UFFICIO DELLE LETTURE

Mercoledì, 22 ottobre 2025

SAN GIOVANNI PAOLO II, PAPA
Memoria facoltativa

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Dio fece le due luci grandi… e le stelle (Gn 1, 16).

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Tu che l’immensa volta del cielo
stupendamente di luce avvampi
e di vaghi colori
adorni la bellezza del creato;

tu che nel quarto giorno hai voluto
il fiammeggiante globo del sole
e l’alternante gioco della luna
e il nitido corso degli astri,

così scandendo nell’ordine il tempo
e misurando le notti
e i giorni e i mesi e gli anni,
ascolta, Padre, la nostra preghiera.

Sciogli l’orrido gelo della colpa,
rischiara il cuore degli uomini,
impreziosisci l’anima
della tua santa grazia.

Noi t’imploriamo, o Dio,
per il tuo Figlio unigenito
che regna con te nei secoli
e con lo Spirito santo. Amen.

latino

Cæli Deus sanctíssime,
qui lúcidum centrum poli
candóre pinguis ígneo
augens decóri lúmina.

Quarto die qui flámmeam
solis rotam constítuens,
lunæ minístras órdini
vagos recúrsus síderum.

Ut nóctibus vel lúmini
diremptiónis términum,
primórdiis et ménsium
signum dares notíssimum:

Illúmina cor hóminum,
abstérge sordes méntium,
resólve culpæ vínculum,
evérte moles críminum.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

La volta immensa del cielo
avvampi di luce stupenda;
tu doni colori splendenti,
bellezza per tutto il creato.

Nel tuo disegno hai voluto
il globo del sole raggiante,
di notte la candida luna,
e il nitido corso degli astri.

Ascolta la nostra preghiera,
o Padre, nel tempo che scorre:
i giorni coi mesi e con gli anni
in pace serena conduci.

Sciogliendo il gelo del male,
rischiara il cuore dell’uomo;
e l’anima rendi preziosa,
immersa in un fiume di grazia.

Unanimi noi t’imploriamo,
o Padre col Figlio unigenito,
che regna con te e con lo Spirito
nel tempo e nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Non sono impallidite ancora in cielo
l’ultime stelle, e già dal sonno, o Dio,
sorge la Chiesa a mattinar lo sposo
con animo adorante.

Così ci sia donato,
dopo la lunga notte,
di varcare le soglie del tuo regno
inni cantando a te con cuore nuovo.

O Trinità beata,
a te, suprema fonte dell’essere,
il coro dei redenti
leva felice l’inno nei secoli.   Amen.

latino

Nocte surgéntes vigilémus omnes,
semper in psalmis meditémur atque
víribus totis Dómino canámus
     dúlciter hymnos,

Ut, pio regi páriter canéntes,
cum suis sanctis mereámur aulam
íngredi cæli, simul et beátam
     dúcere vitam.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

Ancora nel cielo scintillano
le ultime stelle, o Dio,
e già la tua Chiesa dal sonno
si desta e canta allo Sposo.

Così varcheremo la soglia
del Giorno di luce infinita,
trascorsa la notte del tempo,
cantando gioiosi nel Regno.

A te, uno e trino Signore,
sorgente suprema dell’essere,
elevino tutti i redenti
un inno di festa nei secoli. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 17, 2-30

Ringraziamento per la salvezza e la vittoria

In quello stesso momento ci fu un grande terremoto (Ap 11, 13).

I (2-7)

Ant. 1   Signore, mia roccia e mia fortezza.

Ti amo, Signore, mia forza, *
     Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;

mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; *
     mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.

Invoco il Signore, degno di lode, *
     e sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte, *
     mi travolgevano torrenti impetuosi;
già mi avvolgevano i lacci degli inferi, *
     già mi stringevano agguati mortali.

Nel mio affanno invocai il Signore, *
     nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce, *
     al suo orecchio pervenne il mio grido.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Signore, mia roccia e mia fortezza.

II (8-20)

Ant. 2   Il Signore mi ha liberato, perché mi vuol bene.

La terra tremò e si scosse; †
     vacillarono le fondamenta dei monti, *
     si scossero perché egli era sdegnato.

Dalle sue narici saliva fumo, †
     dalla sua bocca un fuoco divorante, *
     da lui sprizzavano carboni ardenti.

Abbassò i cieli e discese, *
     fosca caligine sotto i suoi piedi.
Cavalcava un cherubino e volava, *
     si librava sulle ali del vento.

Si avvolgeva di tenebre come di velo, *
     acque oscure e dense nubi lo coprivano.
Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi *
     con grandine e carboni ardenti.

Il Signore tuonò dal cielo, †
     l’Altissimo fece udire la sua voce: *
     grandine e carboni ardenti.

Scagliò saette e li disperse, *
     fulminò con folgori e li sconfisse.

Allora apparve il fondo del mare, *
     si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore, *
     per lo spirare del tuo furore.

Stese la mano dall’alto e mi prese, *
     mi sollevò dalle grandi acque,

mi liberò da nemici potenti, †
     da coloro che mi odiavano *
     ed erano di me più forti.

Mi assalirono nel giorno di sventura, *
     ma il Signore fu mio sostegno;
mi portò al largo, *
     mi liberò perché mi vuol bene.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Il Signore mi ha liberato, perché mi vuol bene.

III (21-30)

Ant. 3   Tu salvi il popolo degli umili, o Signore, *
             e abbassi gli occhi dei superbi.

Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, *
     mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani;
perché ho custodito le vie del Signore, *
     non ho abbandonato empiamente il mio Dio.

I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, *
     non ho respinto da me la sua legge;
ma integro sono stato con lui *
     e mi sono guardato dalla colpa.

Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, *
     secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

Con l’uomo buono tu sei buono, *
     con l’uomo integro tu sei integro,
con l’uomo puro tu sei puro, *
     con il perverso tu sei astuto.

Perché tu salvi il popolo degli umili, *
     ma abbassi gli occhi dei superbi.

Tu, Signore, sei luce alla mia lampada; *
     il mio Dio rischiara le mie tenebre.
Con te mi lancerò contro le schiere, *
     con il mio Dio scavalcherò le mura.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Tu salvi il popolo degli umili, o Signore, *
             e abbassi gli occhi dei superbi.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Ab 1, 1 – 2, 4

Dal libro del profeta Abacuc

Preghiera nel tempo della desolazione

Oracolo che ebbe in visione il profeta Abacuc. 
Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!» 
e non soccorri? 
Perché mi fai vedere l'iniquità 
e resti spettatore dell'oppressione?
Ho davanti rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Non ha più forza la legge,
né mai si afferma il diritto.
L'empio infatti raggira il giusto
e il giudizio ne esce stravolto.
Guardate fra i popoli e osservate,
inorridite e ammutolite:
c'è chi compirà ai vostri giorni una cosa
che a raccontarla non sarebbe creduta.
Ecco, io faccio sorgere i Caldei,
popolo feroce e impetuoso,
che percorre ampie regioni
per occupare sedi non sue.
Egli è feroce e terribile,
da lui esce
il suo diritto e la sua grandezza.
Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli,
più agili dei lupi della sera.
Balzano i suoi destrieri, venuti da lontano,
volano come aquila che piomba per divorare.
Tutti avanzano per la rapina.
La loro faccia è infuocata come il vento d'oriente,
ammassano i prigionieri come la sabbia.
Egli dei re si fa beffe,
e dei capi si ride;
si fa gioco di ogni fortezza,
assale una città e la conquista.
Poi muta corso il vento: passa e paga il fio.
Questa la potenza del mio Dio!
Non sei tu fin da principio, Signore,
il mio Dio, il mio Santo?
Noi non moriremo, Signore.
Tu lo hai scelto per far giustizia,
l'hai reso forte, o Roccia, per castigare.
Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l'iniquità,
perché, vedendo i malvagi, taci
mentre l'empio ingoia il giusto?
Tu tratti gli uomini come pesci del mare,
come un verme che non ha padrone.
Egli li prende tutti all'amo,
li tira su con il giacchio,
li raccoglie nella rete,
e contento ne gode.
Per ciò offre sacrifici alla sua rete
e brucia incenso al suo giacchio,
perché fanno grassa la sua parte
e succulente le sue vivande.
Continuerà dunque a vuotare il giacchio
e a massacrare le genti senza pietà?
Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà».
Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede.

RESPONSORIO

Cfr, Ab 1, 2; Sal 12, 4. 3

R   Fino a quando, Signore, implorerò
      e non ascolti,
      a te alzerò il grido: «Violenza!»
      e non soccorri?
           Guarda, rispondimi,
           Signore mio Dio.

V   Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
      tristezza nel cuore ogni momento?
           Guarda, rispondimi,
           Signore mio Dio.

L   Benedicimi, Padre.
V   Il vescovo san Giovanni Paolo II
      che gioiosamente ricordiamo,
      interceda per noi presso il Signore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dall’Omelia per l’inizio del pontificato di san Giovanni Paolo II, papa

(22 ottobre 1978: A.A.S. 70 [1978], pp. 945-947)
Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!

Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesareth, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui!
Secondo un’antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: «Quo vadis, Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: «Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta». Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione.
Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo.
Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname – come si riteneva –, il Figlio del Dio vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacerdoti».
Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo – Sacerdote, Profeta-Maestro, Re – continua nella Chiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio è partecipe di questa triplice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il triregno, quella triplice corona, per esprimere, attraverso tale simbolo, che tutto l’ordine gerarchico della Chiesa di Cristo, tutta la sua «sacra potestà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo una sola cosa: che tutto il Popolo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo, ma dal Padre celeste e dal mistero della Croce e della Risurrezione.
La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità.
Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa preghiera: «O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi».
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato san Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo,
unico redentore dell’uomo.
Per lui, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.