UFFICIO DELLE LETTURE

Martedì, 16 settembre 2025

SANTI CORNELIO, PAPA
E CIPRIANO, VESCOVO, MARTIRI
Memoria

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Creatore e sovrano di tutto,
vincendo le furie del mare,
hai tratto alla luce la terra,
bellissima nostra dimora.

Tu di vivaci fiori l’adorni
e, quasi mensa regale
di frutti ricoprendola e di mèssi,
la presenti ai tuoi figli.

Così alla fresca tua rugiada, o Dio,
verdeggi il deserto dell’anima;
lavi ogni macchia il pianto,
ogni ribelle fremito si plachi.

La nostra volontà alla tua si accordi
e rifugga dal male,
il cuore si arrenda alla grazia
e schivi gli atti che arrecano morte.

A te eleviamo, o Padre, la preghiera,
a te che regni nei secoli
con l’unico tuo Figlio
e lo Spirito santo.   Amen.

latino

Tellúris ingens Conditor,
mundi solum qui éruens,
pulsis aquæ moléstiis,
terram dedísti immóbilem,

Ut germen aptum próferens,
fulvis decóra flóribus,
fecúnda fructu sísteret
pastúmque gratum rédderet:

Mentis perústæ vúlnera
munda viróre grátiæ,
ut facta fletu díluat
motúsque pravos átterat,

Iussis tuis obtémperet,
nullis malis appróximet,
bonis repléri gáudeat
et mortis actum nésciat.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

Creatore e sovrano di tutto,
vincendo le furie del mare,
hai tratto alla luce la terra,
bellissima nostra dimora.

Di fiori vivaci l’adorni
e, quasi regale banchetto,
di frutti e di messi arricchita,
la doni ogni giorno ai tuoi figli.

Così alla tua rugiada
verdeggi il deserto dell’anima;
il pianto cancelli le colpe,
si plachino i cuori ribelli.

Si compia il tuo disegno,
dal male ci salvi il tuo amore;
il cuore si arrenda alla grazia,
fuggendo le azioni di morte.

Ascolta la nostra preghiera,
o Padre, che regni nei secoli
con l’unico Figlio diletto,
insieme allo Spirito santo. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Tu, Giorno eterno, che vivi e risplendi
dell’increata luce del Padre,
guarda propizio chi devoto illumina
di lieti canti la notte.

Vinci, Signore, le nostre tenebre:
sperdi le schiere dei dèmoni,
gli animi scuoti sì che il torpore
non soffochi le menti.

I servi che ti implorano
pietosamente ascolta: la lode
che a te si leva, Cristo, ci meriti
grazia, perdono e pace.

A te la gloria ascenda e il nostro giubilo,
o mite Re d’amore,
al Padre e allo Spirito Paraclito
negli infiniti secoli.   Amen.

latino

Consors patérni lúminis,
lux ipse lucis et dies,
noctem canéndo rúmpimus:
assíste postulántibus.

Aufer tenébras méntium,
fuga catérvas dǽmonum,
expélle somnoléntiam
ne pigritántes óbruat.

Sic, Christe, nobis ómnibus
indúlgeas credéntibus,
ut prosit exorántibus
quod præcinéntes psállimus.

Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patríque glória
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula.   Amen.

in canto

Tu, Giorno eterno, che splendi
nel Padre, la luce increata,
accogli propizio chi illumina
la notte con canti festosi.

Le tenebre vinci, Signore:
disperdi le schiere dei dèmoni,
gli animo scuoti dal sonno
che soffoca i cuori e le menti.

Ascolta i tuoi servi che implorano
l’amore sul giorno nascente:
o Cristo, la lode ci ottenga
la grazia, il perdono, la pace.

Sei degno di onore e di gloria,
o Re, nostro mite Signore,
col Padre e lo Spirito santo
nel tempo e nei secoli eterni. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 101

Aspirazione e preghiere di un esule

Sia benedetto Dio il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2Cor 1, 4).

I (2-12)

Ant. 1   Signore, a te giunga il nostro grido.

Signore, ascolta la mia preghiera, *
     a te giunga il mio grido.

Non nascondermi il tuo volto; †
     nel giorno della mia angoscia piega verso di me l’orecchio. *
     Quando ti invoco: presto, rispondimi.

Si dissolvono in fumo i miei giorni *
     e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
     dimentico di mangiare il mio pane.

Per il lungo mio gemere *
     aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
     sono come un gufo tra le rovine.

Veglio e gemo *
     come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
     furenti imprecano contro il mio nome.

Di cenere mi nutro come di pane, *
     alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
     perché mi sollevi e mi scagli lontano.

I miei giorni sono come ombra che declina, *
     e io come erba inaridisco.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Signore, a te giunga il nostro grido.

II (13-23)

Ant. 2   Sia annunziato in Sion il nome del Signore *
             e la sua lode in Gerusalemme.

Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
     il tuo ricordo per ogni generazione.

Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
     perché è tempo di usarle misericordia: *
     l’ora è giunta.

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
     e li muove a pietà la sua rovina.

I popoli temeranno il nome del Signore *
     e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
     e sarà apparso in tutto il suo splendore.

Egli si volge alla preghiera del misero *
     e non disprezza la sua supplica.

Questo si scriva per la generazione futura *
     e un popolo nuovo darà lode al Signore.

Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, *
     dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
     per liberare i condannati a morte;

perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
     e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli *
     e i regni per servire il Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Sia annunziato in Sion il nome del Signore *
             e la sua lode in Gerusalemme.

III (24-29)

Ant. 3   Tu, o Signore, hai fondato la terra, *
             i cieli sono opera delle tue mani.

Ha fiaccato per via la mia forza, *
     ha abbreviato i miei giorni.

Io dico: Mio Dio, †
     non rapirmi a metà dei miei giorni; *
     i tuoi anni durano per ogni generazione.

In principio tu hai fondato la terra, *
     i cieli sono opera delle tue mani.

Essi periranno, ma tu rimani, *
     tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai *
     ed essi passeranno.

Ma tu resti lo stesso *
     e i tuoi anni non hanno fine.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
    resterà salda davanti a te la loro discendenza.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Tu, o Signore, hai fondato la terra, *
             i cieli sono opera delle tue mani.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Os 10, 1-15

Dal libro del profeta Osea

Saranno distrutti gli idoli, sarà castigato Israele

Rigogliosa vite era Israele, 
che dava frutto abbondante; 
ma più abbondante era il suo frutto, 
più moltiplicava gli altari; 
più ricca era la terra, 
più belle faceva le sue stele. 
Il loro cuore è falso; 
orbene, sconteranno la pena! 
Egli stesso demolirà i loro altari,
distruggerà le loro stele.
Allora diranno: «Non abbiamo più re,
perché non temiamo il Signore.
Ma anche il re che potrebbe fare per noi?».
Dicono parole vane, giurano il falso,
concludono alleanze:
la giustizia fiorisce come cicuta
nei solchi dei campi.
Gli abitanti di Samaria trepidano
per il vitello di Bet-Avèn,
ne fa lutto il suo popolo
e i suoi sacerdoti ne fanno lamento,
perché la sua gloria sta per andarsene.
Sarà portato anch'esso in Assiria
come offerta al gran re.
Efraim ne avrà vergogna,
Israele arrossirà del suo consiglio.
Perirà il re di Samaria
come un fuscello sull'acqua.
Le alture dell'iniquità, peccato d'Israele,
saranno distrutte,
spine e rovi cresceranno
sui loro altari;
diranno ai monti: «Copriteci» 
e ai colli: «Cadete su di noi». 
Fin dai giorni di Gàbaa 
tu hai peccato, Israele. 
Là si fermarono, e la battaglia 
non li raggiungerà forse in Gàbaa 
contro i figli dell'iniquità? 
Io verrò a colpirli:
si raduneranno i popoli contro di loro 
perché sono attaccati alla loro duplice colpa. 
Efraim è una giovenca addestrata 
cui piace trebbiare il grano. 
Ma io farò pesare il giogo 
sul suo bel collo; 
attaccherò Efraim all'aratro 
e Giacobbe all'erpice.
Seminate per voi secondo giustizia
e mieterete secondo bontà;
dissodatevi un campo nuovo,
perché è tempo di cercare il Signore,
finché egli venga
e diffonda su di voi la giustizia.
Avete arato empietà
e mietuto ingiustizia,
avete mangiato il frutto della menzogna.
Poiché hai riposto fiducia nei tuoi carri
e nella moltitudine dei tuoi guerrieri,
un rumore di guerra
si alzerà contro le tue città
e tutte le tue fortezze saranno distrutte.
Come Salmàn devastò Bet-Arbèl
nel giorno della battaglia
in cui la madre fu sfracellata sui figli,
così sarà fatto a te, gente d'Israele,
per l'enormità della tua malizia.
All'alba sarà la fine del re d'Israele.

RESPONSORIO

Cfr. Os 10, 12; Sal 104, 4

R   Seminate per noi secondo giustizia
      e mieterete secondo bontà;
      dissodatevi un campo nuovo,
           perché è tempo di cercare il Signore.

V   Cercate il Signore e la sua potenza,
      cercate sempre il suo volto:
           perché è tempo di cercare il Signore.

L   Benedicimi, Padre.
V   I santi martiri Cornelio e Cipriano,
      che gioiosamente ricordiamo,
      intercedano per noi presso il Signore.
R   Amen.

L   Benedicimi, Padre.
V   Il papa Cornelio e il vescovo Cipriano,
      che gioiosamente ricordiamo,
      intercedano per noi presso il Signore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dagli «Atti proconsolari del martirio di san Cipriano vescovo».

(Atti, 3-6: CSEL 3, 112-114)
In una cosa così giusta non c’è da riflettere

Il mattino del 14 settembre molta folla si era radunata a Sesti secondo quanto aveva ordinato il proconsole Galerio Massimo. E così lo stesso proconsole Galerio Massimo ordinò che gli fosse condotto Cipriano all'udienza che teneva nel medesimo giorno nell'atrio Sauciolo. Quando gli fu davanti, il proconsole Galerio Massimo disse al vescovo Cipriano: «Tu sei Tascio Cipriano?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sì, sono io». Il proconsole Galerio Massimo disse: «Sei tu che ti sei presentato come capo di una setta sacrilega?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sono io».
Galerio Massimo disse: «I santissimi imperatori ti ordinano di sacrificare». Il vescovo Cipriano disse: «Non lo faccio».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Rifletti bene». Il vescovo Cipriano disse: «Fa' ciò che ti è stato ordinato. In una cosa così giusta non c’è da riflettere».
Galerio Massimo, dopo aver conferito con il collegio dei magistrati, a stento e a malincuore pronunziò questa sentenza: «Tu sei vissuto a lungo sacrilegamente e ti sei aggregato moltissimi della tua setta criminale, e ti sei costituito nemico degli dèi romani e dei loro sacri riti. I pii e santissimi imperatori Valeriano e Gallieno Augusti e Valeriano nobilissimo Cesare non riuscirono a ricondurti all'osservanza delle loro cerimonie religiose. E perciò, poiché sei risultato autore e istigatore dei peggiori reati, sarai tu stesso di esempio a coloro che hai associato alle tue scellerate azioni. Col tuo sangue sarà sancito il rispetto delle leggi». E dette queste parole, lesse ad alta voce da una tavoletta il decreto: «Ordino che Tascio Cipriano sia punito con la decapitazione». Il vescovo Cipriano disse: «Rendiamo grazie a Dio».
Dopo questa sentenza la folla dei fratelli diceva: «Anche noi vogliamo esser decapitati insieme a lui». Per questo una grande agitazione sorse fra i fratelli e molta folla lo seguì. E così Cipriano fu condotto nella campagna di Sesti e qui si spogliò del mantello e del cappuccio, si inginocchiò a terra e si prostrò in orazione al Signore. Si tolse poi la dalmatica e la consegnò ai diaconi, restando con la sola veste di lino, e così rimase in attesa del carnefice.
Quando poi questo giunse, il vescovo diede ordine ai suoi di dargli venticinque monete d'oro. Frattanto i fratelli stendevano davanti a lui pannolini e fazzoletti. Quindi il grande Cipriano con le sue stesse mani si bendò gli occhi, ma siccome non riusciva a legarsi le cocche del fazzoletto, intervennero ad aiutarlo il presbitero Giuliano e il suddiacono Giuliano.
Così il vescovo Cipriano subì il martirio e il suo corpo, a causa della curiosità dei pagani, fu deposto in un luogo vicino dove potesse essere sottratto allo sguardo indiscreto dei pagani. Di là, poi, durante la notte, fu portato via con fiaccole e torce accese e accompagnato fino al cimitero del procuratore Macrobio Candidiano che è nella via delle Capanne presso le piscine. Dopo pochi giorni il proconsole Galerio Massimo morì.
Il santo vescovo Cipriano subì il martirio il 14 settembre sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, regnando però il nostro Signore Gesù Cristo a cui è onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Padre misericordioso,
moltiplica per noi le tue grazie
e fa’ che imitiamo
i tuoi gloriosi martiri Cornelio e Cipriano
nella vittoriosa professione di fede.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.