UFFICIO DELLE LETTURE

Venerdì, 12 settembre 2025

SANTISSIMO NOME DI MARIA
Memoria

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

L’alta tua fantasia
ha popolato, Signore, la terra,
con ordinata sapienza chiamando
e fiere e rettili e bestie del campo.

E quasi re, sugli animali ignari
hai posto l’uomo, tua vivente immagine,
dell’universo coscienza e voce:
e così fu compiuto il sesto giorno.

La nostra nobiltà difendi, o Dio,
salva l’uomo dal male
che contamina il cuore
e i tuoi figli avvilisce.

La grazia accordi l’animo alla lode:
ogni groviglio di contesa sciogli,
prosperi nella pace il nostro giorno,
salvaci nella gioia.

A te leviamo, Padre, la supplica
per Gesù Cristo tuo Figlio
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli.   Amen.

latino

Plasmátor hóminis, Deus,
qui, cuncta solus órdinans,
humum iubes prodúcere
reptántis et feræ genus;

Qui magna rerum córpora,
dictu iubéntis vívida,
ut sérviant per órdinem
subdens dedísti hómini:

Repélle a servis tuis
quicquid per immundítiam
aut móribus se súggerit,
aut áctibus se intérserit.

Da gaudiórum præmia,
da gratiárum múnera;
dissólve litis víncula,
astrínge pacis fœdera.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

L’altissimo tuo pensiero
la terra ha colmato, Signore,
chiamando con ordine saggio
le fiere e le bestie del campo.

E re sopra tutti i viventi
hai posto, a tua immagine, l’uomo:
coscienza e voce del mondo,
vicario del piano di Dio.

Difendi la nostra grandezza
e salvaci, o Dio, dal male,
che il cuore gravato minaccia
e i figli che ami avvilisce.

La grazia conduca alla lode
sciogliendo contese e litigi:
fiorisca nel giorno la pace
e guidaci tu alla gioia.

Ascoltaci, Padre clemente,
per Cristo Gesù tuo Figlio,
che regna con te nello Spirito
da sempre e per sempre nei secoli. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Tu che l’arcana voce di Dio
unico Figlio proclama,
o contemplata gloria degli angeli,
sei la salvezza e il vigore del mondo.

Cibo, bevanda, senso alla fatica
tu sei, dolcezza alla quiete, Cristo;
ogni disgusto, ogni triste livore
dall’anima disperdi.

Lieto splendore che vinci le tenebre,
dall’odioso Nemico salvaci;
sciogli dall’impaccio delle colpe e guidaci
alla dimora del cielo.

Al Padre, eterno Signore dei secoli,
all’Unigenito amato, allo Spirito
dal coro dei credenti
gioiosamente si levi il cantico.   Amen.

latino

Christe, tu Patris, Patre teste, Proles
tuque sanctórum decus angelórum,
tu salus mundi, via, vita, virtus
     créderis esse.

Esto tu noster cibus atque potus,
tu labor, virtus, réquies, amíctus;
livor absístat, tumor, ira, luxus
     mæror et omnis.

Lucem infúndens ténebras repélle,
aufer infésti láqueos dracónis,
vincla dissólvens scélerum, fer astra
     scándere nobis.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
     omne per ævum.   Amen.

in canto

La voce arcana di Dio
te unico Figlio proclama:
sei luce gloriosa degli angeli,
salvezza e vigore del mondo.

Tu cibo, bevanda e ristoro,
dolcezza alla quiete, o Cristo;
disperdi dall’anima inquieta
disgusto e triste vigore.

Splendore che vinci la notte,
soccorrici contro il Nemico;
noi, schiavi di colpa, purifica
e guidaci al Regno dei cieli.

Al Padre, Signore dei secoli,
al Figlio Unigenito amato,
uniti nell’unico Spirito,
gioioso si levo il canto. Amen.

Oppure, sia nelle ore notturne sia nelle ore diurne:

A noi Madre di Dio quel nome sona: 
salve beata! che s'agguagli ad esso 
qual fu mai nome di mortal persona, 
     o che gli vegna appresso?

Salve beata! in quale età scortese 
quel sì caro a ridir nome si tacque? 
in qual dal padre il figlio non l'apprese? 
     quai monti mai, quali acque,

non l'udiron invocar? La terra antica 
non porta sola i templi tuoi, ma quella 
che il Genovese divinò, nutrica 
     i tuoi cultori anch'ella.

In che lande selvagge, oltre quai mari 
di sì barbaro nome fior si coglie, 
che non conosca de' tuoi miti altari 
     le benedette soglie?

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Salmo 68, 2-22. 30-37

Mi divora lo zelo per la tua casa

Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme (1Pt 2, 21).

I (2-13)

Ant. 1   Mi divora lo zelo per la tua casa, *
             ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.

Salvami, o Dio: *
     l’acqua mi giunge alla gola.

Affondo nel fango e non ho sostegno; †
     sono caduto in acque profonde *
     e l’onda mi travolge.

Sono sfinito dal gridare, †
     riarse sono le mie fauci; *
     i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio.

Più numerosi dei capelli del mio capo *
     sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i miei nemici che mi calunniano: *
     quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?

Dio, tu conosci la mia stoltezza *
     e le mie colpe non ti sono nascoste.

Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, *
     Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni *
     chi ti cerca, Dio d’Israele.

Per te io sopporto l’insulto *
     e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, *
     un forestiero per i figli di mia madre.

Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, *
     ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno *
     ed è stata per me un’infamia.

Ho indossato come vestito un sacco *
     e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, *
     gli ubriachi mi dileggiavano.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Mi divora lo zelo per la tua casa, *
             ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.

II (14-22)

Ant. 2   Avvicìnati a me, riscattami, Signore, *
             salvami dai miei nemici.

Ma io innalzo a te la mia preghiera, *
     Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, *
     per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.

Salvami dal fango, che io non affondi, †
     liberami dai miei nemici *
     e dalle acque profonde.

Non mi sommergano i flutti delle acque †
     e il vortice non mi travolga, *
     l’abisso non chiuda su di me la sua bocca.

Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; *
     volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Non nascondere il volto al tuo servo, *
     sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami, *
     salvami dai miei nemici.

Tu conosci la mia infamia, †
     la mia vergogna e il mio disonore; *
     davanti a te sono tutti i miei nemici.

L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. †
     Ho atteso compassione, ma invano, *
     consolatori, ma non ne ho trovati.

Hanno messo nel mio cibo veleno *
     e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Avvicìnati a me, riscattami, Signore, *
             salvami dai miei nemici.

III (30-37)

Ant. 3   Cieli e terra, mari e quanto in essa si muove, *
             date gloria a Dio.

Io sono infelice e sofferente; *
     la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.

Loderò il nome di Dio con il canto, *
     lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori, *
     più dei giovenchi con corna e unghie.

Vedano gli umili e si rallegrino; *
     si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri *
     e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

A lui acclamino i cieli e la terra, *
     i mari e quanto in essi si muove.

Perché Dio salverà Sion, †
     ricostruirà le città di Giuda: *
     vi abiteranno e ne avranno il possesso.

La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, *
     e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Cieli e terra, mari e quanto in essa si muove, *
             date gloria a Dio.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per intercessione della vergine Maria
      il Signore ci conceda pace e salvezza,
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Is 7, 10-14; 8, 10; 11, 1-9

Dal libro del profeta Isaia

L’Emmanuele, re di pace

In quei giorni il Signore parlò ad Acaz dicendo: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.
Preparate un piano, sarà senza effetti; 
fate un proclama, non si realizzerà, 
perché Dio è con noi». 
Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, 
un virgulto germoglierà dalle sue radici. 
Su di lui si poserà lo spirito del Signore, 
spirito di sapienza e di intelligenza, 
spirito di consiglio e di fortezza, 
spirito di conoscenza e di timore del Signore. 
Si compiacerà del timore del Signore. 
Non giudicherà secondo le apparenze 
e non prenderà decisioni per sentito dire; 
ma giudicherà con giustizia i poveri 
e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. 
La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.
Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, 
cintura dei suoi fianchi la fedeltà. 
Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, 
la pantera si sdraierà accanto al capretto; 
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme 
e un fanciullo li guiderà. 
La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; 
si sdraieranno insieme i loro piccoli. 
Il leone si ciberà di paglia, come il bue. 
Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; 
il bambino metterà la mano 
nel covo di serpenti velenosi.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la saggezza del Signore
riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.

RESPONSORIO

Cfr. Lc 1, 26-28

R   L'angelo Gabriele fu mandato da Dio
      a una vergine, promessa sposa
      di un uomo chiamato Giuseppe.
           Il nome della vergine era Maria.

V   Entrando da lei, l'angelo disse:
      «Ti saluto, o piena di grazia; 
      il Signore è con te».
           Il nome della vergine era Maria.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per le preghiere e i meriti
      della beata vergine Maria
      il Signore ci conduca
      alla gioia della vita eterna.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dai Discorsi di san Bernardo, abate

(Disc. In laudibus Virginis matris, II, 17: Opera omnia, 4, 34-35)
Guarda la stella e invoca Maria

«E il nome della Vergine era Maria» (Lc 1, 26): diciamo dunque qualche cosa anche su questo nome, che significa «stella del mare» e si adatta perfettamente alla Vergine madre. Molto felicemente infatti è paragonata a una stella: come una stella emette il proprio raggio senza alterarsi, così rimanendo intatta la Vergine partorisce il Figlio. Il raggio non diminuisce il chiarore della stella: così il Figlio non diminuisce l'integrità della Vergine.
È proprio Maria dunque la nobile stella spuntata da Giacobbe, il cui raggio illumina tutto l'universo, la cui lucentezza è la più viva nei cieli, penetra negli inferi e, rifulgendo sulla terra e riscaldando più le menti dei corpi, alimenta le virtù e dissecca i vizi. È Maria la stella fulgente e preziosa, collocata sopra questo mare grande e spazioso, splendente per i meriti e scintillante per gli esempi.
Tu che sei convinto di essere sballottato tra le tempeste e gli uragani nel pelago di questa vita, più che di camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dal chiarore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle procelle.
Se insorgono i venti delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni: guarda la stella, invoca Maria. Se vieni agitato dalle onde della superbia, dell'ambizione, della mormorazione, della gelosia: guarda la stella, invoca Maria.
Se l'ira, l'avarizia, i desideri della carne scuotono la navicella della tua anima: guarda a Maria. Se sei turbato dalla gravità dei peccati, confuso per le brutture della coscienza, atterrito per il rigore del giudizio, stai per essere risucchiato nel baratro della tristezza e nell'abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nel dubbio: pensa a Maria, chiama Maria. Non si allontani dalla bocca, non si allontani dal cuore; e per ottenere l'aiuto della sua preghiera non tralasciare di imitarne la vita. 
Se vai dietro a lei non devierai; se la preghi non dispererai; se pensi a lei non potrai sbagliare. Se lei ti guida non cadi, se ti protegge non puoi aver paura; sotto la sua guida non sentirai la fatica; con il suo aiuto arriverai alla mèta e potrai sperimentare in te stesso quanto giustamente si dica: «E il nome della Vergine era Maria». Ma ora dobbiamo fermarci un poco, perché la contemplazione di un così grande splendore non sia troppo fuggevole. Per usare le parole del vangelo: «È bene per noi stare qui» (Mt 17, 4): è piacevole contemplare in silenzio quello che il laborioso discorso non riesce a spiegare.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
     e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
     ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
     Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
     Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
     Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
     accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
     abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
     salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
     e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
     tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
     nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
     e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
     di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
     mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
     e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
     la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
     mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
     cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
     perché siamo troppo infelici: *
     aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.   Amen.

LAUS ANGELORUM MAGNA

Glória in excélsis Deo *
     et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
     benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
     Dómine Deus rex cæléstis.

Deus Pater omnípotens, *
     Iesu Christe et sancte Spíritus.

Dómine Deus, *
     Fílius Patris.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
     sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
     miserére nobis.

Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
     consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
     a tentatiónibus.

Quia tu solus sanctus, *
     tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
     in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.

Per síngulos dies benedícimus te, *
     et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto, *
     sine peccáto nos custodíre.

Benedíctus es, Dómine, *
     doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
     et dimítte ómnia peccáta mea.

Eructábunt lábia mea hymnum, *
     hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
     et iudícia tua adiuvábunt me.

Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
     requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.

Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
     quia páuperes factin sumus nimis, *
     ádiuva nos, Deus salutáris noster.

Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
     et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum.   Amen.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Dio onnipotente,
la tua mano ci difenda da ogni pericolo;
l’intercessione e i meriti della beata vergine Maria
ci ottengano di vivere oggi e sempre operosi e sereni.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, 
che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, 
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.