UFFICIO DELLE LETTURE

Domenica, 20 ottobre 2024

DEDICAZIONE
DELLA CHIESA CATTEDRALE
Festa

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.

Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.

Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.

Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli.   Amen.

latino

Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:

Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.

Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum.   Amen.

in canto

O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.

Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.

Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.

Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.

latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.

in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 64, 2. 3. 5

R    A te si deve lode, o Dio, in Sion;
      a te si sciolga il voto
           nella tua santa Chiesa.

V I  A te viene ogni mortale,
       a te che ascolti la nostra preghiera
            nella tua santa Chiesa.

V II Beato chi hai scelto e chiamato vicino:
       tu lo fai abitare
            nella tua santa Chiesa.

SALMODIA

Cantico - Is 2, 2-5

La nuova città di Dio, centro dell’umanità intera

Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te (Ap 15, 4).

Ant. 1   Sulla cima dei monti è fondata la Chiesa,
             alta sovrasta sui colli; *
             ad essa tutte le genti affluiranno
             cantando gloria a Dio.

Alla fine dei giorni, † 
     il monte del tempio del Signore *
     sarà elevato sulla cima dei monti,

e sarà più alto dei colli; *
     ad esso affluiranno tutte le genti.

Verranno molti popoli e diranno: † 
     «Venite, saliamo sul monte del Signore, * 
     al tempio del Dio di Giacobbe,

perché ci indichi le sue vie *
     e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge * 
     e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà giudice fra le genti * 
     e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, *
     le loro lance in falci;

un popolo non alzerà più la spada 
          contro un altro popolo, *
     non si eserciteranno più nell’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, vieni * 
     camminiamo nella luce del Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Sulla cima dei monti è fondata la Chiesa,
             alta sovrasta sui colli; *
             ad essa tutte le genti affluiranno
             cantando gloria a Dio.

Cantico - Bar 5, 1-9

Gerusalemme città di Dio

La città non ha bisogno della luce del sole né della luce della luna, perché la gloria di Dio la illumina (Ap 21, 23).

Ant. 2   Gerusalemme, città del gran Re;
             a te vengono i giusti; *
             non hai bisogno di sole o di luna,
             perché ti illumina la gloria di Cristo.

Deponi, o Gerusalemme, * 
     la veste dell’afflizione e del lutto,
rivèstiti dello splendore della gloria *
     che ti viene da Dio per sempre.

Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, * 
     metti sul capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore *
     ad ogni creatura sotto il cielo.

Sarai chiamata da Dio per sempre: * 
     gloria della pietà e pace della giustizia.
Sorgi, o Gerusalemme, e sta’ in piedi sull’altura * 
     e guarda verso oriente;

vedi i tuoi figli riuniti da occidente ad oriente,
          alla parola del Santo, *
     esultanti per il ricordo di Dio.

Si sono allontanati da te a piedi, † 
     incalzati dai nemici; *
     ora Dio te li riconduce in trionfo
          come sopra un trono regale.

Poiché Dio ha stabilito di spianare * 
     ogni alta montagna e le rupi secolari,
di colmare le valli e spianare la terra *
     perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.

Anche le selve e ogni albero odoroso * 
     faranno ombra ad Israele per comando di Dio.

Perché Dio ricondurrà Israele con gioia * 
     alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia *
     che vengono a lui.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2   Gerusalemme, città del gran Re;
             a te vengono i giusti; *
             non hai bisogno di sole o di luna,
             perché ti illumina la gloria di Cristo.

Cantico - Tb 13, 10-13. 15. 16b-17a. 18

Ringraziamento per la liberazione del popolo

Mi mostrò la città santa di Gerusalemme, risplendente della gloria di Dio (Ap 21, 10-11).

Ant. 3   Gerusalemme, di splendida luce
             rifulgerai al cospetto di Dio; *
             nelle tue strade i giusti eleveranno
             il cantico dell'esultanza: Alleluia!

Tutti parlino del Signore * 
     e diano lode a lui in Gerusalemme.

Gerusalemme, città santa, † 
     ti ha castigata per le opere dei tuoi figli, *
     e avrà ancora pietà per i figli dei giusti.

Da’ lode degnamente al Signore * 
     e benedici il re dei secoli;

egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia, *
     per allietare in te tutti i deportati,
per far contenti in te tutti gli sventurati, *
     per tutte le generazioni dei secoli.

Come luce splendida brillerai 
          sino ai confini della terra; *
     nazioni numerose verranno a te da lontano;

gli abitanti di tutti i confini della terra † 
     verranno verso la dimora del tuo santo nome, *
     portando in mano i doni per il Re del cielo.

Generazioni e generazioni 
          esprimeranno in te l’esultanza *
     e il nome della città eletta durerà nei secoli.

Sorgi ed esulta per i figli dei giusti: † 
     tutti presso di te si raduneranno *
     e benediranno il Signore dei secoli.

Beati coloro che ti amano, * 
     beati coloro che gioiscono per la tua pace.

Anima mia, benedici il Signore, il gran sovrano: †
     Gerusalemme sarà ricostruita *
     come città della sua residenza per sempre.

Le porte di Gerusalemme 
          risuoneranno di canti di esultanza, *
     e in tutte le sue case canteranno: «Alleluia!

Benedetto il Dio d’Israele †
     e benedetti coloro che benedicono
          il suo santo nome *
     nei secoli e per sempre!».

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3   Gerusalemme, di splendida luce
             rifulgerai al cospetto di Dio; *
             nelle tue strade i giusti eleveranno
             il cantico dell'esultanza: Alleluia!

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

V   Tu sei benedetto, Signore.
R   Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Dio conduca alla gioia del paradiso
      quanti celebrano
      la dedicazione di questo tempio.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

1Pt 2, 1-17

Dalla prima lettera di san Pietro, apostolo

L’edificio spirituale fatto di pietre vive

Deposta ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza, come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: se davvero «avete già gustato come è buono il Signore» (Sal 33, 9). Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: 
«Ecco io pongo in Sion 
una pietra angolare, scelta, preziosa 
e chi crede in essa non resterà confuso» (Is 28, 16). Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli «la pietra che i costruttori hanno scartato 
è divenuta la pietra angolare,
sasso d'inciampo e pietra di scandalo» (Sal 117, 22; Is 8, 14).
Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. Ma voi siete «la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose» (Es 19, 6; Is 43, 20. 21) di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi, che un tempo eravate «non-popolo», ora invece siete «il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia», ora invece «avete ottenuto misericordia» (Os 1, 6. 9).
Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra all'anima. La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. 
Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 121, 1

R   Sul monte del Signore ho visto la sua tenda
      fulgente di viva luce;
           ivi cantano gli angeli e dicono:
           «Questa è davvero la casa di Dio
           e la dimora dei santi».

V   Quale gioia quando mi dissero:
      «Andremo alla casa del Signore». 
           Ivi cantano gli angeli e dicono:
           «Questa è davvero la casa di Dio
           e la dimora dei santi».

L   Benedicimi, Padre.
V   L'unigenito Figlio di Dio
      ci salvi e ci sia propizio.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dall’«Omelia per la dedicazione del Duomo di Milano ricostruito» di san Massimo di Torino, vescovo

(Om. 94: PL 57, 470-472)
Voi presentate al nostro Dio una Chiesa vera

Carissimi, nel colmo delle nostre tribolazioni, che con la grazia di Dio siamo riusciti a sopportare, alcuni con giudizio meno illuminato sono andati commentando: Ormai questa città è stata distrutta, la Chiesa è crollata; ormai è venuta meno la ragione di vivere. Io invece dico: permane la ragione di vivere in modo più giusto e più santo. Dio onnipotente, che guida tutte queste vicende con grande pietà, non ha consegnato nelle mani dei nemici la città che è costituita da voi, ma solo le case della città; né ha voluto che fosse consumata dall'incendio quella che è la sua vera Chiesa, ma solo permise per la nostra correzione l'incendio dei locali della chiesa. Nessuno, che sia saggio e che abbia fede, ignora che la città è formata dalla popolazione e che la Chiesa è rappresentata dalla comunità cristiana. Non dunque le travi e i tetti, ma voi, o carissimi, formate la Chiesa viva per il nostro Dio; voi rappresentate l'intera città. 
Perciò nello stesso castigo inflitto alla sua famiglia Dio benignamente ha condotto tutte le cose in modo tale che non rimanessero impuniti i nostri peccati ed egli concedesse ai suoi servi imploranti il tempo per una vita di grazia. Per sua bontà infatti, dopo una distruzione così grave e luttuosa, ecco qui incolume il suo sommo sacerdote e illeso il suo clero; ecco qui anche la comunità che, pur vivendo ancora ogni giorno nella paura e nella tristezza, tuttavia gode di uno stato di libertà. Non è dunque stata rifatta ora la Chiesa, che per dono di Dio non è mai perita, ma solo ha riavuto le pareti, i tetti, questa chiesa, cioè voi, che siete la Chiesa di Dio. Come dichiara l'apostolo: «Voi siete il tempio del Dio vivente» (2Cor 6, 16). 
Constatiamo, perciò, fratelli, che, se per i nostri peccati doveva esserci un giusto castigo che ci toccasse, per la bontà del pio giudice non siamo periti noi personalmente, ma è stato distrutto dai saccheggiatori e consumato dal fuoco e dalle armi solo quanto esteriormente ci apparteneva.
Giustamente quindi il beatissimo e sommo sacerdote di Dio Eusebio con noi e per noi può elevare a Dio il canto di Davide: «Ti ho manifestato la mia vita; hai posto dinanzi a te le mie lacrime» (Sal 55, 9); ossia: «Ti ho confessato, o Signore, i miei peccati, e tu non mi hai negato la tua misericordia; ho esperimentato il castigo del giudice, ma anche conosco la pietà di chi perdona. Ho pianto per i dolori miei e per i lutti del tuo popolo in mezzo a gente straniera, ma ora gioisco che le mie lacrime non siano state da te disprezzate. Come dice il profeta: Tu, Signore, "hai mutato il mio pianto in letizia" (Sal 29, 12); mi hai rigettato, perché offeso, poi nella tua benignità mi hai richiamato. Anzi, per essere più esatto, per bontà mi hai scacciato, perché non restassi temerariamente sul posto e provassi la condizione miserevole di schiavo inflitta dall'invasore. Ho conosciuto quello che meritavo, e ho ottenuto quello che non meritavo. 
Ringrazio quindi l'eterna tua gloria poiché ti sei degnato di riedificare questa tua santa casa, che il furore dei barbari ha raso al suolo e che per mezzo mio ti sei degnato di ricostruire. Hai riunito ora sotto il mio sguardo la tua comunità dispersa e nel tuo nome dedichiamo l'edificio nuovo che sorge sull'antico. Come per una risurrezione, è ritornata alla sua antica altezza la cima abbattuta di questo santo tempio. Allo stesso modo un tempo il popolo d'Israele, condotto schiavo in Babilonia, dopo l'incendio di Gerusalemme e la distruzione del tempio, ritornato in patria trascorso un certo periodo, innalzò nuovamente la città e il tempio.
"Conserva" dunque ora "quello che hai operato in noi", Signore (Sal 67, 29). Siici propizio e perdonaci. "Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità" (Sal 27, 9). Non avvenga più, o Dio nostro, che tu ti nasconda e che le genti, ridendo della perdizione del tuo gregge, dicano: "Dov'è il loro Dio?" (Sal 113, 2). 
Ma come non ci è mancato il castigo della tua indignazione, così non cessi mai la tua benevola pietà. Per la grazia del Signore nostro Gesù Cristo che con il Padre e con lo Spirito santo vive e regna nei secoli dei secoli. Amen».

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

O Dio, che hai voluto l’edificazione
del nostro massimo tempio
a onore del tuo nome,
accogli i voti del tuo popolo
radunato in questa casa di orazione
e ricompensalo largamente coi tuoi doni.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, 
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, 
per tutti i secoli dei secoli.

OPPURE

Quando l’Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell’orazione riportata si può sempre dire l’orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.