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OGNI DOMENICA LA MESSA CI INVITA ALLA PREGHIERA

Pubblicato il 12/09/2025

Dopo la comunione, sia il silenzio che il canto concorrono al dialogo profondo con il Signore ricevuto nel Sacramento. 

Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote e i fedeli… pregano per un po' di tempo in silenzio. Tutta l'assemblea può anche cantare un salmo, un altro cantico di lode o un inno» (Ordinamento generale del Messale romano, n. 88). Ancora una volta il silenzio viene chiamato in causa, e non esprime il vuoto, ma la presenza di Gesù intimamente accolta e adorata singolarmente e dall'intera assemblea. Anche l'eventuale canto deve rinforzare, con le parole e la melodia, il senso profondo di questo dialogo interiore.

Se nel corso della celebrazione ci si è attardati nell'omelia e in altri momenti, non si può guadagnare tempo ora, concludendo frettolosamente.

Il Rito della Messa con il popolo fa notare che lo spazio tra la conclusione della distribuzione della comunione e la Orazione dopo la comunione non è un tempo funzionale dedicato esclusivamente a purificare la patena e il calice (n. 183). La rubrica, infatti, riprende quanto detto in apertura: «Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote, o il diacono, o l'accolito... purifica la patena sul calice e quindi il calice. Poi il sacerdote può tornare alla sede. Secondo l'opportunità, si può osservare il sacro silenzio per un tempo conveniente».

È il testo nuovo dell'Ordinamento (n. 89) a spiegarci il senso di quanto avviene: «Per completare la preghiera del popolo di Dio e anche per concludere tutto il rito di comunione, il sacerdote recita l'orazione dopo la comunione, nella quale invoca i frutti del mistero celebrato». Come avviene per la Colletta - ma i due contesti sono ovviamente diversi - anche in questo caso è dato tempo per la preghiera silenziosa dell'assemblea, sacerdote compreso, che viene completata e conclusa da chi presiede con l'orazione dopo la comunione.

Spesso nelle nostre assemblee si respira una certa insofferenza durante questi silenzi: che dobbiamo fare? perché ci siamo fermati? Una sorta di paura del vuoto, frutto di carenza di formazione alla preghiera liturgica. Papa Francesco la chiede costantemente ai pastori e l'ha ripetuto parlando alla riunione plenaria del Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti l'8 febbraio 2024: «Lo scopo della riforma liturgica è proprio di suscitare quella formazione dei fedeli e promuovere quell'azione pastorale che abbia come suo culmine e sua sorgente la sacra Liturgia. Perché tutto questo possa accadere è, dunque, necessaria la formazione liturgica, cioè alla liturgia e dalla liturgia. Non si tratta di una specializzazione per pochi esperti, ma di una disposizione interiore di tutto il popolo di Dio. Ciò naturalmente non esclude che vi sia una priorità nella formazione di coloro che, in forza del sacramento dell'Ordine, sono chiamati ad essere mistagoghi, cioè a prendere per mano e accompagnare i fedeli nella conoscenza dei santi misteri... i pastori sappiano condurre il popolo al buon pascolo della celebrazione liturgica».

Il Giubileo 2025 ci invita alla preghiera... la Messa lo fa tutte le domeniche.


di: don Carlo Cibien
da: Credere 14/2024
foto: https://it.zenit.org/2016/07/01/la-distribuzione-della-comunione-nel-corso-della-storia/


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