UFFICIO DELLE LETTURE
Lunedì, 21 aprile 2025
LUNEDI IN ALBIS
V O Dio, vieni a salvarmi.
R Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.
Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.
Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.
Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli. Amen.
latino
Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:
Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.
Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.
Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum. Amen.
in canto
O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.
Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.
Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.
Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.
oppure
Era l’alba; e molli il viso,
Maddalena e le altre donne
fean lamento sull’Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice,
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì.
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l’aspetto,
era neve il vestimento:
alla mesta che ‘l richiese
diè risposta quel cortese:
È risorto, non è qui.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.
Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.
Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.
Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.
Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.
Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.
Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.
Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.
Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli. Amen.
latino
Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;
Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.
Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.
Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.
Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.
Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.
Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.
Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.
Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula. Amen.
in canto
Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.
Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.
Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.
Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.
Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.
Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.
Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.
Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.
La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.
oppure
Era l’alba; e molli il viso,
Maddalena e le altre donne
fean lamento sull’Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice,
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì.
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l’aspetto,
era neve il vestimento:
alla mesta che ‘l richiese
diè risposta quel cortese:
È risorto, non è qui.
RESPONSORIO
Cfr. Sal 31, 1-6. 11
R Alleluia, alleluia.
Alleluia.
V I Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa
e perdonato il peccato.
Alleluia.
V II Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
Alleluia.
V III Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
Alleluia.
V IV Giorno e notte pesava su di me la tua mano.
Alleluia.
V V Come per arsura d’estate inaridiva il mio vigore.
Alleluia.
V VI Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia.
Alleluia.
V VII Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
Alleluia.
V VIII Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo,
come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.
SALMODIA
Cantico - Is 12, 1-6
Esultanza del popolo redento
Non ogni acqua guarisce: guarisce l’acqua che ha la grazia di Cristo (S. Ambrogio).
Ant. 1 Tu sei, Signore,
il padre e il redentore nostro: *
rimane eterno il tuo nome. Alleluia.
Ti ringrazio, Signore; †
tu eri con me adirato, *
ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato.
Ecco, Dio, è la mia salvezza; *
io confiderò, non avrò mai timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore; *
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia *
alle sorgenti della salvezza.
In quel giorno direte: *
«Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie, *
proclamate che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto opere grandi, *
ciò sia noto in tutta la terra.
Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, *
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Tu sei, Signore,
il padre e il redentore nostro: *
rimane eterno il tuo nome. Alleluia.
Cantico - Os 6, 1-6
Il Dio della misericordia vuole l’amore più del sacrificio
«Perdono volentieri, scuso prontamente, preferisco la misericordia al sacrificio, perché per mezzo del sacrificio il giusto riesce gradito, per mezzo della misericordia il peccatore viene redento» (S. Ambrogio).
Ant. 2 Cristo morì per i nostri peccati *
ed è risorto secondo le Scritture. Alleluia.
Venite, ritorniamo al Signore: †
ci guarirà egli che ci ha straziato, *
ci fascerà egli che ci ha percosso.
Dopo due giorni ci ridarà la vita †
e il terzo ci farà rialzare *
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore, *
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia di autunno, *
come la pioggia di primavera, che feconda la terra.
«Che dovrò fare per te, Èfraim, *
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino, *
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, †
li ho uccisi con le parole della mia bocca *
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio, *
la conoscenza di Dio più degli olocausti».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 Cristo morì per i nostri peccati *
ed è risorto secondo le Scritture. Alleluia.
Cantico - Ez 36, 24-28
Dio rinnoverà il suo popolo
Essi saranno suo popolo ed egli sarà il «Dio-con-loro» (Ap 21, 3).
Ant. 3 Alleluia. Cristo Gesù è il nostro redentore.
Vi prenderò dalle genti, †
vi radunerò da ogni terra *
e vi condurrò sul vostro suolo.
Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; †
io vi purificherò da tutte le vostre sozzure *
e da tutti i vostri idoli;
vi darò un cuore nuovo, *
metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra *
e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi †
e vi farò vivere secondo i miei precetti *
e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; †
voi sarete il mio popolo *
e io sarò il vostro Dio.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 3 Alleluia. Cristo Gesù è il nostro redentore.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V Tu sei benedetto, Signore.
R Amen.
L Benedicimi, Padre.
V Per Cristo, che è via e verità,
la divina Maestà ci benedica.
R Amen.
PRIMA LETTURA
1Pt 1, 1-21
Inizio della prima lettera di san Pietro, apostolo
Saluto e rendimento di grazie
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle. E fu loro rivelato che non per sé stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito santo mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo. Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: «Voi sarete santi, perché io sono santo» (Lv 19, 2). E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.
RESPONSORIO
Cfr. 1Pt 1, 3; Sal 26, 13
R Dio sia benedetto,
che ci ha rigenerati a una viva speranza
mediante la risurrezione di Gesù dai morti.
Alleluia.
V Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi
mediante la risurrezione di Gesù dai morti.
Alleluia.
L Benedicimi, Padre.
V La grazia dello Spirito santo
illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R Amen.
SECONDA LETTURA
Dai discorsi su «I sacramenti» di sant’Ambrogio, vescovo
(Sermo I, 1-8: SAEMO 17, 43-47)
Tu lotti nel mondo, ma sei incoronato da Cristo
Mi accingo a parlarvi dei sacramenti che avete ricevuto, argomento del quale non sarebbe stato opportuno fornire prima d’ora la spiegazione. In un cristiano, infatti, la fede sta davanti a tutto. Perciò anche a Roma coloro che sono stati battezzati vengono chiamati «fedeli», e il nostro padre Abramo fu giustificato per la fede, non per le opere. Avete dunque ricevuto il battesimo, avete creduto. Non mi è lecito pensare diversamente: non saresti stato chiamato alla grazia, se Cristo non ti avesse giudicato degno della sua grazia.
Dunque, che cosa abbiamo compiuto sabato? L’apertura. Questi misteri dell’apertura sono stati celebrati quando il vescovo ti ha toccato gli orecchi e le narici. Che significa questo? Nel vangelo nostro Signore Gesù Cristo, quando gli fu presentato un sordomuto, gli toccò gli orecchi, e la bocca: gli orecchi perché era sordo, e la bocca perché era muto. E disse: Effatha. È una parola ebraica che in latino significa «apriti». Per questo dunque il vescovo ti ha toccato gli orecchi, perché i tuoi orecchi si aprissero alla parola e all’esortazione del vescovo. Ma tu mi chiedi: «Perché le narici?». Là, perché era muto, gli toccò la bocca, affinché, visto che non poteva parlare dei misteri celesti, ricevesse la voce da Cristo, e là si trattava di un uomo. Qui, perché si battezzano delle donne e la purezza del servo non è così grande come quella del padrone – quale confronto vi può essere, dal momento che questi rimette i peccati, mentre a quello sono rimessi? –, perciò in riferimento all’azione e al compito, il vescovo non tocca la bocca, ma le narici. Perché le narici? Perché tu accolga il buon odore dell’eterna pietà, perché tu dica: «Siamo il buon odore di Cristo per Dio» (2Cor 2, 15), come disse il santo Apostolo, e in te vi sia la fragranza della fede e della devozione.
Siamo venuti al fonte, sei entrato, sei stato unto. Pensa a chi hai visto, pensa a quello che hai detto, richiamalo diligentemente alla memoria! Ti è venuto incontro un levita, ti è venuto incontro un sacerdote, sei stato unto come un atleta di Cristo che si prepara a sostenere la lotta contro questo mondo. Ti sei impegnato a cimentarti nella lotta. Chi lotta ha motivo di sperare. Dove c’è lotta, là c’è una corona. Lotti nel mondo, ma sei incoronato da Cristo. E sei incoronato per le lotte sostenute contro il mondo; infatti, benché il premio sia in cielo, il merito per ottenerlo si acquista quaggiù.
Quando il vescovo ti ha chiesto: «Rinunci al diavolo e alle sue opere?», che cosa hai risposto? «Rinuncio»; «Rinunci al mondo e ai suoi piaceri?», che cosa hai risposto? «Rinuncio». Ricordati delle tue parole, e non ti esca mai dalla mente ciò che consegue alla garanzia da te offerta. Se tu dai una cambiale ad una persona, devi impegnarti per riceverne il denaro; non hai via di scampo, e l’usuraio ti obbliga anche se tu ti opponi. Se rifiuti, vai in tribunale, e là la tua garanzia dimostra il tuo torto. Pensa a dove hai promesso e a chi. Hai visto un levita, ma è un ministro di Cristo. Lo hai visto prestare servizio davanti agli altari. La tua cambiale, dunque, è conservata non in terra, ma in cielo. Pensa a dove ricevi i sacramenti celesti. Se qui c’è il corpo di Cristo, qui si ritrovano anche gli angeli. «Dove il corpo, lì anche le aquile» (Mt 24, 28), hai letto nel vangelo. Dove c’è il corpo di Cristo, là si trovano anche le aquile, che sono solite spiccare il volo per fuggire ciò che è terreno e raggiungere ciò che è celeste. Perché dico questo? Perché anche tutti gli uomini annunciatori di Cristo sono angeli e sembrano assunti al posto degli angeli. In che modo? Ascolta. Giovanni Battista era nato da un uomo e da una donna. E tuttavia sappi che anch’egli è un angelo: «Ecco, mando il mio angelo davanti alla sua faccia, ed egli preparerà la tua strada davanti a te». (Mt 11, 10). Ascolta un’altra prova. Dice il profeta Malachia: «Le labbra del sacerdote custodiscono la scienza e cercano la legge dalla sua bocca: infatti è l’angelo di Dio onnipotente» (2, 7). Diciamo questo per proclamare la gloria del sacerdozio, non per aggiungere qualcosa ai nostri meriti personali.
Hai dunque rinunciato al mondo, hai rinunciato al secolo: devi sentirne l’impegno! Chi deve del denaro, ha sempre in mente la sua garanzia. Anche tu, che sei debitore della fede a Cristo, custodisci la fede, che è molto più preziosa del denaro: la fede è un patrimonio eterno, il denaro un patrimonio temporaneo. Anche tu dunque ricorda sempre che cosa hai promesso: sarai più guardingo. Se manterrai la tua promessa manterrai anche la tua garanzia.
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
TE DEUM
Te Deum laudámus: *
te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
incessábili voce proclámant:
Sanctus, Sanctus, Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus *
apostolórum chorus,
te prophetárum *
laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
Imménsæ maiestátis,
venerándum tuum verum *
et únicum Filium,
Sanctum quoque *
Paráclitum Spíritum.
Te rex glóriæ, *
Christe.
Tu Patris *
sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
in glória Patris.
Iudex *
créderis esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
in glória numerári.
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
et extólle illos usque in ætérnum,.
Per síngulos dies *
benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in ætérnum.
Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.
ORAZIONE
Dio salvatore e Padre,
che nella risurrezione del Figlio tuo
hai spezzato la schiavitù del demonio
e hai dato origine a un popolo nuovo,
dona ai tuoi servi di custodire con cuore fedele
la gioia di una libertà così grande.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
V Benediciamo il Signore.
R Rendiamo grazie a Dio.