceramente dei propri peccati, tutto il mondo gli riesce pesante e amaro. Il buon cristiano trova facilmente di che dolersi e piangere. Ogni volta che egli esaminerà se stesso o penserà alla condizione del suo prossimo, riconoscerà che nessuno, su questa terra, è libero da tribolazione; e tanto più grande sarà il suo dolore, quanto più scenderà nell'intimo della propria coscienza.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Concedi, Padre, ai tuoi servi
di vincere ogni perverso desiderio
e di vivere sempre nell’amore sincero
della tua santa giustizia.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.