IL PRIMO QUARTO DEL XXI SECOLO, UN TEMPO COSTELLATO DI MARTIRI
Pubblicato il 09/10/2025
Sono tante le figure, note e meno note, che meritano di essere ricordate e onorate per la loro fedeltà a Cristo e al Vangelo.
Cari amici lettori, quando parliamo di martiri, il nostro pensiero va forse alle figure aureolate di tanti dipinti e mosaici: personaggi remoti di un passato ormai lontano, relegati al rango di "santini" un po' innocui e, se va bene, a pagine di letteratura edificante (magari pure affascinante, come gli Atti dei martiri dei primi secoli). Ma il martirio - la testimonianza per eccellenza, fino al sangue (cf. Apocalisse 7, 14) - ha accompagnato la storia della Chiesa nell'arco di due millenni. E ha, purtroppo, anche un volto contemporaneo, di martiri vissuti nel XX e nel XXI secolo, dunque in un mondo che è anche il nostro.
Se chiedessimo chi sono i martiri dei nostri tempi, forse sapremmo citare padre Massimiliano Kolbe o il vescovo Oscar Romero. Ma la nostra epoca è costellata di tantissimi "nuovi martiri". Come già avvenne nel Giubileo del 2000, anche quest'anno si è tenuta una celebrazione ecumenica nella basilica di San Paolo fuori le mura per ricordarli, - presieduta da papa Leone il 15 settembre scorso. Secondo il report presentato l'8 settembre in vista di tale celebrazione dalla Commissione vaticana per i nuovi martiri, sono 1.624 i casi di cristiani uccisi in odio alla fede e alla giustizia tra il 2000 e il 2025: ben 643 nell'Africa subsahariana, 357 in Asia e Oceania, 304 nelle Americhe, 277 in Medio Oriente e Maghreb e 43 in Europa. Il lavoro della Commissione intendeva completare l'analoga ricerca voluta da san Giovanni Paolo II per il Giubileo del 2000.
«Tanti fratelli e sorelle, anche oggi, a causa della loro testimonianza di fede in situazioni difficili e contesti ostili, portano la stessa croce del Signore: come Lui sono perseguitati, condannati, uccisi», ha ricordato papa Leone durante la celebrazione ecumenica. Tra questi nuovi martiri, troviamo persone uccise da organizzazioni criminali o narcotrafficanti, o per essersi opposti a deforestazione e sfruttamento delle risorse naturali semplici fedeli massacrati in attentati, altri uccisi da jihadisti o nell'ambito di conflitti etnico-politici. Il martirio assume un volto "moderno" e attraversa ogni professione. Il vaticanista Luigi Accattali, insieme a Ciro Fusco, ha messo insieme 443 storie che riguardano italiani in Nuovi martiri (San Paolo, 2025): vi troviamo missionari, persone che hanno nascosto o aiutato gli ebrei, martiri delle stragi di popolo, martiri della dignità della persona umana, martiri della carità, martiri della giustizia. Anche il concetto di martirio, insomma, si sta ampliando e rivedendo.
Figure note e meno note, che meritano di essere ricordate e onorate, per la loro fedeltà a Cristo e al suo Vangelo. In un'epoca apparentemente povera di "testimoni", in realtà essi sono sparsi nel popolo di Dio, a ogni latitudine e anche oltre i confini della Chiesa cattolica: papa Francesco aveva parlato più volte di un "ecumenismo del sangue". «La testimonianza del loro martirio», ha detto Leone XIV, «è più eloquente di ogni parola: l'unità viene dalla Croce del Signore».
Per preservare la memoria di questi "nuovi martiri", esiste dal 1999 un santuario loro dedicato a Roma, sull'isola Tiberina: la basilica di San Bartolomeo, in cui si trova il Memoriale dei nuovi martiri. «Lievito di un'umanità pacifica e fraterna», essi ci ricordano che il Vangelo di Cristo si può (e si deve) vivere in ogni contesto ma anche che la grazia, come diceva il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, è sempre «a caro prezzo». «La loro testimonianza rimane come una profezia della vittoria del bene sul male», ha ricordato papa Leone. E come uno sprone anche per noi a rendere il mondo un posto migliore.
di: don Vincenzo Vitale
da: Credere 38/2025
Commenti
Il tuo commento
marco bollini il giorno 18/09/2025 alle ore 17:07 ha commentato:
Splendida e doverosa celebrazione quella di domenica, ricca di momenti commoventi, ma soprattutto della testimonianza di queste persone che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello.
