IL GRIDO PROFETICO DEI VESCOVI ITALIANI PER LE AREE INTERNE
Pubblicato il 25/09/2025
Con una insolita Lettera al Governo, 139 vescovi, cardinali e abati puntano i riflettori su un pezzo del Paese che sta morendo.
«Un invito a mettersi al servizio di un “suicidio assistito” di questi territori». Così i 139 vescovi, cardinali e abati italiani che hanno firmato la Lettera aperta al Governo e al Parlamento, giudicano il Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne proposto dall'esecutivo, in cui si parla di «accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». Stiamo parlando della questione delle aree interne del nostro Paese, afflitte da spopolamento per emigrazione e invecchiamento della popolazione, carenza di servizi sociali e sanitari, di infrastrutture, mancanza di lavoro e prospettive per il futuro.
È un fenomeno noto da anni che viene - appunto - giudicato «irreversibile», cioè senza ritorno dal Piano strategico. Stiamo però parlando di una fetta non proprio piccola dell'Italia: 4.000 comuni delle aree interne, per una popolazione di 13,4 milioni di italiani (22,7% di quella nazionale), sul 58,8% della superficie del Paese (dati Openpolis). E dietro i dati, c'è un'Italia con la sua storia, le sue tradizioni, la sua bellezza ambientale, storica e culturale. Un'Italia che ha dato tanto al resto del Paese, con l'emigrazione verso le grandi aree urbane e che ha contribuito a far crescere l'intera società.
Colpisce ed è davvero insolito che i vescovi abbiano coraggiosamente preso posizione per una "periferia" dimenticata dell'Italia, denunciando l'abbandono di queste aree da parte delle istituzioni, sollecitando un sostegno concreto e suggerendo una serie di passi, perché si favorisca la "restanza” cioè «la possibilità concreta per le persone, soprattutto i giovani, di scegliere di rimanere e costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono nati». Un'attenzione a queste aree, dove uno dei pochi presidi rimasti è quello ecclesiale, viene dalle Caritas diocesane e, in seguito alle loro richieste, la Caritas italiana sta avviando un coordinamento nazionale per le aree interne. La Chiesa italiana già da alcuni anni segue la questione, con convegni annuali sulle aree interne, l'ultimo dei quali ha avuto come frutto la Lettera aperta al Governo, che - spiega Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento e promotore dei Convegni - vuol essere «un contributo che offriamo al Governo e al Parlamento, perché non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a sancire la morte di una parte significativa della Nazione».
Conoscendo da vicino alcune di queste realtà interne, mi fa male vedere come si siano svuotati paesi fino a pochi decenni fa vivaci e pulsanti di vita. Paesi dove le relazioni personali contano, la solidarietà, il sostegno reciproco e anche una religiosità sentita vive ancora. Un'Italia che ha una dignità e dei diritti come il resto del Paese. E che non merita di essere abbandonata a sé stessa. Rimane la tenue speranza che lo sguardo pastorale dei vescovi, sentinelle come a suo tempo il profeta (Ezechiele 3,17, citato nella Lettera), puntando i riflettori sulla questione, susciti qualche salutare sussulto.
di: don Vincenzo Vitale
da: Credere 36/2025
foto: https://corriereirpinia.it/a-benevento-il-convegno-dei-vescovi-delle-aree-interne-non-ci-rassegniamo-a-un-destino-gia-segnato-unica-strada-e-unire-le-forze-si-lavora-alla-lettera-appello-al-governo/
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