UFFICIO DELLE LETTURE

Domenica, 12 ottobre 2025

DOMENICA
DELLA VENTOTTESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Col prodigio stupendo della luce,
rifulgente primizia,
hai dato origine al mondo
e all’implacabile corsa dei giorni.

Tu che hai domato il caos tenebroso
con l’alternarsi mirabile
di aurore e di tramonti,
ascolta, Padre, la voce che implora.

Oh! Non accada all’anima,
dispersa nei beni fuggevoli,
di legarsi ostinata nella colpa
e perdere la tua vita;

ma, immune dal peccato,
eluso ogni pericolo,
arrivi alla porta del cielo
ed entri al premio eterno.

Ascolta, Dio pietoso, la preghiera
per Gesù Cristo Signore,
che regna con te nei secoli
e con lo Spirito santo.   Amen.

latino

Lucis creátor óptime,
lucem diérum próferens,
primórdiis lucis novæ
mundi parans oríginem;

Qui mane iunctum vésperi
diem vocári præcipis:
tætrum chaos illábitur;
audi preces cum flétibus.

Ne mens graváta crímine
vitæ sit exsul múnere,
dum nil perénne cógitat
seséque culpis ílligat.

Cælórum pulset íntimum,
vitále tollat præmium;
vitémus omne nóxium,
purgémus omne péssimum.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

Prodigio stupendo è la luce!
Con essa origine hai dato
al mondo e alla corsa dei giorni,
o Padre, creatore potente.

Il caos tenebroso hai domato,
donandoci aurore e tramonti,
mirabile danza nel tempo:
ascoltaci, eterno Signore!

Il cuore dell’uomo assetato,
disperso nei beni fuggevoli,
non cerchi ostinato la colpa,
perdendo la vita e la pace;

ma, immune da ogni peccato,
elusi pericoli e inganni,
arrivi alla porta del cielo
ed entri felice nel regno.

Ascoltaci, Dio pietoso,
per Cristo Signore risorto:
uniti allo Spirito santo
vivete e regnate per sempre. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Cantico - Ab 3, 2-4. 13a. 15-19

Dio appare per il giudizio

Levate il capo perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 28).

Ant. 1   Io gioirò nel Signore, *
             esulterò in Dio mio salvatore.

Signore, ho ascoltato il tuo annunzio, *
     Signore, ho avuto timore della tua opera.

Nel corso degli anni manifestala, †
     falla conoscere nel corso degli anni. *
     Nello sdegno ricordati di avere clemenza.

Dio viene da Teman, *
     il Santo dal monte Paràn.

La sua maestà ricopre i cieli, *
     delle sue lodi è piena la terra.

Il suo splendore è come la luce, †
     bagliori di folgore escono dalle sue mani: *
     là si cela la sua potenza.

Sei uscito per salvare il tuo popolo, *
     per salvare il tuo consacrato.
Hai affogato nel mare i cavalli dell’empio, *
     nella melma di grandi acque.

Ho udito e fremette il mio cuore, *
     a tal voce tremò il mio labbro,
la carie entra nelle mie ossa *
     e sotto di me tremano i miei passi.

Sospiro al giorno dell’angoscia *
     che verrà contro il popolo che ci opprime.

Il fico infatti non metterà germogli, †
     nessun prodotto daranno le viti, *
     cesserà il raccolto dell’olivo,

i campi non daranno più cibo, †
     i greggi spariranno dagli ovili *
     e le stalle rimarranno senza buoi.

Ma io gioirò nel Signore, *
     esulterò in Dio mio salvatore.

Il Signore Dio è la mia forza, †
     egli rende i miei piedi come quelli delle cerve *
     e sulle alture mi fa camminare.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Io gioirò nel Signore, *
             esulterò in Dio mio salvatore.

Cantico - Sir 39, 13-16a. 18-20. 35

Tutte le opere del Signore sono magnifiche

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (Lc 1, 46-47).

Ant. 2   Fate fiorire fiori come il giglio,
             spargete profumo e intonate un canto di lode; *
             benedite il Signore per tutte le opere sue.

Ascoltatemi, figli santi, *
     e crescete come una pianta di rose su un torrente.
Come incenso spandete un buon profumo, *
     fate fiorire fiori come il giglio,

spandete profumo e intonate un canto di lode; *
     benedite il Signore per tutte le opere sue.

Magnificate il suo nome; †
     proclamate le sue lodi *
     con i vostri canti e le vostre cetre;

così direte nella vostra lode: †
     «Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore! *
     Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!».

A un suo comando si compie quanto egli vuole; *
     nessuno può ostacolare il suo aiuto.

Ogni azione umana è davanti a lui, *
     non è possibile nascondersi ai suoi occhi.
Il suo sguardo passa da un’eternità all’altra, *
     nulla è straordinario davanti a lui.

Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca *
     e benedite il nome del Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Fate fiorire fiori come il giglio,
             spargete profumo e intonate un canto di lode; *
             benedite il Signore per tutte le opere sue.

Cantico - Gb 38, 4-11. 16-18; 42, 2. 5-6

Lode alla divina sapienza del Creatore

Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti (Ef 4, 6).

Ant. 3   Comprendo, Signore, che puoi tutto *
             e che nessuna cosa ti è impossibile.

«Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? *
     Dillo, se hai tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, *
     o chi ha teso su di essa la misura?

Dove sono fissate le sue basi *
     o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino *
     e plaudivano tutti i figli di Dio?

Chi ha chiuso tra due porte il mare, *
     quando erompeva uscendo dal seno materno,
quando lo circondavo di nubi per veste *
     e di densa caligine per fasce?

Poi gli ho fissato un limite *
     e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto: “Fin qui giungerai e non oltre *
     e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”.

Sei mai giunto alle sorgenti del mare *
     e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte *
     e hai visto le porte dell’ombra funerea?

Hai tu considerato le distese della terra? *
     Dillo, se sai tutto questo!».
Comprendo che puoi tutto *
     e che nessuna cosa ti è impossibile.

Io ti conoscevo per sentito dire, *
     ma ora i miei occhi ti vedono.
Perciò mi ricredo e ne provo pentimento *
     su polvere e cenere.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Comprendo, Signore, che puoi tutto *
             e che nessuna cosa ti è impossibile.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Sof 3, 8-20

Dal libro del profeta Sofonia

Dio promette la salvezza ai poveri d’Israele

Aspettatemi – parola del Signore –
quando mi leverò per accusare,
perché ho decretato di adunare le genti,
di convocare i regni,
per riversare su di essi la mia collera,
tutta la mia ira ardente:
poiché dal fuoco della mia gelosia
sarà consumata tutta la terra.
Allora io darò ai popoli un labbro puro
perché invochino tutti il nome del Signore
e lo servano tutti sotto lo stesso giogo.
Da oltre i fiumi di Etiopia
fino all'estremo settentrione,
i miei supplicanti
mi porteranno offerte.
In quel giorno non avrai vergogna
di tutti i misfatti
commessi contro di me,
perché allora eliminerò da te
tutti i superbi millantatori
e tu cesserai di inorgoglirti
sopra il mio santo monte.
Farò restare in mezzo a te
un popolo umile e povero;
confiderà nel nome del Signore
il resto d'Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.
Gioisci, figlia di Sion,
esulta, Israele,
e rallegrati con tutto il cuore, 
figlia di Gerusalemme! 
Il Signore ha revocato la tua condanna, 
ha disperso il tuo nemico. 
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, 
tu non vedrai più la sventura. 
In quel giorno si dirà a Gerusalemme: 
«Non temere, Sion, 
non lasciarti cadere le braccia! 
Il Signore tuo Dio in mezzo a te 
è un salvatore potente. 
Esulterà di gioia per te, 
ti rinnoverà con il suo amore,
si rallegrerà per te con grida di gioia, 
come nei giorni di festa». 
Ho allontanato da te il male,
perché tu non abbia a subirne la vergogna.
Ecco, in quel tempo io sterminerò
tutti i tuoi oppressori.
Soccorrerò gli zoppicanti,
radunerò i dispersi,
li porrò in lode e fama
dovunque sulla terra
sono stati oggetto di vergogna.
In quel tempo io vi guiderò,
in quel tempo vi radunerò
e vi darò fama e lode
fra tutti i popoli della terra,
quando, davanti ai vostri occhi,
ristabilirò le vostre sorti, dice il Signore.

RESPONSORIO

Cfr. Sof 3, 9; Sal 88, 16

R   «Io darò ai popoli un labbro puro 
      – dice il Signore –,
           così che tutti invochino il mio nome.

V   Beato il popolo che mi sa acclamare,
           così che tutti invochino il mio nome».

L    Benedicimi, Padre.
V   La grazia dello Spirito santo
      illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalla «Regola» di san Benedetto, abate

(Cap. V, 1-19: ed. A. Lentini, Montecassino, 1980, pp. 113-121)
L’obbedienza

Il principale contrassegno dell'umiltà è l'obbedienza senza indugio. Essa è propria di coloro che niente hanno di più caro che Cristo; e sia per il servizio santo a cui si son votati, sia anche per il timore dell'inferno e per la gloria dell'eterna vita, appena dal superiore è stato dato un comando, quasi fosse un comando divino, sono insofferenti di ogni ritardo nell'eseguirlo. Di loro il Signore dice: «Ha udito appena e già mi ha obbedito» (Sal 17, 45). Similmente dice ai maestri: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc 10, 16). Tali monaci dunque abbandonano subito le cose loro e rinunziano alla propria volontà, e liberandosi sull'istante di quanto avevano tra mano e lasciando incompiuto ciò che stavano facendo, con piede prontissimo all'obbedienza, seguono con i fatti la voce del superiore che comanda. Sicché, quasi nel medesimo momento, il comando comunicato dal maestro e l'opera eseguita dal discepolo si compiono insieme ambedue prestissimo, per quella celerità che è frutto del timor di Dio: li preme l'amore di avanzare verso la vita eterna.
Perciò intraprendono la via stretta, di cui dice il Signore: «Angusta è la via che conduce alla vita» (Mt 7, 14); e non volendo vivere a proprio arbitrio né obbedire ai desideri e gusti propri, ma dimorando nel monastero per camminare sotto la guida e il comando altrui, desiderano di esser governati dall'abate. Senza dubbio tali monaci imitano il Signore, mettendo in pratica ciò che egli dice di sé: «Non son venuto a fare la volontà mia, ma di colui che mi ha mandato» (Gv 6, 38).
Ma questa stessa obbedienza allora sarà gradita a Dio e soave agli uomini, quando il comando sarà eseguito senza esitazione, senza indugio, senza tepidezza, senza mormorazione, senza rispondere col rifiuto; perché l'obbedienza che si presta ai superiori, si presta a Dio; egli infatti ha detto: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc 10, 16).
E di buon animo i discepoli devono obbedire, perché «Dio ama chi dà con gioia» (2Cor 9, 7). Se infatti il discepolo obbedisce malvolentieri, e mormora, non diciamo già con la bocca, ma anche solo col cuore, pur eseguendo il comando non compie ormai cosa accetta a Dio, il quale vede la mormorazione che si cela nel suo interno: per tale opera quindi non ottiene alcuna ricompensa, e incorre anzi nella pena dei mormoratori, se non ripara e si corregge.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

O Dio, che ti sei accompagnato
ai tre giovani nella fornace infocata
mitigando con la tua potenza
l’ardore e l’impeto delle fiamme,
proteggi e libera dall’insidia del male
la vita dei tuoi servi.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.