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AVVISI BREVI A FINE MESSA E CONGEDO SOBRIO MA MAI FRETTOLOSO

Pubblicato il 12/09/2025

Le comunicazioni al termine della celebrazione devono essere brevi. Ci si può avvalere anche di volantini e bollettini digitali. 

La terza edizione del Messale ha introdotto nei Riti di conclusione, descritti nell'Ordinamento generale del Messale romano (n. 90), anche i «brevi avvisi, se necessari» (cfr. n. 166: «Detta l'orazione dopo la comunione, si possono dare, se occorre, brevi comunicazioni al popolo»).

L'indicazione appare sotto forma di rubrica anche nel Rito della Messa con il popolo (p. 451). In realtà nel Messale romano precedente essa appariva solo qui: «A questo punto si danno, quando occorre, brevi comunicazioni o avvisi al popolo» (p. 424) e non nei Praenotanda. Questo avviene quando la redazione del Messale è condotta senza tener conto della presenza dello stesso contenuto nelle sue varie parti. […]

Va sottolineato che le comunicazioni "si possono", "quando occorre" e, che devono essere: "brevi". Costringere i fedeli a sedersi per subire una cospicua lista di avvisi vari, è certamente fuori posto e inutile.

Fin dagli anni '80 del secolo scorso J.B. Cappellaro con il suo gruppo di lavoro aveva messo a punto il progetto pastorale Da massa a popolo di Dio. Al suo interno era prevista e ben strutturata l'area comunicazione. Allora si lavorava con il ciclostile, oggi abbiamo strumenti più sofisticati e flessibili. Si tratta di organizzarli con l'aiuto di persone di buona volontà. Per gli orari e gli avvisi brevi sono utili manifesti leggibili e volantini. Coloro che sanno accedere al sito parrocchiale, troveranno avvisi e comunicazioni nello spazio riservato del bollettino digitale stampabile. Ad esso si rimanda, dunque, evitando lungaggini e confusione in chiesa.

Il congedo - quando non prevede una forma più solenne di Benedizione o l'Orazione sul popolo - è sobrio, mai frettoloso e distratto: «Il sacerdote, allargando le braccia, rivolto verso il popolo, dice: "Il Signore sia con voi". Il popolo risponde: "E con il tuo spirito". Il sacerdote quindi benedice il popolo: "Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo". Il popolo risponde: "Amen"». E il popolo di Dio è congedato nella pace: «Andate in pace. Rendiamo grazie a Dio». E questa pace ricevuta, ora è da portare con sé e da donare. Non sono previsti altri canti o elementi conclusivi perché la celebrazione non è per niente conclusa, va portata al mondo.


di: don Carlo Cibien
da: Credere 15/2024


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