2012 - Benedettine dell'Adorazione perpetua del martedì 14 giugno 2022

Beato Mario Ciceri, presbitero

La salvezza del popolo d’Israele, oppresso dalla dura schiavitù egiziana, passa attraverso la mediazione debole e imperfetta di Mosè e Aronne, chiamati a parlare in nome di Dio, a fare le sue veci. Il Dio dell’Alleanza si compiace di rivelare la sua potenza attraverso la povertà umana, e anche l’indurimento del cuore del faraone diventa un’occasione per manifestare agli occhi del suo popolo, e a quelli degli egiziani, che lui è il Signore. La conoscenza della signoria di Dio sulla nostra vita non è frutto di astratte speculazioni filosofiche, ma dono che viene dall’esperienza concreta che egli domina con la sua sapienza provvidente ogni cosa. Tutto questo, però, esige da noi l’obbedienza della fede, anche quando la parola di Gesù è tagliente e ci smaschera. La gente di Nazaret, che conosce le umili origini del falegname, figlio di Giuseppe, non può sopportare l’autorità con la quale ricorda loro che Dio è libero di riversare i suoi benefici anche su chi non appartiene al popolo d’Israele, anzi che spesso sono proprio quelli che dovrebbero essere più vicini a Dio a essere esclusi, perché troppo sicuri della propria santità. Chiediamo al Signore di saper ricevere con umiltà la sua parola, anche quando mette a nudo il nostro peccato, e di essere come lui liberi, anche di fronte all’insuccesso e al rifiuto, di continuare il nostro cammino.

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