UFFICIO DELLE LETTURE
Sabato, 02 agosto 2025
SANT'EUSEBIO DI VERCELLI, VESCOVO
Memoria
V O Dio, vieni a salvarmi.
R Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
Dio cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro (Gn 2, 2).
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
O misteriosa fonte dell’essere
che le bellezze del mondo hai creato
e hai dato fine all’opera
nella quiete del settimo giorno,
a te i solerti figli
pur nel riposo anelino
e nella vita innocente contemplino
la serena letizia del tuo volto.
O, se ingrati peccammo,
amaro pianto lavi il nostro errore,
sì che non ci impaùri, o Dio pietoso,
l’ora del tuo giudizio.
Accogli, Padre, la nostra preghiera
per Gesù Cristo che regna
con te e con lo Spirito santo
negli infiniti secoli. Amen.
latino
Rerum, Deus, fons ómnium,
qui, rebus actis ómnibus,
totíus orbis ámbitum
censu replésti múnerum,
Ac, mole tanta cóndita,
tandem quiétem díceris
sumpsísse, dans labóribus
ut nos levémur grátius:
Concéde nunc mortálibus
deflére vitæ crímina,
instáre iam virtútibus
et munerári prósperis,
Ut cum treméndi iúdicis
horror suprémus cœperit,
lætémur omnes ínvicem
pacis repléti múnere.
Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu. Amen.
in canto
O fonte nascosta dell’essere,
al mondo bellezze hai donato:
compiuto il disegno mirabile,
riposi nel settimo giorno.
A te come figli solerti
noi tutti sperando aneliamo:
concedi una vita innocente,
serena dinanzi al tuo volto.
Se ingrati e infedeli peccammo,
il pianto purifichi il cuore;
ci salvi l’amore, o Dio,
nell’ora del tuo giudizio.
Accogli la nostra preghiera,
o Padre, per Cristo Signore,
che regna con te e con lo Spirito
per sempre nei secoli eterni. Amen.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Il gallo annunzia il giorno,
chiama la nuova luce:
il Signore dei cuori
in questo canto ci dèsta alla vita,
e dice: «Su! Scuotete ogni torpore,
ogni pigrizia fugga,
in opere vegliate di giustizia:
vicino è il mio ritorno».
Quando l’alba rosseggia ad oriente,
intenti alla fatica
trovi i tuoi servi e ravvivi
la luminosa speranza.
O Figlio, nato prima d’ogni aurora,
col tuo vitale chiarore disperdi
l’ottenebrante sonno dello spirito;
la tua pietà ci sciolga da ogni male.
O Re d’amore, gloria
a te cantiamo e al Padre,
nell’unità del Paraclito
per la distesa dei secoli. Amen.
latino
Ales diéi núntius
lucem propínquam præcinit;
nos excitátor méntium
iam Christus ad vitam vocat.
«Auférte — clamat — léctulos
ægros, sopóros, désides;
castíque, recti ac sóbrii
vigiláte; iam sum próximus».
Ut, cum corúscis flátibus
auróra cælum spárserit,
omnes labóre exércitos
confírmet ad spem lúminis.
Iesum ciámus vócibus
flentes, precántes, sóbrii;
inténta supplicátio
dormíre cor mundum vetat.
Tu, Christe, somnum dísice,
tu rumpe noctis víncula,
tu solve peccátum vetus
novúmque lumen íngere.
Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patríque glória
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula. Amen.
in canto
Il gallo annunzia il giorno,
chiamando la luce che sorge:
benigno Signore dei cuori,
ci desti così alla vita.
Solerte ci scuoti dal sonno,
torpore e pigrizia allontani,
ci inviti ad opere giuste:
il tuo ritorno è vicino!
Rosseggia ormai l’alba ad oriente,
e pronti alla loro fatica
già trovi i tuoi servi operosi,
aperti a serena speranza.
O Giorno che vinci l’aurora,
col tuo vitale chiarore
disperdi la notte del cuore:
ci sciolga il tuo amore dal male.
Risorto e Re della gloria,
a te e al Padre cantiamo,
uniti allo Spirito santo
nel tempo e nei secoli eterni. Amen.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli, amen, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
SALMODIA
Cantico Es 15, 1-4a. 8-13. 17-18
Inno di vittoria per il passaggio del Mare Rosso
Coloro che avevano vinto la bestia cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio (Ap 15, 2-3).
Ant. 1 Cantiamo in onore del Signore: *
egli ci ha salvato.
Voglio cantare in onore del Signore; †
perché ha mirabilmente trionfato, *
ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore, *
egli mi ha salvato.
È il mio Dio e lo voglio lodare, *
è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!
Dio è prode in guerra, *
si chiama Signore.
I carri del faraone e il suo esercito *
li ha gettati in mare.
Al soffio della tua ira si accumularono le acque, †
si alzarono le onde come un argine, *
si rappresero gli abissi in fondo al mare.
Il nemico aveva detto: «Inseguirò, raggiungerò, †
spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama, *
sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano!».
Soffiasti con il tuo alito: li coprì il mare, *
sprofondarono come piombo in acque profonde.
Chi è come te fra gli dèi, *
chi è come te, maestoso in santità, Signore?
Chi è come te, tremendo nelle imprese, *
operatore di prodigi?
Stendesti la destra: *
li inghiottì la terra.
Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato, *
lo conducesti con forza alla tua santa dimora.
Lo fai entrare *
e lo pianti sul monte della tua promessa,
luogo che per tua sede, Signore, hai preparato, *
santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato.
Il Signore regna *
in eterno e per sempre!
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Cantiamo in onore del Signore: *
egli ci ha salvato.
Salmo 104
Dio è fedele alle sue promesse
Gli apostoli annunziarono a tutte le genti i prodigi operati da Dio nella sua venuta (S. Atanasio).
I (1-25)
Ant. 2 Gioisce il cuore di chi cerca il Signore.
Lodate il Signore e invocate il suo nome, *
proclamate tra i popoli le sue opere.
Cantate a lui canti di gioia, *
meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome: *
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza, *
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute, *
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
voi, stirpe di Abramo, suo servo, *
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio, *
su tutta la terra i suoi giudizi.
Ricorda sempre la sua alleanza: *
parola data per mille generazioni,
l’alleanza stretta con Abramo *
e il suo giuramento ad Isacco.
La stabilì per Giacobbe come legge, *
come alleanza eterna per Israele:
«Ti darò il paese di Cànaan *
come eredità a voi toccata in sorte».
Quando erano in piccolo numero, *
pochi e forestieri in quella terra,
e passavano di paese in paese, *
da un regno ad un altro popolo,
non permise che alcuno li opprimesse *
e castigò i re per causa loro:
«Non toccate i miei consacrati, *
non fate alcun male ai miei profeti».
Chiamò la fame sopra quella terra *
e distrusse ogni riserva di pane.
Davanti a loro mandò un uomo, *
Giuseppe, venduto come schiavo.
Gli strinsero i piedi con ceppi, *
il ferro gli serrò la gola,
finché si avverò la sua predizione *
e la parola del Signore gli rese giustizia.
Il re mandò a scioglierlo, *
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo pose signore della sua casa, *
capo di tutti i suoi averi,
per istruire i capi secondo il suo giudizio *
e insegnare la saggezza agli anziani.
E Israele venne in Egitto, *
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo, *
lo rese più forte dei suoi nemici.
Mutò il loro cuore e odiarono il suo popolo, *
contro i suoi servi agirono con inganno.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 Gioisce il cuore di chi cerca il Signore.
II (26-45)
Ant. 3 Il Signore fece uscire il suo popolo
con esultanza, *
i suoi eletti con canti di gioia.
Mandò Mosè suo servo *
e Aronne che si era scelto.
Compì per mezzo loro i segni promessi *
e nel paese di Cam i suoi prodigi.
Mandò le tenebre e si fece buio, *
ma resistettero alle sue parole.
Cambiò le loro acque in sangue *
e fece morire i pesci.
Il loro paese brulicò di rane *
fino alle stanze dei loro sovrani.
Diede un ordine e le mosche vennero a sciami *
e le zanzare in tutto il loro paese.
Invece delle piogge mandò loro la grandine, *
vampe di fuoco sul loro paese.
Colpì le loro vigne e i loro fichi, *
schiantò gli alberi della loro terra.
Diede un ordine e vennero le locuste *
e bruchi senza numero;
divorarono tutta l’erba del paese *
e distrussero il frutto del loro suolo.
Colpì nel loro paese ogni primogenito, *
tutte le primizie del loro vigore.
Fece uscire il suo popolo con argento e oro, *
fra le tribù non c’era alcun infermo.
L’Egitto si rallegrò della loro partenza *
perché su di essi era piombato il terrore.
Distese una nube per proteggerli *
e un fuoco per illuminarli di notte.
Alla loro domanda fece scendere le quaglie *
e li saziò con il pane del cielo.
Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque, *
Scorrevano come fiumi nel deserto,
perché ricordò la sua parola santa *
data ad Abramo suo servo.
Fece uscire il suo popolo con esultanza, *
i suoi eletti con canti di gioia.
Diede loro le terre dei popoli, *
ereditarono la fatica delle genti,
perché custodissero i suoi decreti *
e obbedissero alle sue leggi.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 3 Il Signore fece uscire il suo popolo
con esultanza, *
i suoi eletti con canti di gioia.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V Tu sei benedetto, Signore.
R Amen.
L Benedicimi, Padre.
V Per Cristo, che è via e verità,
la divina Maestà ci benedica.
R Amen.
PRIMA LETTURA
1Re 17, 8-24
Dal primo libro dei Re
Il profeta Elia a Zarepta presso la vedova
Il Signore parlò ad Elia e disse: «Alzati, va' a stabilirti a Zarepta di Sidone. Ecco, io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo». Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' di olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; su, fa' come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra». Quella andò e fece come aveva detto Elia. Mangiarono Elia, la vedova e il figlio di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunziato per mezzo di Elia.
In seguito il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia era molto grave, tanto che cessò di respirare. Essa allora disse a Elia: «Che c'è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia iniquità e per uccidermi il figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore Dio mio, l'anima del fanciullo torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò il grido di Elia; l'anima del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò al piano terreno e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore è sulla tua bocca».
RESPONSORIO
Cfr. Sal 145, 10. 9. 1-2
R Il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione;
regna per sempre il Signore,
che protegge lo straniero
e sostiene l'orfano e la vedova.
V Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio,
che protegge lo straniero
e sostiene l'orfano e la vedova.
L Benedicimi, Padre.
V Il vescovo sant'Eusebio [di Vercelli]
che gioiosamente ricordiamo,
interceda per noi presso il Signore.
R Amen.
SECONDA LETTURA
Dalle «Lettere» di sant’Eusebio di Vercelli, vescovo
(Lett. 2 ,1, 3 - 2, 3; 10, 1 - 11, 1: CCL 9, 104-105. 109)
Ho terminato la corsa, ho conservato la fede
Ho saputo che voi, fratelli carissimi, state tutti bene, come io desideravo. Quanto a me, mi sono sentito in mezzo a voi, quasi trasportato all'improvviso da lontanissima distanza, come Abacuc che dall'angelo fu portato a Daniele, nel ricevere le vostre lettere e nel leggere, nei vostri scritti, i buoni sentimenti e l'amore che nutrite per me.
Le lacrime si mescolavano alla mia gioia; il vivo desiderio di leggere era impedito dal pianto.
Passai in questo stato d'animo alcuni giorni nei quali mi sembrava di parlare con voi e riuscivo a dimenticare le fatiche passate. Mi sentivo come investito da ogni parte di ricordi consolanti che mi facevano rivivere la vostra fede, il vostro affetto, i frutti della vostra carità, e così mi pareva, di non essere più in esilio, ma di trovarmi, quasi d'improvviso, in mezzo a voi.
Mi compiaccio molto, o fratelli, della vostra fede e mi rallegro della salvezza che essa ha portato a tutti voi. Godo dei frutti da voi prodotti, che dispensate ai vicini e ai lontani. Siete davvero come un albero sapientemente innestato che, proprio a causa della sua produttività, sfugge alla scure e al rogo. Anche noi vogliamo unirci, in certo qual modo, a voi, non solo con una semplice solidarietà umana, ma con l'offrire la nostra vita stessa per la vostra salvezza.
Sappiate che a stento siamo riusciti a stendere questa lettera, pregando continuamente Dio di tenere a bada, almeno per qualche tempo, i sorveglianti. Volevamo che, per quanto riguarda la nostra persona, il diacono vi portasse questo biglietto di saluti, modesto quanto si voglia, ma pur sempre preferibile a sole notizie incresciose.
Approfitto per raccomandarvi caldamente di custodire con ogni cura la vostra fede, di mantenervi concordi, di essere assidui all'orazione, di ricordarvi sempre di noi, perché il Signore si degni di dare libertà alla sua Chiesa, ora oppressa su tutta la terra, e perché noi, che siamo perseguitati, possiamo riacquistare la libertà e rallegrarci con voi.
Supplico ancora ciascuno di voi, per la misericordia di Dio, di gradire il saluto che gli rivolgo con la presente, perché questa volta, per necessità, non mi è consentito di scrivere a ciascuno secondo il mio solito. Con questa mia mi rivolgo a tutti voi, miei fratelli, e sante sorelle, figli e figlie, fedeli dei due sessi e d'ogni età, perché vogliate accontentarvi di questo semplice saluto e porgere i nostri ossequi anche a quelli che sono fuori della Chiesa, ma che si degnano di nutrire per noi sentimenti di amore.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Glória in excélsis Deo *
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
Dómine Deus rex cæléstis.
Deus Pater omnípotens, *
Iesu Christe et sancte Spíritus.
Dómine Deus, *
Fílius Patris.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
miserére nobis.
Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
a tentatiónibus.
Quia tu solus sanctus, *
tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.
Per síngulos dies benedícimus te, *
et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto, *
sine peccáto nos custodíre.
Benedíctus es, Dómine, *
doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
et dimítte ómnia peccáta mea.
Eructábunt lábia mea hymnum, *
hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
et iudícia tua adiuvábunt me.
Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.
Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
quia páuperes factin sumus nimis, *
ádiuva nos, Deus salutáris noster.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum. Amen.
Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.
ORAZIONE
O Dio onnipotente, concedi ai tuoi servi
di imitare la fortezza del vescovo sant’Eusebio,
assertore intrepido della divinità di Cristo,
perché nella ferma adesione della fede,
di cui egli fu maestro e testimone,
possiamo entrare in comunione di vita
con il tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
V Benediciamo il Signore.
R Rendiamo grazie a Dio.