UFFICIO DELLE LETTURE

Domenica, 20 luglio 2025

DOMENICA
DELLA SEDICESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Col prodigio stupendo della luce,
rifulgente primizia,
hai dato origine al mondo
e all’implacabile corsa dei giorni.

Tu che hai domato il caos tenebroso
con l’alternarsi mirabile
di aurore e di tramonti,
ascolta, Padre, la voce che implora.

Oh! Non accada all’anima,
dispersa nei beni fuggevoli,
di legarsi ostinata nella colpa
e perdere la tua vita;

ma, immune dal peccato,
eluso ogni pericolo,
arrivi alla porta del cielo
ed entri al premio eterno.

Ascolta, Dio pietoso, la preghiera
per Gesù Cristo Signore,
che regna con te nei secoli
e con lo Spirito santo.   Amen.

latino

Lucis creátor óptime,
lucem diérum próferens,
primórdiis lucis novæ
mundi parans oríginem;

Qui mane iunctum vésperi
diem vocári præcipis:
tætrum chaos illábitur;
audi preces cum flétibus.

Ne mens graváta crímine
vitæ sit exsul múnere,
dum nil perénne cógitat
seséque culpis ílligat.

Cælórum pulset íntimum,
vitále tollat præmium;
vitémus omne nóxium,
purgémus omne péssimum.

Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu.   Amen.

in canto

Prodigio stupendo è la luce!
Con essa origine hai dato
al mondo e alla corsa dei giorni,
o Padre, creatore potente.

Il caos tenebroso hai domato,
donandoci aurore e tramonti,
mirabile danza nel tempo:
ascoltaci, eterno Signore!

Il cuore dell’uomo assetato,
disperso nei beni fuggevoli,
non cerchi ostinato la colpa,
perdendo la vita e la pace;

ma, immune da ogni peccato,
elusi pericoli e inganni,
arrivi alla porta del cielo
ed entri felice nel regno.

Ascoltaci, Dio pietoso,
per Cristo Signore risorto:
uniti allo Spirito santo
vivete e regnate per sempre. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI

Cfr. Dn 3, 52-56

Ogni creatura lodi il Signore

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
     e siedi sui cherubini, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

Come era nel principio e ora e sempre
     nei secoli dei secoli, amen, *
     degno di lode e di gloria nei secoli.

SALMODIA

Cantico - Ab 3, 2-4. 13a. 15-19

Dio appare per il giudizio

Levate il capo perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 28).

Ant. 1   Io gioirò nel Signore, *
             esulterò in Dio mio salvatore.

Signore, ho ascoltato il tuo annunzio, *
     Signore, ho avuto timore della tua opera.

Nel corso degli anni manifestala, †
     falla conoscere nel corso degli anni. *
     Nello sdegno ricordati di avere clemenza.

Dio viene da Teman, *
     il Santo dal monte Paràn.

La sua maestà ricopre i cieli, *
     delle sue lodi è piena la terra.

Il suo splendore è come la luce, †
     bagliori di folgore escono dalle sue mani: *
     là si cela la sua potenza.

Sei uscito per salvare il tuo popolo, *
     per salvare il tuo consacrato.
Hai affogato nel mare i cavalli dell’empio, *
     nella melma di grandi acque.

Ho udito e fremette il mio cuore, *
     a tal voce tremò il mio labbro,
la carie entra nelle mie ossa *
     e sotto di me tremano i miei passi.

Sospiro al giorno dell’angoscia *
     che verrà contro il popolo che ci opprime.

Il fico infatti non metterà germogli, †
     nessun prodotto daranno le viti, *
     cesserà il raccolto dell’olivo,

i campi non daranno più cibo, †
     i greggi spariranno dagli ovili *
     e le stalle rimarranno senza buoi.

Ma io gioirò nel Signore, *
     esulterò in Dio mio salvatore.

Il Signore Dio è la mia forza, †
     egli rende i miei piedi come quelli delle cerve *
     e sulle alture mi fa camminare.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Io gioirò nel Signore, *
             esulterò in Dio mio salvatore.

Cantico - Sir 39, 13-16a. 18-20. 35

Tutte le opere del Signore sono magnifiche

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (Lc 1, 46-47).

Ant. 2   Fate fiorire fiori come il giglio,
             spargete profumo e intonate un canto di lode; *
             benedite il Signore per tutte le opere sue.

Ascoltatemi, figli santi, *
     e crescete come una pianta di rose su un torrente.
Come incenso spandete un buon profumo, *
     fate fiorire fiori come il giglio,

spandete profumo e intonate un canto di lode; *
     benedite il Signore per tutte le opere sue.

Magnificate il suo nome; †
     proclamate le sue lodi *
     con i vostri canti e le vostre cetre;

così direte nella vostra lode: †
     «Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore! *
     Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!».

A un suo comando si compie quanto egli vuole; *
     nessuno può ostacolare il suo aiuto.

Ogni azione umana è davanti a lui, *
     non è possibile nascondersi ai suoi occhi.
Il suo sguardo passa da un’eternità all’altra, *
     nulla è straordinario davanti a lui.

Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca *
     e benedite il nome del Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Fate fiorire fiori come il giglio,
             spargete profumo e intonate un canto di lode; *
             benedite il Signore per tutte le opere sue.

Cantico - Gb 38, 4-11. 16-18; 42, 2. 5-6

Lode alla divina sapienza del Creatore

Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti (Ef 4, 6).

Ant. 3   Comprendo, Signore, che puoi tutto *
             e che nessuna cosa ti è impossibile.

«Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? *
     Dillo, se hai tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, *
     o chi ha teso su di essa la misura?

Dove sono fissate le sue basi *
     o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino *
     e plaudivano tutti i figli di Dio?

Chi ha chiuso tra due porte il mare, *
     quando erompeva uscendo dal seno materno,
quando lo circondavo di nubi per veste *
     e di densa caligine per fasce?

Poi gli ho fissato un limite *
     e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto: “Fin qui giungerai e non oltre *
     e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”.

Sei mai giunto alle sorgenti del mare *
     e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte *
     e hai visto le porte dell’ombra funerea?

Hai tu considerato le distese della terra? *
     Dillo, se sai tutto questo!».
Comprendo che puoi tutto *
     e che nessuna cosa ti è impossibile.

Io ti conoscevo per sentito dire, *
     ma ora i miei occhi ti vedono.
Perciò mi ricredo e ne provo pentimento *
     su polvere e cenere.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Comprendo, Signore, che puoi tutto *
             e che nessuna cosa ti è impossibile.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Per Cristo, che è via e verità,
      la divina Maestà  ci benedica.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

2Sam 15, 7-14. 24-30; 16, 5-13

Dal secondo libro di Samuele

Ribellione di Assalonne e fuga di Davide 

Una volta Assalonne disse al re: «Lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al Signore. Perché durante la sua dimora a Ghesùr, in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: Se il Signore mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il Signore a Ebron!». Il re gli disse: «Va' in pace!». Egli si alzò e andò a Ebron. Allora Assalonne mandò emissari per tutte le tribù d'Israele a dire: «Quando sentirete il suono della tromba, allora direte: Assalonne è divenuto re a Ebron». Con Assalonne erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali, invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla. Assalonne convocò Achitòfel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo ad assistere mentre offriva i sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava crescendo di numero intorno ad Assalonne. Arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne». Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada».
Venne anche Zadòk con tutti i leviti, i quali portavano l'arca dell'alleanza di Dio. Essi deposero l'arca di Dio presso Ebiàtar, finché tutto il popolo non finì per uscire dalla città. Il re disse a Zadòk: «Riporta in città l'arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi farà tornare e me la farà rivedere insieme con la sua Dimora. Ma se dice: Non ti gradisco, eccomi: faccia di me quello che è bene davanti a lui». Il re aggiunse al sacerdote Zadòk: «Vedi? Torna in pace in città con tuo figlio Achimaaz e Giònata figlio di Ebiàtar. Badate: io aspetterò presso i guadi del deserto, finché mi sia portata qualche notizia da parte vostra».
Così Zadòk ed Ebiàtar riportarono a Gerusalemme l'arca di Dio e là dimorarono.
Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera.
Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re.
Simei, maledicendo Davide, diceva: «Vattene, vattene, sanguinario, scellerato! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario». Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?». Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita! Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simei camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 40, 6. 8. 11. 10

R   I nemici mi augurano il male
      che sussurrano contro di me;
           ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami.

V   Anche l'amico in cui confidavo,
      anche lui, che mangiava il mio pane,
      alza contro di me il suo calcagno;
           ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami.

L    Benedicimi, Padre.
V   La grazia dello Spirito santo
      illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalla «Lettera ai Filippesi» di san Policarpo, vescovo e martire

(Capp. 12, 1- 14: Funk, 1, 279-283)
Cristo vi faccia crescere nella fede e nella verità 

So bene quale sia la vostra familiarità con le sacre Scritture e come nulla ignoriate: io stesso non sono da tanto. Mi basta ricordarvi ciò che la Scrittura dice: Sdegnatevi, ma non peccate (cfr. Sal 4,5) e: «Il sole non tramonti sopra la vostra ira» (Ef 4, 26). Beato chi se ne ricorda: e io credo che ciò accade realmente tra voi. Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, e lo stesso Gesù Cristo, Figlio di Dio e sacerdote eterno, vi facciano crescere nella fede e nella verità e in ogni dolcezza, senza collera, nella pazienza e nella longanimità, nella fortezza e nella castità. Il Signore vi conceda di condividere l'eredità dei suoi santi, e lo conceda, insieme a voi, anche a noi e a tutti coloro che, sotto il cielo, crederanno nel Signore Gesù Cristo e nel «Padre suo che lo ha risuscitato dai morti» (Gal 1, 1). Pregate per tutti i credenti. Pregate anche per i re e le autorità e i principi, per coloro che vi perseguitano e vi odiano e per i nemici della croce, perché il vostro frutto sia manifesto in ogni cosa e siate perfetti in lui. Mi scriveste, sia voi che Ignazio, che se qualcuno si reca in Siria porti anche la vostra lettera; lo farò, appena se ne presenterà l'occasione. Andrò io stesso o manderò qualcuno a portarla. Come avete domandato, trasmettiamo a voi le lettere di Ignazio, sia quella indirizzata a noi che le altre da noi conservate, e le accludiamo tutte alla nostra presente. Ne potrete trarre grande frutto perché contengono fede, fortezza e tutto ciò che contribuisce alla crescita nel Signore nostro. Da parte vostra comunicateci ciò che avete appreso con certezza tanto di Ignazio che dei suoi compagni.
Ho dettato questa lettera a Crescente, che già vi raccomandai personalmente e che ora torno a raccomandarvi. La sua condotta con noi fu irreprensibile e credo che tale sarà anche con voi. Vi raccomando anche sua sorella, quando verrà tra voi. Rimanete saldi nel Signore Gesù Cristo e la sua grazia sia con voi tutti. Amen.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

O Dio, che ti sei accompagnato
ai tre giovani nella fornace infocata
mitigando con la tua potenza
l’ardore e l’impeto delle fiamme,
proteggi e libera dall’insidia del male
la vita dei tuoi servi.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.