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NATALE DEL SIGNORE - Liturgia vigiliare vespertina

Mercoledì, 24 dicembre 2025

VANGELO STORICO

Introduzione

Si può consultare l’introduzione generale, in Vangelo storico della Prima Domenica di Avvento.

 

L’opera degli scribi cristiani

Se confrontiamo le genealogie di Gesù riportate da Luca e da Matteo (Mt 1, 1-25), notiamo subito che sono molto diverse.
C’era un motivo pratico. Gli scribi di Matteo non potevano ripetere le cose già contenute nel Vangelo di Luca. Però gli evangelisti non si sono lasciati condizionare da questo.
La genealogia secondo Luca è quella reale, come si era costituita di generazione in generazione nella famiglia di Giuseppe.
La genealogia secondo Matteo, invece, è una genealogia pubblica.
Questo Vangelo era rivolto particolarmente ai maestri della Legge e ai capi ebrei e la genealogia è un gioiello d’arte degli scribi cristiani.
Il loro intento era di mostrare che Gesù era pienamente inserito nella storia e nella tradizione del popolo ebreo.
Le quattordici generazioni per ognuno dei tre periodi sono verosimili, seppure non esatte storicamente. Infatti ciascun periodo comprende tra gli ottocento e i cinquecento anni. Le generazioni più antiche, secondo la Bibbia, sono durate di più.
I tre numeri quattordici sono cornici. Contengono ciascuna molte opere compiute da Dio per il popolo ebreo, con cui aveva stabilito l’Alleanza.
Tra gli antenati di Gesù, ci sono nomi di re che non troviamo nel Vangelo di Luca, perché Matteo doveva evidenziare la discendenza diretta del Cristo dal re Davide, secondo le profezie.

 

Preoccupazioni e date

Il versetto 25 ha presentato difficoltà di traduzione. Sembra dire che Giuseppe non aveva rapporti coniugali con Maria soltanto fino alla nascita di Gesù.
Non sarebbe conveniente lasciar trasparire questo, mentre noi veneriamo la Madonna come sempre Vergine.
Tuttavia il versetto si deve proprio tradurre così: «E non la conosceva finché   non partorì un figlio; ed egli lo chiamò Gesù».
Il Vangelo non dice altro e la difficoltà sembra insormontabile.
Se però ammettiamo che gli scribi di Matteo abbiano pubblicato il Vangelo nell’anno 43 (40), allorché Maria frequentava la comunità di Gerusalemme e probabilmente anche Giuseppe era ancora vivo, la difficoltà svanisce.
Matteo e i suoi scribi non avevano ancora rivolto l’attenzione alla verginità di Maria. In ogni modo non potevano scrivere di questo nel Vangelo.
Maria, che aveva 58 anni e, secondo alcune tradizioni, sarebbe vissuta ancora circa venti, non poteva essere oggetto di venerazione da parte della Chiesa. Non c’era ancora stata l’Assunzione in cielo.
L’unica preoccupazione degli scribi evangelisti era dunque di certificare che Gesù non era figlio di Giuseppe, ma Figlio di Dio e di Maria. E nessuna preoccupazione, a causa di questo versetto evangelico, deve turbare noi che veneriamo la Vergine Maria.

Giovanni Conforti