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ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Venerdì, 15 agosto 2025

VANGELO STORICO

Introduzione

Si può consultare l’introduzione generale, in "Vangelo storico" della Prima Domenica di Avvento.

 

I luoghi

La «montagna» e la «città di Giuda» raggiunte da Maria (Lc 1, 39-56) potevano essere situate soltanto nella zona individuata dalla tradizione. Doveva essere una zona con abitazioni usuali, non una zona di pastori ma coltivata, ossia quella a ovest di Gerusalemme.

 

La madre di Gesù, ragazza istruita

Questo cantico manifesta l’istruzione che Maria aveva ricevuto fin da piccola. Perché lei, se le altre bambine normalmente non venivano mandate a scuola?
È chiaro, leggendo questo brano, che la Vergine Maria frequentava l’ambiente sacerdotale, anzi doveva essere proprio di famiglia sacerdotale, perché i suoi parenti erano di questa stirpe: Zaccaria della classe di Abia, Elisabetta della stirpe di Aronne.
Per questo le era stata assicurata una buona istruzione.
Il cantico è suo, e l’ha poi ricordato a memoria, come a memoria ripeteva tutte quelle cose che la riguardavano e che leggiamo nei primi due capitoli di Luca.

 

Il mistero “grezzo”

Storie di mamme, con tutte le loro sofferenze, le loro gioie, i loro segreti e i loro discorsi.
Ma storie che la gente non poteva cambiare, chiacchierando e banalizzando. Qui i fatti erano ben straordinari; erano da capire; non si poteva evitare di nutrire un rispetto e un timore per essi.
Le due donne, una sui quattordici anni e l’altra presumibilmente sui quaranta, né si vantavano, né ci hanno tenuto nascosto il mistero che si compiva storicamente nel loro grembo. Realtà femminili, ma non da tenere per loro.
Non c’erano aureole, c’erano fatiche da affrontare. Maria stava per affrontare la più dura incomprensione di Giuseppe: se non lo avesse avvisato l’angelo...
Il Cristo re dei Giudei, che stava per nascere, e il suo precursore e presentatore al popolo stavano sviluppandosi nel pancione delle loro mamme. Niente fantasie, anche se avvenivano fatti inimmaginabili, ma occupazioni quotidiane da svolgere.
Allora il cantico di Maria è soltanto un’espressione molto concreta di quello che Maria sentiva e viveva nell’anima e nel corpo, a contatto con il Figlio e nel colloquio con la parente Elisabetta.
Un cantico da non idealizzare ma da ripetere con lei, perché possiamo rivivere con lei il fatto storico, cioè inequivocabile, e nello stesso tempo soprannaturale, segno della potenza di Dio tra noi: il Mistero dell'Incarnazione.

Giovanni Conforti