UFFICIO DELLE LETTURE

Giovedì, 18 settembre 2025

SANT'EUSTORGIO I, VESCOVO
Memoria

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra» (Gn 1, 20)

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Al quinto giorno tutto ciò che vive
hai tratto, o Dio, dall’acque primordiali:
guizzano i pesci nel mare,
gli uccelli si rincorrono nell’aria.

Nati nell’onda del santo lavacro,
rigeneràti dal sangue di Cristo,
serbaci liberi e puri
nella preziosa vita della grazia.

Non ci avvilisca la colpa
né la superba innocenza ci illuda,
il cuore nell’orgoglio non si esalti
né si deprima per le sue cadute.

Così ti implora il tuo popolo, o Padre,
per Cristo Redentore
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli.   Amen.

latino

Magnæ Deus poténtiæ,
qui ex aquis ortum genus
partim remíttis gúrgiti,
partim levas in áera,

Demérsa lymphis ímprimens,
subvécta cælis írrogans,
ut, stirpe una pródita,
divérsa répleant loca:

Largíre cunctis sérvulis,
quos mundat unda sánguinis,
nescíre lapsus críminum
nec ferre mortis tædium,

Ut culpa nullum déprimat,
nullum levet iactántia,
elísa mens ne cóncidat,
eláta mens ne córruat.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

Dall’ampia distesa dell’acqua
hai tratto, Signore, i viventi:
gli uccelli veloci nell’aria
e i pesci guizzanti nel mare.

Rinati nel santo lavacro,
salvati dal sangue di Cristo,
conservaci liberi e puri
in vita preziosa di grazia.

Il male non spenga fiducia,
nel bene viviamo umilmente;
il cuore rifugga da orgoglio
né mai lo deprima la colpa.

O Padre, così ti imploriamo
per Cristo Gesù Redentore,
che insieme allo Spirito santo
con te vive e regna in eterno. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Vita di tutti, Cristo Redentore,
o Giudice tremendo, unico Re,
odi pietoso la supplica e accogli
benignamente il canto.

Grata la lode nella notte ascenda
a te, divina Luce,
e l’eco dell’eterna melodia
consoli e allieti i cuori.

Di gioiosa innocenza adorna i giorni,
pensieri ispira di vita immortale,
in ogni azione nostra
sfavilli la tua gloria.

A te, suprema fonte dell’essere,
o Trinità beata,
la Chiesa dei redenti
leva felice l’inno nei secoli.   Amen.

latino

O sator rerum, reparátor ævi,
Christe, rex regum, metuénde censor,
tu preces nostras paritérque laudes
     súscipe clemens.

Noctis en cursu tibi vota laudum
pángimus; præsta tibi sint ut apta,
nosque concéntu réfove perénni,
     lúminis auctor.

Da dies nobis probitáte faustos
mortis ignáram tribuéndo vitam,
semper ut nostros tua sit per actus
     glória perpes.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

Di tutti sei vita, Signore,
o unico Re, nostro Giudice:
tu, mite, ascolta la supplica,
accogli benevolo il canto.

La lode notturna innalziamo
a te che sei Luce divina,
e l’eco dei cori celesti
consoli e allieti i cuori.

Concedi gioiosa innocenza,
pensieri di cielo ispira;
sfavilli la gloria immortale
in ogni azione terrena.

A te, uno e trino Signore,
sorgente suprema dell’essere,
elevino tutti i redenti
un inno di festa nei secoli. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 43

Il popolo di Dio nella sventura

In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).

I (2-9)

Ant. 1   Sei tu il mio re, Dio mio, *
             che decidi vittorie per Giacobbe.

Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
     i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, *
     nei tempi antichi.

Tu per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, *
     per far loro posto, hai distrutto i popoli.

Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
     né fu il loro braccio a salvarli;

ma il tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, *
     perché tu li amavi.

Sei tu il mio re, Dio mio, *
     che decidi vittorie per Giacobbe.

Per te abbiamo respinto i nostri avversari *
     nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori.

Infatti nel mio arco non ho confidato *
     e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
     hai confuso i nostri nemici.

In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
     celebrando senza fine il tuo nome.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Sei tu il mio re, Dio mio, *
             che decidi vittorie per Giacobbe.

II (10-17)

Ant. 2   Non respingerci, o Signore, *
             e non coprirci di vergogna.

Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
     e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
     e i nostri nemici ci hanno spogliati.

Ci hai consegnati come pecore da macello, *
     ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
     sul loro prezzo non hai guadagnato.

Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
     scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
     su di noi le nazioni scuotono il capo.

L’infamia mi sta sempre davanti *
     e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
     davanti al nemico che brama vendetta.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Non respingerci, o Signore, *
             e non coprirci di vergogna.

III (18-27)

Ant. 3   Non abbiamo teso le nostre mani
             verso un Dio straniero; *
             sorgi, Signore, vieni in nostro aiuto
             e salvaci, o Dio nostro.

Tutto questo ci è accaduto †
     e non ti avevamo dimenticato, *
     non avevamo tradito la tua alleanza.

Non si era volto indietro il nostro cuore, *
     i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
     e ci hai avvolti di ombre tenebrose.

Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
     e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
     lui che conosce i segreti del cuore?

Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
     stimati come pecore da macello.

Svégliati, perché dormi, Signore? *
     Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
     dimentichi la nostra miseria e oppressione?

Poiché siamo prostrati nella polvere, *
     il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
     salvaci per la tua misericordia.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Non abbiamo teso le nostre mani
             verso un Dio straniero; *
             sorgi, Signore, vieni in nostro aiuto
             e salvaci, o Dio nostro.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Os 13, 13 – 14, 1

Dal libro del profeta Osea

Ultima sentenza di riprovazione

Quando Efraim parlava, incuteva terrore, 
era un principe in Israele.
Ma si è reso colpevole con Baal ed è decaduto.
Tuttavia continuano a peccare
e con il loro argento si sono fatti statue fuse,
idoli di loro invenzione,
tutti lavori di artigiani.
Dicono: «Offri loro sacrifici»
e mandano baci ai vitelli.
Perciò saranno come nube del mattino,
come rugiada che all'alba svanisce,
come pula lanciata lontano nell'aia,
come fumo che esce dalla finestra.
Eppure io sono il Signore tuo Dio
fin dal paese d'Egitto,
non devi conoscere altro Dio fuori di me, 
non c'è salvatore fuori di me.
ti ho protetto nel deserto, 
in quell'arida terra.
Nel loro pascolo si sono saziati, 
si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito, 
per questo mi hanno dimenticato. 
Perciò io sarò per loro come un leone, 
come un leopardo li spierò per la via,
assalirò come un'orsa privata dei figli, 
spezzerò l'involucro del loro cuore,
li divorerò come una leonessa;
li sbraneranno le bestie selvatiche.
Io ti distruggerò, Israele,
e chi potrà venirti in aiuto?
Dov'è ora il tuo re, che ti possa salvare?
Dove sono i capi in tutte le tue città
e i governanti di cui dicevi:
«Dammi un re e dei capi»?
Ti ho dato un re nella mia ira
e con sdegno te lo riprendo.
L'iniquità di Efraim è chiusa in luogo sicuro,
il suo peccato è ben custodito.
Dolori di partoriente lo sorprenderanno,
ma egli è figlio privo di senno,
poiché non si presenta a suo tempo
all'uscire dal seno materno.
Li strapperò di mano agli inferi,
li riscatterò dalla morte?
Dov'è, o morte, la tua peste?
Dov'è, o inferi, il vostro sterminio?
La compassione è nascosta ai miei occhi.
Efraim prosperi pure in mezzo ai fratelli:
verrà il vento d'oriente,
si alzerà dal deserto il soffio del Signore
e farà inaridire le sue sorgenti,
farà seccare le sue fonti,
distruggerà il tesoro di tutti i vasi preziosi.
Samaria espierà,
perché si è ribellata al suo Dio.
Periranno di spada,
saranno sfracellati i bambini;
le donne incinte sventrate.

RESPONSORIO

Cfr. Os 13, 6; Dt 32, 15. 13

R   «Nel loro pascolo si sono saziati
      e il loro cuore si è inorgoglito;
      per questo mi hanno dimenticato»
      – dice il Signore –.
           Giacobbe ha mangiato e si è ingrassato,
           e ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.

V   Lo fece montare sulle alture della terra
      e lo nutrì con i prodotti della campagna.
           Giacobbe ha mangiato e si è ingrassato,
           e ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.

L   Benedicimi, Padre.
V   Il vescovo sant'Eustorgio I
      che gioiosamente ricordiamo,
      interceda per noi presso il Signore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dal «Discorso contro Aussenzio sulla consegna delle basiliche» di sant’Ambrogio, vescovo

(17-19: PL 16, 1054-1056)
«Non avvenga mai che io ceda l'eredità del confessore Eustorgio»

Tu, Signore Gesù, in un istante hai redento il mondo; Aussenzio in un istante, per quanto è in suo potere, truciderà tanta gente, gli uni con la spada, gli altri con il sacrilegio? Chiede la mia basilica con la bocca lorda di sangue, con le mani che ne grondano. A lui opportunamente risponde l'odierna lettura scritturale: «E Dio disse al peccatore: Perché vai ripetendo i miei decreti?» (Sal 49, 16), cioè, non si accordano pace e furore, Cristo e Belial.
Ricordi anche che oggi si è letto che Nabot, uomo santo, proprietario d'una vigna, all'invito rea­le di cedergliela, perché, tagliate le viti, il re potesse piantarvi dei vili ortaggi, rispose: «Non avvenga mai ch'io ti ceda l'eredità dei miei padri» (1Re 21, 3).
Il re si rattristò che gli fosse stato rifiutato, in base a un giusto riferimento, ciò che apparteneva a un altro, ma fu ingannato dall'astuto disegno d'una donna. Nabot difese le proprie viti anche a prezzo del suo sangue. Se egli non cedette la sua vigna, noi cederemo la chiesa di Cristo?
Che ci fu d'arrogante nella mia risposta? Convocato dissi: «Non sia mai che io ceda l'eredità di Cristo. Se quello non cedette l'eredità dei suoi padri, io dovrei cedere l'eredità di Cristo?». Ma aggiunsi anche questo: «Non avvenga mai che io ceda l'eredità dei nostri padri», cioè l'eredità di Dionigi, che morì esule per la fede, l'eredità del confessore Eustorgio, l'eredità di Mirocle e di tutti i santi vescovi precedenti. Io ho risposto ciò che conviene a un vescovo; l'imperatore faccia ciò che conviene a un imperatore. Mi potrebbe togliere la vita prima della fede.
Ma a chi la dovrei cedere? L'odierna lettura del vangelo ci deve insegnare che cosa chiedere e a chi. Certamente hai sentito leggere che, mentre Cristo sedeva sul dorso dell'asina, i fanciulli lo acclamavano e i Giudei ne erano irritati. Perciò sollecitarono il Signore Gesù, invitandolo a farli tacere; ma egli rispose: «Se questi tacessero, griderebbero le pietre» (Lc 19, 40). Quindi, entrato nel tempio, ne cacciò i cambiavalute e quelli che vendevano colombe nel tempio di Dio con i loro seggi. Questo testo certamente non fu letto per una nostra disposizione, bensì per caso; ma esso si adatta perfettamente alla presente situazione. Le lodi di Cristo sono sempre staffilate per i traditori. Anche ora, quando si loda Cristo, gli eretici affermano che si provoca una sommossa; dicono gli eretici che con queste lodi si preparava la loro morte. E veramente trovano la morte nelle lodi di Cristo. Come potrebbero sopportare le lodi di colui del quale proclamano la debolezza? Pertanto anche oggi, quando si loda Cristo, si sferza la stoltezza degli Ariani.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

O Dio, che hai santificato questa tua Chiesa
col ministero pastorale del vescovo sant’Eustorgio,
donaci di avvalerci dei suoi insegnamenti
e dei suoi esempi
e di formare un giorno la sua corona in cielo.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, 
nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, 
nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.