OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE
Mercoledì, 01 gennaio 2025
VOCE GUIDA
Introduzione
Il Natale del Signore entra nel suo ottavo giorno nel nuovo anno e lo illumina con la ”pienezza del tempo”. Nella tradizione cristiana, infatti, il tempo definitivo è indicato come “il giorno ottavo”, diverso dai sette del calendario consueto perché senza tramonto. Siamo così avviati verso la Vita senza limiti, che Dio già ci dona nel Figlio.
All’inizio del nuovo anno ribadiamo la nostra fede nel mistero dell’Incarnazione del Signore, impegnandoci in ogni contesto a favore della dignità umana.
Atto penitenziale
Fratelli carissimi, radunati attorno all’altare nell’ottavo giorno del Natale, riconosciamo nel Signore Gesù la via che conduce alla pace, la verità principio di ogni giustizia, la vita che nasce dall’amore e, con fede viva, disponiamoci al pentimento, perché ci sia dato di partecipare alla mensa del suo sacrificio redentore con una coscienza pura e un cuore lieto e operoso.
Tu, Figlio di Dio, che hai voluto condividere la nostra esistenza, per farci partecipi della ricchezza della tua vita divina: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Tu, Figlio dell’uomo, che possiedi l’unico nome nel quale possiamo trovare salvezza: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Tu, Figlio primogenito del Padre, che ci offri la tua pace e comandi di perdonarci prima di venire al tuo altare: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Lettura
Al centro della liturgia c’è oggi il tema del nome. La benedizione sacerdotale di Numeri impone il nome di Dio sugli Israeliti. Dio benedice attraverso il dono del suo Nome, cioè offrendo la comunione con la sua persona. In essa troviamo grazia, pace, luce.
Epistola
Giuseppe dà il nome al figlio di Maria appena nato. Gesù: “Dio salva”. Nella pasqua, è il Padre stesso che gli dona il nome di “Signore”. Riconoscere la sua signoria sulla nostra vita significa accogliere in noi la verità del suo nome: in lui Dio ci ha salvati.
Vangelo
Gesù obbedisce alle prescrizioni del suo popolo. Circonciso all’ottavo giorno, riceve il nome che i genitori gli danno, obbedendo alle parole dell’angelo. In questa obbedienza, tipica di chi custodisce in sé la Parola, maturano le opere stupefacenti di Dio.